Tankard (Gerre)
Per la seconda volta in meno di un anno dal vivo in Italia e con un album (A Girl Called Cerveza) che sta permettendo ai tedeschi Tankard di riscuotere consensi in tutto il mondo, ci siamo incontrati in occasione del Rock Hard Festival (alla cui organizzazione e gestione va il plauso di tutti) con il birriferante “Gerre”, voce e membro fondatore del combo thrash di Francoforte. Accogliendomi con un “Buonasera” a trentadue denti, mi invita a sedere nell’attrezzata e confortevole area relax allestita per l’evento. E dopo avermi allungato una birretta, fa volentieri due chiacchiere.
Allora Gerre, come va?
Tutto bene grazie, sono contento di essere tornato in Italia. La prima volta fu nel 2001, se non ricordo male. Sono sempre contento di essere qua a suonare, lo dico senza retorica, ci credo per davvero. E’ un buon momento per il gruppo, abbiamo parecchie richieste in giro e riusciamo a suonare un po’ dappertutto. E al giorno d’oggi spesso la cosa non è così scontata, perché organizzare tour rispettando le esigenze delle major e per quanto ci riguarda mantenendo i nostri altri impieghi “seri” (ride) non è certo una cosa semplice.
Eppure da oltre trent’anni i Tankard sfornano dischi e tengono unito il gruppo. Non sarà stato certo facile.
No, ma è stato bello ed importante per ciascuno di noi, io e Andy (il bassista) suoniamo insieme dal 1981 e la passione per quello che facciamo è stato ciò che ha mantenuto la fiamma accesa. Ci sono stati momenti più facili come alla fine degli anni ’80 con il thrash imperante nel mondo e con i successi di dischi come “The Morning After” e “Meaning of Life” e poi il decennio successivo dove siamo riusciti a resistere alla recessione dell’heavy metal arrivando orgogliosamente fino a qui. E anche oltre.
Pensi che i Tankard ora siano al top della carriera?
Certo! E domani sarà ancora meglio. C’è sempre uno step in avanti, senza particolare ansia cerchiamo di raggiungerlo, anche se per come siamo adesso onestamente siamo sufficientemente soddisfatti. Ultimamente abbiamo ricevuto molti riconoscimenti professionali.
Intanto, il contratto con la Nuclear Blast.
Si tratta della più grossa etichetta heavy metal del mondo e non potevamo avere di meglio. In più il nome Tankard è ora affiancato a quello dei grandi gruppi del thrash europeo.
Senza contare che i Tankard sono piuttosto prolifici in materia di dischi in uscita…
Riusciamo a mantenere la media di un disco ogni due anni, inserendo i vari tour di promozione. In casa Tankard è sempre tutto un correre per scrivere un disco o per promuoverlo in giro. Questa frenesia è per noi indice di salute ed è bello rendersi conto di fare tutto questo con la stessa passione di trent’anni fa! Per fortuna fare parte dei Tankard è ancora molto divertente!
Come ti poni nei confronti dei festival heavy metal sparsi per tutta Europa?
Penso che siano sempre delle ottime occasioni per promuoversi, di sicuro, ma soprattutto è appagante la possibilità di suonare con tanti altri gruppi, spesso anche con quelli dei quali siamo da sempre fan. Poi ci sono alcune manifestazioni che stanno iniziando a perdere il contatto con la centralità della musica. Per esempio il fatto che Wacken sia sempre sold out con un anno di anticipo sulla successiva edizione, senza aspettare l’annuncio dei gruppi che suoneranno è emblematico riguardo il fatto di quanto poco conti la musica rispetto al contesto generale dell’happening. Questa è un po’ la cosa che non mi entusiasma di alcuni festival, anche se va riconosciuto che la componente aggregante di questi meeting risulta eccezionale.
Qui Gerre mi chiede informazioni sul Gods of Metal, confessandomi che gli sarebbe sempre piaciuto parteciparvi, purtroppo la mia risposta sulle sorti del festival rende Gerre un poco sconsolato e lo induce a chiedermi se posso offrigli una sigaretta. Mentre se la fuma amabilmente, firma alcuni dischi portatigli da un ragazzo accorso per il concerto. Poi la chiacchierata riprende.
Quali sono le tue maggiori influenze? E quali sono stati i tuoi gruppi preferiti quando eri fan?
Sono ancora fan! L’heavy metal è la mia passione e non sopporto quei musicisti che raggiunto un pizzico di fama si dimenticano delle origini e arrivano a rinnegare perfino il loro logico percorso da fan, onde sottolineare la loro professionalità e distacco da ciò che c’era prima del successo. Le mie influenze si fondano su mostri sacri come Maiden e Priest, ma anche tutta la NWOBHM. Poi chiaramente c’è stata l’ondata thrash e ho subito amato gruppi come Exodus, Metallica ma soprattutto Overkill, che ritengo i migliori. Oltre a questo fondamentali i grandissimi Exciter, band che amo.
E per quanto riguarda l’Italia?
Conosco Irreverence, Rhapsody of Fire, Bulldozer e Longobardeath.
Continuando a parlare di altri gruppi, cosa pensi dei tuoi connazionali Running Wild?
Non amo parlare di altri gruppi, comunque l’unica cosa che so è che Rolf sta per far uscire un nuovo album, ma non ci si vede né sente da molto tempo, non sono informato su di loro riguardo gli ultimi anni. Quello che so è che prediligo i primi album della band.
Prima hai detto che il contratto con la Nuclear Blast vi ha finalmente dato la possibilità di essere annoverati tra i grandi. A questo proposito cosa mi sai dire dei rumors sul Big Teutonic 4?
Beh, intanto che fino a qualche hanno fa in Germania non esistevano i “Grandi quattro del Thrash”. Erano solo in tre: Kreator, Sodom e Destruction. Il fatto di essere stati in qualche modo inseriti nella lista è di certo un punto d’orgoglio, per noi. Per quanto riguarda le voci di cui dicevi sulla possibilità di creare eventi come i “Big Four” americani, non sono ancora state fatte delle proposte interessanti e mi fermo qui.
Prossimo album?
Giugno 2014, se ce la facciamo.
Chiudiamo con il tuo amato Eintracht Francoforte…
Alzando le mani al cielo il nostro Gerre intona un coretto in tedesco e sorridendo dice: “E’ anche quella una grande passione e come l’heavy metal la coltivo il meglio possibile. Anche quest’anno quando posso lo seguo in trasferta ed è già da alcune stagioni che facciamo la nostra buona figura da media classifica prendendoci ogni tanto delle belle soddisfazioni!”.
Grazie Gerre: che ne dici di una foto? E così dicendo accovacciandomi come un bambino in braccio a babbo natale, gli rovescio una birra addosso e me ne vado mortificato.
Niccolò Cioccarelli