Recensione: La Famiglia Superstar
Sarà stato il successo dei Chickenfoot, ma a quanto pare è proprio tornato il tempo dei supergruppi. Solo qualche settimana fa discettavamo su questo sito in merito agli Yoso (Yes più Toto), e, mentre siti web e stampa specializzata si sbizzarriscono in interviste ai Them Crooked Vultures ed in previsioni sui Black Country Communion prossimi venturi (Glenn Hughes, Joe Bonamassa e Derek Sherinian, tutti insieme appassionatamente), questa volta ci occupiamo a nostra volta di un combo che ha preso il curioso nome di La Famiglia Superstar, anch’esso costituito da un bel team di musicisti con i controfiocchi, i quali hanno unito le loro forze più di un anno fa in occasione di un live tour.
Dietro il microfono troviamo, dunque, Terry Ilous, noto soprattutto per essere il singer degli hard rockers melodici XYZ, titolari di almeno un paio di dischi d’oro negli Eighties.
Al basso ecco invece Marco Mendoza, una superstar delle quattro corde, noto per il suo preziosissimo apporto ad una molteplicità di bands, tra cui citiamo Whitesnake, Thin Lizzy e Soul SirkUS.
Atma Amur è poì l’uomo dietro le pelli, e mette a disposizione de La Famiglia la sua esperienza con Journey, David Bowie, Richie Kotzen e molti altri.
Alla chitarra, infine, troviamo un axeman di casa nostra, il trevigiano Steve Saluto, un altro virtuoso che ha operato come sessionman con vari artisti quali Elio e Le Storie Tese, Massimo Riva, Ritchie Kotzen, autore inoltre di ben sette album da solista.
Il primo full-lenght de La Famiglia Superstar vede la luce per l’etichetta italiana Heart Of Steel, ed è una piacevolissima sorpresa: le sensazioni che le dieci tracce del CD forniscono sono ben lontane dal sapore di preconfezionato e dai cliché stantii di tanti supergruppi e progetti estemporanei. L’impressione qui è infatti di una vera band, carica di feeling, che rockeggia e rolleggia come poche e sembra pure divertirsi molto.
L’apertura del CD è paradigmatica: “Never Enough” esordisce con una chitarra funky memore dello Shaft Theme, che lancia un hard rocker ruffiano e sensuale con tanto groove e venature soul.
Anche “Rain” ci trascina dalle parti di un riuscitissimo funky-hard, arricchito, come “Never Enough”, da un ritornello molto acchiappante, per il quale possiamo citare, quali pietre di paragone, gli Extreme e soprattutto certi Mr. Big.
La terza anima, dopo quelle hard e funky (che ritroviamo più avanti nel soul-rock più di maniera “What we gonna do” e nella pulsante – grazie soprattutto al basso di Mendoza – “Can you tell me”) de La Famiglia, emerge dal brano successivo, “I Miss You”. Pronto il tuffo negli stilemi della ballad, che si riconfermano commoventi, intensi e a volte sensuali anche in “The wind”, cantata in francese, in “I Come around”, dalle sfumature blues, e ancora nell’acustica “Closet”, speziata da sapori folk.
Citazione d’obbligo per l’unica cover del platter, l’immortale “Here I Go Again” dei Whitesnake, altro evidente nume tutelare de La Famiglia Superstar, qui riproposta in un’efficace rendition rallentata e soulful, e per lo strumentale “Visions”, che tra riffoni e assoli di chitarra e feeling da vendere chiude un lavoro discografico che unisce in maniera sopraffina perizia strumentale, gradevolezza sonora e genuina passione.
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Tracklist:
01. Never enough
02. Rain
03. I miss you
04. What we gonna do
05. I come around
06. Closer
07. Can you tell me
08. Here I go again
09. The wind
10. Visions
Line Up:
Terry Ilous – Voce
Marco Mendoza – Basso
Steve Saluto – Chitarra
Atma Anur – Batteria