Intervista Jingle Hells: Death SS (Steve Sylvester) e Bulldozer (AC Wild)
Italian Clash of the Titans: Steve Sylvester dei Death SS e AC Wild dei Bulldozer.
Cronaca di un’esclusiva chiacchierata a tre scaturita in occasione della prossima uscita dello Split Ep Jingle Hells, disco che sancisce la prima collaborazione artistica “piena” fra le due storiche e fondamentali band tricolori.
Buona lettura,
Steven Rich
Quando e dove nasce l’idea dello split Jingle Hells?
AC Wild – L’idea è di Steve. E non è nemmeno un’idea dell’ultimo momento. Sono già diversi anni che ce la proponeva e per vari motivi veniva rimandata all’anno successivo. Quest’anno abbiamo deciso di andare fino in fondo. Questa è la primissima collaborazione tra me e Steve come musicisti e autori. Di noi si ricorda la famosa copertina di H/M con l’intervista all’interno ma non avevamo mai collaborato dal punto di vista musicale. Andy invece ha fatto con i Death SS diverse collaborazioni.
Steve Sylvester – Infatti! … Se ricordo bene l’idea nasce addirittura nel 1989… Io e Alberto fummo i pionieri di una fra le prime etichette discografiche “metal” italiane, la DISCOMAGIC di Milano del compianto Severino Lombardoni. Fummo le due prime band a firmare un deal con lui (nel mio caso sotto suggerimento dell’amico Beppe Riva) e inevitabilmente entrammo presto in contatto uno con l’altro. Ovviamente ci conoscevamo già ma non avevamo avuto ancora il modo di incontrarci personalmente, cosa che avvenne quando fummo inviati dalla label a partecipare alle riprese di un videoclip di un loro artista (che faceva una sorta di musica “dance” !?!) che vendeva molto all’estero. Nel clip noi dovevamo essere i due “demoni” che lo perseguitavano (cosa che nell’arco della giornata trascorsa con lui ci riuscì molto bene..!). Da lì iniziò la nostra amicizia, sfociata più volte nel tempo con collaborazioni artistiche nella composizione di brani ( più che altro con Andy Panigada) e la promessa, prima o poi, di fare uno split assieme, magari qualcosa come avevano fatto nel 1981 i Motorhead assieme alle Girlschool, L’EP “St. Valentine day Massacre”, che entrambi conoscevamo ed apprezzavamo… Inoltre io avevo da sempre desiderato fare un “singolo natalizio” ma aspettavo l’occasione giusta per fare qualcosa di veramente “potente”..
Come mai enne anni prima di vedere un disco a Vostro doppio nome?
AC Wild – Noi non abbiamo mai fatto split in tutta la nostra storia. Ci è capitato di essere ospiti di qualche gruppo ma anche in questo le mie collaborazioni sono limitatissime: ho accettato solo quelle di Necrodeath e Schizo perché abbiamo una storia in comune, lo stesso periodo in cui siamo partiti e tipo di musica e tematiche trattate similari. La collaborazione con Death SS non poteva mancare. Era questione di tempo
Steve Sylvester – Aggiungo che siamo entrambi molto pignoli e ci siamo presi il tempo necessario per fare le cose bene e con calma!
Jingle Hells: lo Split Ep che uscirà nele prime settimane di dicembre 2014
Alberto, su che basi hai deciso di interpretare Murder Angels?
AC Wild – Preciso che la scelta l’ho effettuata io personalmente. Secondo me è un pezzo veramente “pionieristico”. Inoltre si prestava molto ad una versione più “speed” e affine ai Bulldozer. Poi c’è da tener conto che il mio modo di cantare è molto diverso da quello di Steve e questo pezzo era il più compatibile con il mio stile. Mi ha sempre colpito quel demo: erano dei ragazzini con le idee molto chiare e per certi versi futuristiche.
Stessa domanda per te, Steve, riguardo Fallen Angel.
