Doom

4 album epic doom metal da consigliare

Di Nadia Giordano - 31 Marzo 2024 - 11:30
4 album epic doom metal da consigliare

Epic doom, un genere non certo di massa ma in grado di generare alcuni capolavori indiscussi della nostra musica preferita.
Ne abbiamo selezionati quattro che consiglieremmo come una sorta di bignami irrinunciabile.
Ne aggiungereste altri?

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L’epic doom, termine coniato dalla stampa per distinguerlo dal funeral-doom, death-doom, black-doom e qualsiasi cosa con ‘doom’ vogliate usare prima, può essere visto come una costola nata dall’heavy metal classico perché fortemente influenzato da questo, si pensi ad esempio alle prime opere dei Black Sabbath, considerati da molti i pionieri di questo genere. Tuttavia, sul finire degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ’80, band inglesi come i Pagan Altar o americane come i Saint Vitus o svedesi come i Candlemass, contribuirono a definire in modo indelebile quello che è il doom. Caratteristica inconfondibile di questo genere è la parte musicale. Alcuni chitarristi preferiscono accordare lo strumento più in basso, in modo da avere un suono più cupo, pesante e profondo, ma d’uso frequente è anche la chitarra baritona che presenta un manico più lungo rispetto alla classica e con un’accordatura settata un’ottava più in basso rispetto allo standard. Se invece poniamo l’attenzione sulla voce, i cantanti dell’epic doom a differenza del funeral, death e black-doom, in cui viene spesso utilizzato il growl o lo scream, hanno una voce più chiara e pulita, a tratti lirico-operistica, ne è un esempio Messiah Marcolin dei Candlemass e proprio da questo gruppo iniziamo il nostro ascolto…

 

Candlemass – “Nightfall”

“Nightfall” è il secondo studio album degli svedesi Candlemass uscito nel 1987. Sono considerati da moltissimi LA band doom metal per antonomasia e questo loro lavoro lo dimostra in toto. Rispetto al debut album “Epicus Doomicus Metallicus” che vede al microfono Johan Längqvist, con questo “Nightfall” si assiste subito ad un cambio di cantante, infatti Johan verrà sostituito da Messiah Marcolin, che diventerà la voce portante del gruppo per i successivi due album. Se pensiamo al periodo storico in cui questo lavoro è stato lanciato sul mercato, dove questo era dominato dal thrash metal e dall’hard rock, i Candlemass hanno proposto un qualcosa di totalmente innovativo che ancora oggi persiste ed influenza pesantemente i gruppi nascenti. Quest’album è un concentrato di tenebre, pathos ed oscurità ma allo stesso tempo eleva l’ascoltatore ad una dimensione divina, quasi evocativa. Non dobbiamo dimenticare che tutto questo è stato reso possibile grazie allo splendido lavoro fatto dal bassista Leif Edling, che si è occupato non solo del songwriting, ma anche della stesura dei testi in quasi tutto l’album ed all’epoca questo signore aveva solo 24 anni…24!

 

Isole – “The Calm Hunter”

Se torniamo al discorso fatto in precedenza, in cui i Candlemass hanno influenzato gran parte dei nuovi gruppi doom, gli Isole ne sono un esempio. La band nasce nel 1991, guarda caso sempre in Svezia, sotto il nome di Forlon. Il gruppo rimarrà attivo fino al 2005 producendo solo demo (per l’esattezza sei) ed una compilation nel 2005. Cambiano il nome in Isole nel 2004. Prima di “The Calm Hunter” il gruppo ha già portato sul mercato ben cinque studio album, ma questo è quello più ispirato e profondo insieme ad “Anesidora”, uscito lo scorso anno. Rispetto ai lavori precedenti, la band ha raggiunto ormai una certa maturità compositiva ben lontana dal primo “Forevermore”, le tracce diventano più lunghe ma mai noiose, azzardando anche a numerosi cambi di tempo pur mantenendo sempre quell’atmosfera scandinava che si ripresenta sempre in ogni loro opera, un filo continuo che collega magistralmente ogni loro lavoro.

 

ThunderStorm – “Sad Symphony”

Questa potrebbe essere la proposta che non vi aspettereste, perché gli italianissimi Thunderstorm, bergamaschi, sono nati come band power metal, molto in auge negli anni ’90, per poi virare radicalmente all’opposto, al doom…e ci sono riusciti benissimo. Il gruppo purtroppo si è sciolto nel 2011 ma è sempre rimasto coerente a sé stesso (non come molti nomi altisonanti, che annunciano la separazione, per poi ritornare a calcare i palchi o a sfornare album come se nulla fosse successo, poveri fan). “Sad Symphony” fu il loro primo album uscito nel 2000, purtroppo fu sottovalutato da molti, anche perchè in quegli anni, come abbiamo detto, perversava la moda del power metal in ogni dove. Fortunatamente questo loro lavoro non sfuggì ai nostalgici. Benché i Thunerstorm non inventino nulla di nuovo, traendo sempre ispirazione dai Candlemass,  aggiungono molto di loro stessi, nello stile, nei suoni, profondi e cadenzati, a volte granitici, a volte malinconici. Un buon album, così come il successivo “Witchunter Tales”, da ascoltare attentamente.

 

Sorcerer – “In the Shadow of the Inverted Cross”

Last but not least i Sorcerer. Attivi dal 1988 si sciolsero nel 1992. Nel 2010 vennero contattati per partecipare all’Hammer of Doom Festival e la band decise di riformarsi, ma fu solo nel 2015 che uscì sul mercato il loro primo full-length ovvero “In the Shadow of the Inverted Cross”. Anche in questo caso il gruppo non inventa nulla di nuovo, ma propone un solido e classico doom: cadenzato, tetro e oscuro. Quello che però risulta e risulterà essere in futuro il loro marchio di fabbrica è il continuo e reiterato uso dei cori e dei ritornelli, che ritroviamo in qualsiasi loro lavoro. Probabilmente, proprio per questa loro facilità di ascolto, potrebbero essere il gruppo da consigliare a chi non si è mai avvicinato al doom, una specie di entry level, per poi passare in un secondo momento, ad altri gruppi un po’ più elaborati.