Guida all’ascolto: la top 5 di Truemetal.it – Agosto 2016
La guida all’ascolto di Truemetal.it, la rubrica in cui presentiamo i 5 migliori dischi che la redazione ha ascoltato durante il mese appena concluso.
SOLUTION .45- NIGHTMARES IN THE WAKING STATE- PART. II
Com’è ovvio, lo stile che impregnava ogni poro di “Nightmares in the Waking State – Part I” – e cioè il melodeath o modern metal, versione depotenziata ma leggermente più complessa del tanto canonico quanto celebre gothenburg metal – , fa da struttura portante anche per “Nightmares in the Waking State – Part II”. Con una nuova peculiarità, piuttosto evidente, che balza all’udito sin dai primi ascolti: la forte, decisa, quasi rabbiosa volontà di aver voluto inserire in questa seconda parte tutta la potenzialità melodica posseduta dai talenti presenti in formazione. Uno dei migliori se non il migliore lavoro di composizione, ed esecuzione – perfetta, in ambito modern metal. Leggi la nostra recensione
PAIN OF SALVATION – REMEDY LANE REVISITED
E per concludere non ci si può trattenere dal citare l’effetto nostalgia nel riascoltare l’album. Risentirlo dopo un po’ di tempo è sempre un piacere e negli anni non ha perso niente del suo fascino: già a partire dall’introduzione, “Of Two Beginnings”, tornano i brividi, per non parlare di brani come “A Trace Of Blood” o la conclusiva “Beyond The Pale”. Un disco profondo e intenso, dove tutto funziona perfettamente. Negli ultimi anni i Pain of Salvation hanno dato una svolta radicale al loro sound, e il tentativo di rinnovarsi è lodevole ma, non si può negare, rimarrà sempre la nostalgia per lavori così creativi e ispirati, che hanno contribuito a cambiare il volto del progressive metal. Leggi la nostra recensione
DEFEATED SANITY – DISPOSAL OF THE DEAD – DHARMATA
I Defeted Sanity ci regalano un doppio EP fuori dagli schemi se visto nel complessivo, uno schiaffo in faccia ai pivelli masturbatori che credono come mille note possano dimostrare la bravura nel suonare. Oggigiorno siamo sempre pronti a stupirci ad ogni attimo con scoperte nuove e magnifiche realtà; è sulla lunga distanza, dopo che il tempo ha schiacciato i deboli, che i grandi come i nostri cari vengono fuori, ammutoliscono tutti e tutto dimostrando chi detiene il trono del technical insieme ai Gorguts. Probabilmente non perfetto, fortunatamente non perfetto ma dannatamente avanti con i tempi, fuori da ogni concetto astrale e terrestre “Disposal of the Dead-Dharmata” è una perla nera che ogni amante deve possedere. Se questo non fa per voi, il Techinical non fa per voi. Leggi la nostra recensione
MATTEO BRIGO – IT WORKS!
“It Works!” è un disco strumentale sopraffino, geniale, sorprendente. Curato in maniera maniacale e con grande professionalità, dall’artwork alla (auto)produzione: un esperimento sopra le righe che si attesta abbondantemente oltre il livello medio dei dischi della sua categoria. Un album alla portata di tutti, che si concede a funambolismi solo quando necessario e resta fortemente ancorato a delle suggestioni melodiche intrecciate ad una narrazione paradossale. La bizzarra contaminazione di questi elementi annidati nel continuum nonsense di “It Works!”, capace di strizzare l’occhio al multiverso culturale ed immaginifico dell’autore, è un elemento tipicamente contemporaneo ed originale. In “It Works!” c’è tutto quello che vorremmo trovare in ogni disco: passione, professionalità, personalità, tecnica e tanto divertimento nel suonare, che si traduce immancabilmente nel divertimento e nel coinvolgimento emotivo di chi ascolta. Leggi la nostra recensione
CARNIFEX – SLOW DEATH
Impossibile che il tedio faccia la sua comparsa: i dieci brani di “Slow Death” sono clamorosamente interessanti tutti. Sia presi singolarmente, sia apprezzati nel loro granitico insieme. Sfasci controllati come ‘Necrotoxic’ sono delizie, per coloro che amano le emozioni forti ma, anche, proiettare la propria mente altrove, grazie alla ridetta capacità visionaria che possiede il sound dei Carnifex. Non manca nemmeno la pausa, con la morbida, delicata strumentale ‘Life Fades to a Funeral’. Nemmeno a dirlo, l’attimo di respiro prima di affrontare le spaventose ‘Countess of the Crescent Moon’ (dal solo di chitarra da Campione) e ‘Servants to the Horde’, le due ultime tremende nerbate allo stomaco. Per la completa annichilazione. Album grandioso, ensemble in grandissima forma! Leggi la nostra recensione
FUORI SCALA
NECRODEATH – THE SHINING PENTAGRAM
Un 100, si sa, significa perfezione assoluta e “The Shining Pentagram” é allo stesso tempo sia perfetto che imperfetto ed é proprio questa la sua forza nera: é bestiale, impreciso nell’esecuzione, senza alcuna produzione mirata e per questo é perfetto a suo modo, simbolo o addirittura vera e propria icona atemporale di un qualcosa che oggi possiamo solo ammirare nella sua pienezza, dopo ben tre decadi di infallibile invincibilità. Leggi la nostra recensione