Steve Sylvester – E’ stata la prima canzone che avevo sentito di loro, da un singolo 7″ che un giornalista mi aveva regalato mi pare nell’84 o 85 e quindi è stata anche la prima a cui ho pensato quando ho deciso di fare una loro cover…
Quale la cosa che dovevano fare – e che poi non hanno fatto – i Bulldozer in carriera? In altri termini, quale, secondo te, il più grave errore della carriera dei Bulldozer?
Steve Sylvester – Perché, hanno fatto degli errori? Scherzi a parte forse non avrebbero dovuto sciogliersi a fine 1990 ma suppongo avranno avuto i loro buoni motivi.. Qualcuno gli rimprovera l’EP del 92 (Dance got Sick), ma io invece l’ho trovato molto interessante. Pensando a tutta la loro storia forse nell’86 avrebbero dovuto cercare di rimanere con la Roadrunner ma, anche qui, ci saranno stati dei validi motivi… In definitiva, chi sono io per rimproverargli qualcosa?
AC Wild – Il più grosso errore appartiene a entrambe le band. Ma lo hanno fatto i nostri genitori facendoci nascere in Italia!!! A parte questo destino comune che comunque non ci ha impedito di lasciare un segno forte anche al di fuori dei nostri confini, per me nella musica non esistono gli errori ma le scelte, e ognuno fa quello che vuole. Un musicista è padrone del proprio destino e raccoglie quello che semina. Io personalmente non ho rimpianti. A scuola ti segnano gli “errori” ma io detesto la “filosofia scolastica” che pone i confini tra “giusto” e “sbagliato”. Questa mentalità e cultura ha matrice “teologica”… e la detesto.
Quale la peculiarità che riconosci ai Death SS?
AC Wild – Le loro opere parlano da sole. Se sono considerati da molti una leggenda nonostante la nazionalità ci sarà un perché. Io poi li considero dei pionieri.
E tu, Steve, per i Bulldozer?
Steve Sylvester – Una su tutte: la professionalità!
H/M numero 71 anno 1988: Steve Sylvester e AC Wild in copertina
Come vedete la situazione heavy metal in Italia, al momento?
Steve Sylvester – Mah, guarda… dopo la centomilliardesima volta che me l’hanno chiesto ho smesso di pensarci…
AC Wild – La situazione heavy metal in Italia riflette quella generale. C’è poca gente ai concerti perché girano pochi soldi. Siamo messi male, molto male, e non vedo alcuna idea brillante tra i politici. Sembrano tutti convinti che l’Italia possa riprendersi con delle soluzioni “fideiste” (di destra, di sinistra, di centro….) Anche l’occidente è messo male per gli stessi motivi. Anche i più laici pensano che le risorse prima o poi si generano da sole ( e pensano solo a come distribuire)… che differenza fa con chi crede nella “manna” o nello “spirito santo”? Come artisti/musicisti non possiamo far altro che dare del nostro meglio senza aspettarsi nulla di particolare.
Riallacciandomi a sopra, se non foste nati in Italia, oggi vivreste di sola musica?
AC Wild – Coi se e coi ma non si va da nessuna parte. Oggi in Italia è già un privilegio avere un lavoro e riuscire a sopravvivere. Il futuro non sembra incoraggiante. Noi ci siamo sempre arrangiati, come fanno gran parte dei nostri connazionali, in tutti i campi. Poi, se ci pensi bene chi vive di musica deve comunque “dipendere” dalle case discografiche, dai management, dai promoter e questo significa non essere molto liberi dal punto di vista artistico. Di sicuro non avremmo mai potuto essere “eretici”.
Steve Sylvester – Se ai tempi fossi nato a Londra o a Los Angeles oggi probabilmente sarei una vecchia ex-rockstar in pensione, sfatto e tossico… Ma probabilmente molto più ricco!
Quali le affinità fra le vostre due band?
AC Wild – In una certa misura siamo entrambi dei pionieri. Per il resto lascio dire agli altri. Sicuramente c’è anche una cifra di “gusto” comune, anche se abbiamo compiuto “esplorazioni” diverse.
