Death

Eclissi Cosmiche: trascendenza fatta Death Metal!

Di Nicola Furlan - 7 Aprile 2024 - 11:30
Eclissi Cosmiche: trascendenza fatta Death Metal!

Nel vasto universo della musica estrema, esiste un genere che va oltre i confini del convenzionale, trasportando l’ascoltatore in un viaggio attraverso le profondità insondabili dell’universo infinito che ci abbraccia. Il Cosmic Death Metal (da ora in poi lo chiameremo così unicamente per dare una vaga idea di collocazione di genere…), con la sua fusione di potenza brutale e concetti cosmici, ispirazioni filosofiche e prospettive di una vita extra-terrestre, si erge come un’entità sonora capace di evocare visioni di mondi alieni, dimensioni ignote e orrori cosmici che sfidano la comprensione umana. In questa oscura sinfonia di suoni distorti e liriche criptiche, dieci band emergono come maestri dell’estremo cosmico, trasformando il metallo della nostra realtà in un’arma sonora capace di infrangere le barriere della percezione.

Dai lontani e riflettenti albori di inizio anni Novanta, grazie alle idee di band come Atheist e Cynic, fino ad oggi con quelle che riteniamo essere le band più brillanti nell’interpretare certi mood, il sound di queste ispirazioni punta ai richiami delle stelle. Percussioni martellano come il battito di antichi dei primordiali. Queste band trasportano l’ascoltatore in un viaggio oltre il velo dell’esistenza, verso mondi dove regna l’equilibrato caos che toglie il fiato e la grandezza dell’universo si rivela in tutta la sua disorganica magnificenza. Il Cosmic Death Metal apre varchi verso realtà alternative, offrendo un’esperienza musicale che va oltre il semplice ascolto. È un richiamo alla mente umana, invitandola a esplorare territori proibiti e ad abbracciare la follia cosmica che si cela nell’oscurità dello spazio infinito. In questo editoriale esploreremo queste dieci band.

Questi gruppi, tra i molti non citati, ma probabilmente altrettanto degni di rientravi, incarnano l’essenza della corrente artistica. Sinteticamente vi proporremo alcuni brani dal notevole significato evocativo. Preparatevi a immergervi in un’esperienza sonora che vi condurrà al limite della comprensione umana e oltre, verso mondi incomprensibili e visioni cosmiche che sfidano ogni immaginazione. Non faremo disamine sull’importanza storica della band e non entreremo nel dettaglio della contestualizzazione musicale di genere. Cogliete liberamente, grazie al significato del testo che vi abbiamo riassunto, l’arte con cui hanno connesso la musica estrema al concetto di cosmo, interiore, prospettico o spaziale che sia (per ogni brano avete un riassunto semantico dello stesso)… amplificando la potenza espressiva e cognitiva della musica stessa.

 

 

BLOOD INCANTATION – ‘Slave Species of the Gods’
da “Hidden History of the Human Race”
(2019, Dark Descent Records)

Il testo del pezzo riflette sull’eterno ciclo di vita e morte delle anime degli esseri umani, intrappolate in un gioco tra la vita e la morte. Introduce il concetto di Yaldabaoth, una figura che semina sofferenza per liberare le anime dalla catena della coscienza. Invita a esplorare l’illuminazione interiore oltre le apparenze materiali, attraverso la fusione della mente con l’intero universo. Infine, accenna all’apertura di una porta verso una desolazione quantica, che simbolicamente rappresenta il varco verso una nuova comprensione della mente cosmica.

 

 

 

NUCLEUS – ‘Ancient’
da “Sentient”
(2016, Unspeakable Axe Records)

In ‘Ancient’ si narra del risveglio di un’antica entità dalla natura proveniente dalle profondità dell’oceano imrpontata sulla distruzione e sul caos. Avanzando nel regno degli umani, essa semina terrore e distruzione, oscurando i cieli e annientando ogni forma di resistenza umana. Nonostante gli sforzi disperati delle forze di difesa, l’entità si rivela invincibile, riducendo la civiltà in cenere e reclamando il pianeta come suo tempio di dominio indiscusso.

 

 

 

VOID ROT – ‘Delusions of Flesh’
da “Descending Pillars”
(2020, Everlasting Spew Records)

Con questa canzone i Void Rot evocano immagini di terrori cosmici che nascono dalle cripte della creazione, luoghi incomprensibili per la mente umana dove anche i pilastri della creazione appaiono microscopici. Descrive una scena di dolore estremo, in cui le creature vengono straziate e le menti si frantumano. Tuttavia, suggerisce che questa tormenta carnale può essere vista come una forma di salvezza o liberazione.

 

 

 

LUNAR CHAMBER – ‘The Bodhi Tree’
da “Shambhallic Vibrations”
(2023, 20 Buck Spin)

Le parole del brano descrivono un viaggio interiore di illuminazione, meditazione trascendentale e contemplazione, che ha luogo nel contesto storico e spirituale di Bodh Gaya, un luogo significativo per il Buddhismo. Descrive il protagonista che si immerge in un profondo stato di meditazione e auto-riflessione, affrontando il proprio ego e cercando di raggiungere la calma interiore sotto l’albero Bodhi. Durante questo percorso, si sperimentano profonde rivelazioni e connessioni con saggezze antiche, portando alla comprensione dell’essenza dell’anima e della sua relazione con l’universo. Il testo culmina con l’immagine di una luce cristallina che fluisce dalle montagne violette nell’albero Bodhi, simboleggiando forse la realizzazione spirituale e l’illuminazione raggiunta attraverso la pratica della meditazione.

