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5 canzoni Folk Metal dal Kazakhstan

Di Elisa Tonini - 18 Febbraio 2024 - 11:30
5 canzoni Folk Metal dal Kazakhstan

L’altra volta, vi abbiamo portati in Caucaso, con 5 brani   folk metal provenienti da quell’area, questa volta vi portiamo nell’indomabile ed orgoglioso Kazakhstan.  Venite con noi..

Quando penso ai popoli turchi – e per estensione all’Asia Centrale ed alla Siberia- mi sovvengono genti che invasero l’Europa e l’Italia, come i dibattuti Unni. La complessa storia del Veneto, regione in cui sono nata e cresciuta mi porta spesso a fantasticare sulla personale origine. Per qualche motivo percepisco una “affinità” particolare verso melodie e luoghi di quelle terre ed in particolare, verso il Kazahstan, il cui strumento nazionale dombra apparve persino nei miei sogni. Quest’ultimo attraversa spesso le tracce di band metal/hard rock e pop intrecciandosi a pezzi dalla tendenza frequentemente tamarra, tuttavia combattiva fino al midollo (si anche il pop). A volte possono apparire altri strumenti tradizionali del folk tradizionale kazako, il cui zoccolo duro si appoggia generalmente su vari tipi di strumenti a corda fra i quali il Kyl Kobyz e lo zhetygen. Dal punto di vista canoro interviene spesso il poderoso throath singing , stile in comune col folk metal mongolo. Ecco quindi selezionate 5 canzoni folk metal dal Kazakhstan.

Una precisazione

Analogamente a quanto scritto nell’articolo “5 Canzoni Folk Metal dal Caucaso” i brani qui sotto rappresentano per la sottoscritta il meglio che la “scena” folk metal kazaka possa attualmente offrire. Sono sempre considerate l’uso della lingua nativa, nonché la suggestione etnica. Anche qui non si bada l’essere metallari col “pedigree” ma i fatti concreti in cui dici: “si questo spacca a prescindere”. Data la generale scarsità di EP e full-length si è optato per selezione di pezzi folk metal dal Kazakhstan, messi in ordine alfabetico per band.

Le fantastiche 5 canzoni Folk Metal dal Kazakistan

Aldaspan

Come accennato nella recensione dell’album “Attila” il leader Nurzhan Toishy è ideatore della dombra elettrica, strumento  usato negli Aldaspan in varie forme: dombra-ritmica, dombra-basso, dombra-solista. Assai prolifici, si sono divertiti a sperimentare nel corso degli anni metal e sonorità più alternative, fra cui – a gusto personale – emergono album come “Jol” e “Balqadisha” ( quest’ultimo con la presenza della chitarra elettrica).
“Qazaqstan” il pezzo qui proposto è tratto da “Jol” (2014) ed è probabilmente il loro brano migliore, in cui le anime sopra descritte intersecano perfettamente tradizione e modernità. Si percepisce un’aura new age puntellata dal kyl kobiz, per poi esplodere creativa ed incendiaria, sensazione data anche dal throath singing.

Alashuly

Fondati nel 2009 gli Alashuly potrebbero essere definiti essenzialmente una fusione tra una boy band, il Michael Jackson più rock ed un pizzico di Rammstein. Queste sensazioni sono espresse in proporzione variabile e, naturalmente, si considerano i brani più elettrici.

Ho scelto quindi “Cәйгүлік”, probabilmente il pezzo degli Alashuly che più valorizza l’unione tra asperità, pop e folk, tappeto sonoro in cui le tre splendide voci maschili si rincorrono. Si tratta di una base diretta ma in realtà colma di raffinatezze strumentali in cui il virtuoso e carismatico dombra fa da padrone. Insieme allo shan kobyz ( jew’s harp) ed alle percussioni, esso scandisce il ritmo in un mix tra malinconia ed implacabilità, animo giovane ed antico.