Steve Sylvester – Penso l’approccio professionale in tutto quello che facciamo e l’andare sempre contro gli schemi.
Andy “Bull” Panigada, l’altro membro fondatore dei Bulldozer
Steve, cosa prenderesti in prestito dai Bulldozer?
Steve Sylvester – Bè, qualche volta ho preso in prestito Andy come aiuto compositore…
E tu, Alberto, dai Death SS?
AC Wild – Le donne sul palco!!! Ammiro molto la scenografia degli spettacoli, molto avanti nel tempo. Ora è pieno di gruppi che puntano tutto sulla scenografia, ma i Death SS in questo erano dei veri pionieri. Certo che se negli anni Ottanta avessi avuto la famosa suora col crocifisso sul mio palco difficilmente sarei riuscito a trattenermi ed evitare di “aiutarla”…
Martyna Smith: l’attuale performer dei Death SS
Miglior disco Bulldozer/miglior disco Death SS.
Steve Sylvester – Direi “IX” , il loro primo album con la Metalmaster. Veramente “cattivo” e devastante!
AC Wild – Dei Death SS: In Death of Steve Sylvester, ma ti dico anche dei Bulldozer: il prossimo, dove nel disegno di copertina si vede un immenso falò che brucia tutti gli album precedenti!!!
Alberto, ricordi in che occasione sei venuto a conoscenza dell’esistenza dei Death SS, anni fa?
AC Wild – Al concerto di Cava Manara, in provincia di Pavia, nel 1984 dopo la nostra esibizione si presentò Paul Chain con aria di sfida, dicendoci che eravamo pazzi a trattare tematiche demoniache, che era pericoloso. Forse era già un “pentito”, ma io sono un appassionato d’arte. Non me ne fregava niente se era un pentito o meno. Gli ho stretto la mano per complimentarmi delle sue creazioni musicali. Saranno quasi trent’anni che non lo vedo… Prima di quell’incontro avevo letto di loro su Rockerilla e A. Bosone mi aveva fatto sentire del materiale.
Steve Sylvester – Riguardo i Bulldozer me ne parlò Beppe Riva ai tempi del loro primo singolo. Poi lessi di loro nelle prime rubriche di heavy metal italiano dei tempi su Rockerilla e poi su H/M.
Appena dopo aver saputo dell’esistenza dei Bulldozer qual era la cosa di loro che ti incuriosiva di più?
Steve Sylvester – Il mantello di AC Wild!
AC Wild – Per quanto attiene i Death SS non sono il genere di persona che si incuriosisce. Mi interesso quando capisco che c’è qualche cosa di “valore”. In questo caso me ne sono accorto subito. Per esempio oggi esistono moltissimi gruppi del nord che puntano tutto sulla scenografia e siccome gran parte della musica che suonavano era per me come un calcio nei coglioni, mi è sparita del tutto la curiosità. Nei primi anni Ottanta quando Bosone o Riva segnalavano qualche gruppo interessante spesso c’era da approfondire l’argomento e le buone sorprese non mancavano.
In che occasione incontrasti Steve Sylvester per la prima volta di persona? Ricordi qualche aneddoto?
AC Wild – Alla Discomagic. Si era presentato in clergyman (vestito da prete) e se non sbaglio era venuto con un carro funebre. Ho conosciuto tanti artisti e musicisti ma Steve è un personaggio unico che va molto al di la dell’artista in costume da scena. Se conosci Venom, Slayer, Mayhem, Behemoth sei di fronte ad artisti, se conosci Steve senti che ha qualche cosa di misterioso che gli altri artisti menzionati non hanno.
Steve Sylvester – AC Wild lo incontrai negli uffici della Metalmaster/Discomagic a Milano. A dispetto dell’aspetto “truce”, Alberto si dimostrò una persona e estremamente colta ed educata con la quale era veramente piacevole parlare di musica e di tante altre cose, dall’esoterismo al business discografico. Ricordo trascorremmo un’intera mattinata a chiacchierare…
La copertina de Il Negromante del Rock, Crac Edizioni
Come descriveresti un personaggio come AC Wild?