 

 

ATHEIST – ‘Unquestionable Presence’
da “Unquestionable Presence”
(1991, Active Records)

Il testo narra di un avvicinamento con un’entità extraterrestre non definita, rappresentata come un atipico viaggiatore spaziale che ritorna sulla Terra. La nebbia che si addensa e il freddo che avvolge tutto creano un’atmosfera di mistero e timore. L’essere parla della sua vita nello spazio e della sua missione sulla Terra, esprimendo la sua frustrazione per essere stato scoperto e per l’interferenza umana nella sua missione. Alla fine, l’essere annuncia il completamento della sua missione e la sua imminente partenza, lasciando l’umanità a interrogarsi sulla presenza di vita nell’immenso cosmo.

 

 

MISCREANCE – ‘The Garden’
da “Convergence”
(2022, Unspeakable Axe Records)

La band analizza qui la natura dell’esistenza umana, evidenziando come siamo intrappolati in un destino già scritto, incapaci di scappare o definire un fato dipendente dalla nostra volontà. Descrive un’illusione, dove ci sentiamo immuni al tempo e al dolore, ma alla fine, nell’ormai poco tempo rimasto, ci rendiamo conto che siamo ingannati da una realtà falsa. L’io’ narrante invita ad abbracciare la verità essenziale dell’essere e ad accettare la libertà che essa porta, anche se il risveglio può essere doloroso. Il testo fa riferimento alla storia biblica di Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden, suggerendo che l’umanità è ancora intrappolata in una sorta di peccato originale, incapace di vedere la verità oltre l’illusione. Inoltre, mette in discussione il concetto di libero arbitrio, suggerendo che le nostre azioni e percezioni potrebbero essere predestinate o prevedibili.

 

 

CYNIC – ‘Celestial Voyage’
da “Focus”
(1993, Roadrunner Records)

I Maestri indiscussi del genere tracciano il passaggio d’un viaggio interiore nelle profondità intime, dove anima e consapevolezza si fondono indelebilmente. L’io’ narrante sperimenta una sorta di risveglio spirituale, in cui la verità nascosta viene rivelata attraverso una sorta di chirurgia divina in grado di sezionare i labirinti della mente. Questa esperienza porta alla visione di una realtà più profonda e alla scoperta di una pace interiore, simboleggiata dalle metafore di una brezza che guida verso la felicità e di un lago mentale calmo e privo di liquidi riverberi. Il viaggio viene paragonato a una traversata celestiale verso coste dove ci si può immergere in pozze di nettare divino, che rappresentano la fonte di guarigione e beatitudine interiore. Il testo riflette quindi sull’importanza della ricerca spirituale e della consapevolezza per raggiungere la serenità e la saggezza trascendentale.

 

 

SIDEREAN – ‘Eolith’
da “Lost on Void’s Horizon”
(2021, Edged Circle Productions)

Il testo di ‘Eolith’ evoca un ritorno alla creazione primordiale. Descrive il processo di rinascita e trasformazione, in cui antiche forze primordiali plasmano nuovamente la vita in una ciclicità eterna. Si fa riferimento a un’epoca antica, ancestrale, simboleggiata dall'”età acheuleana”, in cui miti e forze naturali dominano la percezione umana. Questo ciclo di rinascita viene collegato alla creazione di rinnovatee forme di vita e alla rinascita del semidio, suggerendo un’interconnessione profonda tra l’infinito passato e il perpetuante presente. Il termine “Eolith” è il simbolo di questa ciclicità e rinascita cosmica.

 

 

DEVOID OF THOUGHT – ‘Stargrave’
da “Outer World Graves”
(2016, Everlasting Spew Records)

La lettura delle liriche di ‘Stargrave’ evoca un’atmosfera appunto ‘grave’, oscura e cosmica, descrivendo un essere che si presenta come l'”ingannatore della morte” e che emana un senso di potere oscuro e sconfinato. Si fa riferimento alla presenza di stelle morte, fredde e anime perdute, immerse in una nebulosa indefinita e circondate da una sorta di inquietante energia misteriosa. Si descrive un’esplosione di materia e un’implosione di energia, simboleggiate dalla formazione di buchi neri e dalla decomposizione degli atomi. Il testo sembra riflettere sulla caducità della vita e sulla sua natura transitoria nel vasto universo.

 

 

NOCTURNUS – ‘Tribal Vodoun’
da “Thresholds”
(1992, Earache Records)

Tanti si chiederanno cos’è il Vodoun. Ve lo diciamo subito. È una religione con radici profonde, del Caribe, nella zona tra le Antille e la parte settentrionale del Sud America. Lì vivevano tribù necromantiche e società interne che praticavano cerimonie legate al Vodoun, compresa la magia nera e la vendetta contro i nemici. In questa canzone tutto profuma di maledizione e sciamanesimo. Si parla di rituali complessi, come: danze intorno al fuoco, canti tribali e rituali che servono a invocare divinità come Legba e Ogu. Viene descritta anche la figura del Bokor, colui in grado di trasformare le persone in zombi attraverso un mix di polveri magiche derivanti da sostanze tossiche. Il testo sottolinea l’interconnessione tra il mondo materiale e quello spirituale, di derivazione malvagia, nel Vodoun e l’importanza della fede e della psicologia nella pratica religiosa. Infine, si fa riferimento a Baron Samedi, il guardiano del cimitero che prepara le anime alla zombificazione nonché all’incarnazione del male attraverso il controllo delle menti e il dominio del corpo materiale.