Alashuly -Ulytau

Avendo chiari gli Alashuly è doveroso un accenno sui i loro connazionali Ulytau. Noti per il loro folk metal strumentale guidato dal dombra e dal violino – e per il fantastico “Jumyr Kylish” -la band ha suonato live in diversi contesti, creato altri video/singoli e suonato in varie collaborazioni. Una di queste è con gli Alashuly appunto, accoppiata che ha prodotto finora un paio di brani, uno dei quali merita a pieno titolo di essere qui: il fenomenale “Туған дала “

Si tratta di un pezzo che colpisce per la magica amalgama tra le voci degli Alashuly e la tecnica sopraffina e creativa degli Ulytau. Il risultato potrebbe essere accostato a certi Kamelot con Roy Khan ma anche Blind Guardian per i cori, in un’incontro travolgente ed epico. E’ probabile che vi ritroverete ad adorare questa canzone e personalmente, vorrei un album intero con questi due gruppi.

Sharapat

Grandi amici degli Aldaspan, gli Sharapat utilizzano la dombra elettrica come loro, aggiungendo come strumento di punta lo zhetigen elettrico, altra invenzione di Nurzhan Toishy (vedi la recensione di “Attila“). Forti di tale strumento e di un cantante potentissimo, la band presenta delle analogie con i citati connazionali, virando un po’ di più verso il pop. Gli Sharapat hanno suonato in vari contesti live, creato diversi video/singoli e -almeno – un EP, omonimo del 2019. Tra quanto prodotto, senza indugio la scelta cade su “Tanzharbay”.

“Tanzharbay” è il loro pezzo migliore, una sorta di crescendo esplosivo ed agile nell’esecuzione strumentale, che fa leva su tinte abrasive ed assoli taglienti. C’è rock n roll, modernità alternative e deflagrazioni metal sia classico che groove, abbinati ad uno spirito selvaggio. Quanto al cantante, egli potrebbe essere definito il “metal god” del Kazakhstan tanto ha in comune con Rob Halford per timbro (tonalità medie e basse ) e potenza. La sua voce – ed il throath singing nel mezzo – è davvero fondamentale nel trascinare l’ irresistibile e devastante impatto sonoro del brano.

P.s. Consiglio: evitate “Tanzharbay” dell’EP omonimo (su Spotify) in quanto non rende giustizia a questa versione. Io vi ho avvisato.

Tigrahaud

Tra i gruppi di questa selezione i Tigrahaud sono senz’altro quello che nella base folk metal usa il maggior numero di strumenti tradizionali kazaki, vicino a band folk come Hassak ed Er Turan. Non solo dombra, kyl kobyz e shan kobyz ma anche – per esempio – sherter, sybyzgy (flauto) e dudyga (percussioni). Ci sono altresì due cantanti, uno che si occupa di linee vocali affini al metal classico e l’altro a quelle ben più locali tra il gutturale ed il throath singing. Questa ricchezza si integra ad un istinto metal classico – alla Iron Maiden – ed echi settantiani creando un mix  immediato e riflessivo al tempo stesso, tuttavia sempre elegante.

Secondo Discogs i Nostri appaiono in una compilation live di The Spirit Of Tengri, Festival di musica etnica contemporanea che dal 2013 si tiene annualmente ad Almaty. Su You Tube appaiono varie canzoni nei canali più disparati, a volte non verificabili come ufficiali o meno. Dal canale di The Spirit of Tengri scegliamo quindi la versione live di “Attila”

Un brano che conquista l’ascoltatore con la sua epica furia, in cui tuonano e duellano le due voci maschili. Non poteva essere altrimenti dato che è un pezzo dedicato al noto leader Unno ed i suoi ritmi paiono descrivere le forsennate scorribande delle sue complesse tribù. Sono coinvolte tutte le parti: voci, strumenti elettrici e tradizionali. Gli animi sanno anche distendersi, come ad enfatizzare all’ascoltatore che ogni popolazione ha una ricca cultura degna di rispetto. C’è molto di più di quello che può essere stato detto.

Conclusione

Spiace non poter considerare nei fantastici 5 alcuni brani non inclusi in canali ufficiali o, quando presenti, di qualità audio non accettabile. Vi lascio altre canzoni, trasgredendo in parte alla precedente regola per i Tigrahaud.

AlashulyАбай-Гималай

 Ulytau –  Adai

Ulytau  & HasSak ethno-folk group Kurmangazy

Tigrahaud –  Тарихтан толғау. Video qualità migliore, quasi da studio qui

Қыдырәлі Болманов (feat. Ulytau)- Сүгірдің Термесі

Il grande assente

“Qazaqpyn” canzone degli Alashuly, tolta a suo tempo dai canali streaming. Peccato, perché l’avrei considerata tra le 5

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