Steve Sylvester – Intelligente e preparato.
E tu, AC, riguardo Sylvester?
AC Wild – Steve si è definito lui stesso in modo molto preciso nel libro che ha scritto per Crac Edizioni (Il negromante del Rock): un insieme di esperienze fuori dal comune. Un personaggio unico.
C’è ancora qualcosa di inventabile, secondo voi, in ambito heavy metal?
AC Wild – Certamente. Quando l’abbiamo fatto noi all’inizio non se ne è accorto nessuno. Poi alcuni altri artisti, ovviamente stranieri hanno preso ispirazione e avuto successo. Sul libro che ho scritto c’è scritto tutto per filo e per segno. Se pensassi di non proporre nulla di nuovo smetterei all’istante.
Steve Sylvester – No, come in tutti gli altri ambiti musicali. Si può però essere bravi ed originali nel saper “rimescolare” bene le carte.
Fra venti/trent’anni cosa si ricorderà, la gente, dei Death SS?
Steve Sylvester – Quelli che si vestivano da mostri e avevano le ballerine completamente nude sul palco…
E dei Bulldozer?
AC Wild – Onestamente non me ne frega nulla. Già mi è capitato, dopo essermi sentito “morto” nel ‘91, di essere stato riesumato quindici anni dopo anche da gente che non mi aveva mai incontrato. Può succedere di tutto. L’importante è creare nuove idee: quello che poi succede non importa. La gente, per ciò che mi riguarda, può fare quel cazzo che vuole.
Steve Sylvester e AC Wild in un’immagine recente
Quale la quantità di ironia, se è possibile quantificarla, all’interno della Vostra band? Intendo in percentuale…
AC Wild – Certamente di più del 50%
Steve Sylvester – 101% ma non l’ha mai capito nessuno…
Alberto, puoi anticipare qualcosa riguardo il “Celebration Show One Night Only” che terrete il prossimo 13 dicembre presso il Live Club di Trezzo sull’Adda all’interno del Rock Hard Festival V?
AC Wild – Mi hanno detto che ci sarà un prete che mi vuole dare la caccia. Ci saranno anche un paio di ospiti: uno italiano e l’altro straniero di due band dei primissimi tempi.
La copertina di Hereticus, Crac Edizioni
Prossime mosse in casa Bulldozer, prego…
AC Wild – Stiamo lavorando sul nuovo album da almeno tre anni, e ne avremo ancora per un po’. Della copertina ti ho già annunciato qualche cosa. E’ una sorta di prosecuzione del mio libro in uscita, edito da Crac Edizioni, dal titolo Hereticus. L’album fa un passo indietro nella storia citando un vecchio eretico del passato. Poi prosegue il discorso occupandosi di temi presenti e futuri.
Per quanto riguarda i Death SS, invece, Steve?
Steve Sylvester – Nell’ordine: questo Split “natalizio” con i Bulldozer, un doppio CD antologico di B-Sides e rarità (“Horror Music volume 2″) la cui prefazione interna è affidata ad un noto giornalista heavy metal, gli ultimi 2 singoli 7” in vinile tratti da “Resurrection” (“Ogre’s Lullaby” e “The Crimson Shrine”, entrambi con un B-side inedito) e un nuovo DVD.
Chiudete a piacimento, tizzoni d’inferno, grazie.
Steve Sylvester – Spero che il nostro “regalino natalizio” vi piaccia! Noi ci siamo divertiti molto a farlo e spero possa divertire anche voi!
All The Be(a)st to you all!
Steve
AC Wild – Ci vediamo il 13 Dicembre al Live di Trezzo dove si parlerà dello split e del libro e chiuderemo la serata con un breve show mirato (con ospiti).
Stefano “Steven Rich” Ricetti