Mike is back! Sul ritorno di Portnoy nei Dream Theater
Dove ci eravamo lasciati…
L’uscita di scena del vulcanico Mike Portnoy non ha lasciato indifferente la fan base dei Dream Theater nel 2010. La band aveva pubblicato l’anno precedente il buon Black Clouds and silver Linings, Portnoy aveva fatto faville con i blast beat in “A nightmare to remember” e con le seconde voci della cover di “Sheer Heart Attack” dei Queen (contenuta nel bonus disk dell’uscita) e tutto sembrava avviato verso un ritorno all’ordine nel sound targato DT, dopo i tentativi di sperimentazione non sempre riuscita degli anni zero.
La storia andò diversamente, sappiamo come, complice la collaborazione di Mike con gli Avenged Sevenfold e la sua richiesta di un periodo sabbatico dopo la morte del padre Howard.
Con il senno di poi forse possiamo dire che ci hanno guadagnato entrambe le parti, la scissione è stato un modo per ripensare il proprio futuro e al contempo far salire l’attesa di un ritorno trionfante, con inclusa regia che fu: intervento sugli official bootleg, merchandise, artwork, spese di produzione, scrittura dei testi e altro ancora.
Ricordiamo giusto il cinquantesimo compleanno di Mike festeggiato in una crociera sui generis con l’intera 12 step suite suonata dal vivo con una line up da urlo.
Sappiamo che Mike è un juke box vivente (suo padre era un dj in una radio locale), i suoi ascolti spaziano dai Beatles, a Frank Zappa, dai Led Zeppelin ai Black Sabbath, senza contare il prog. settantiano, fino ad arrivare al metalcore, al thrash, ecc… Basti pensare alle sue cover band stellari e a come ha reso casa sua una sorta di museo tributo ai grandi della musica.
Per il come-back di Mike proponiamo, quindi, un paio di playlist per rispolverare il suo apporto unico nella discografia dei newyorchesi e non dimenticare nemmeno quanto fatto con i progetti nati nell’ultimo decennio. Sicuramente il prossimo studio album dei Dream Theater solleverà un certo hype, anzi lo sta già facendo. Gli auguriamo un felice rientro in scena con Petrucci & Co, mentre Mike Mangini ha pronto l’album solista Invisible Signs in uscita il prossimo 11 novembre…
Mike e i Dream Theater
L’apporto di Portnoy nella discografia dei DT è corposo, specie dopo l’addio di Kevin Moore nel 1994. Se in Awake troviamo a sua firma solo “The Mirror”, va ricordato che i testi di quella che resta la migliore suite dei DT, ossia “A change of Sesons”, sono di suo pugno; in Falling Into Infinity firma tre pezzi, tra cui la sottovalutata “Just let me breathe”. Scenes from a memory è il disco della svolta, diventa produttore insieme a John Petrucci e scrive le liriche di tre perle come “Strange déjà-vu”, “Home” e “Finally free”; poi nel 2002 è la volta della 12 step suite, che ha come incipit la granitica “The glass prison” (ma Mike regala anche i testi della toccante “Goodnight kiss” nel sesto full length in studio). E che dire della memorabile rullata d’avvio di “Honor thy father”, in Train of thought, uno dei brani più metal dei nostri? Negli ultimi dischi prima della rottura ricordiamo “Full Circle”, la pazza sezione in stream of consciousness di Octavarium (tentativo di emulare i Genesis di Supper’s ready) e l’amarcord privato “The best of times”, con un assolo memorabile di John Petrucci.
Non mancano anche i passi falsi, ad esempio l’anodina “Repentance” oppure il singolo mai convincente di Systematic Chaos, “Constant Motion”. Per chi scrive il suo apice resta quello dei tempi di SFAM, con i fuochi d’artificio del finale di “Finally free”… Insomma, prendere o lasciare, Mike e il suo stile alle pelli ormai è più che consolidato, resta potente e variegato ma non è più al passo con i tempi sempre più pazzi del nuovo millennio. A voi l’ascolto!
Canzoni con liriche scritte da Mike: A change of seasons, the mirror, new millenium, burning my soul, Just let me breathe, Strange déjà-vu, Home, Finally free, The glass prison, War inside my head, The test that stumped them all, Goodnight kiss, This dying soul, Honor thy father, The root of all evil, Never Enough, Full circle, Constant Motion, Repentance, The best of times, The shattered fortress
PLAYLIST
Cosa ha creato nel frattempo (anni 2010-2023)
Mike da vero stakanovista ha collaborato in diversi progetti nel periodo post-Dream Theater. Anzitutto ha continuato a suonare nei Transatlantic e con Neal Morse, restando fedele alla sua anima progressive e confermando un sodalizio pluridecennale. Sul versante rock non va sottovalutato il power trio The winery dogs, nato dall’amicizia con Billy Sheehan e Richie Kotzen; su quello thrash il supergruppo Metal Allegiance che vede in line-up niente meno che David Ellefson e Alex Skolnick, ma anche gli Adrenaline Mob con Russell Allen al microfono (Mike suona solo nel disco di debutto). Con i Flying colors ha regalato tre buoni album scanzonati (Steve Morse alla chitarra è una garanzia), ma ha anche creato con Derek Sherinian (altro ex DT) l’all star band Sons of Apollo (che lui avrebbe voluto chiamare Apollo Creed!) e regalato il terzo capitolo dei Liquid Tension Experiment, senza contare la sua presenza come batterista nel secondo e grandioso album solista di John Petrucci. Ha pure suonato live con i Bigelf e i Twisted Sister, si è tolto diverse soddisfazioni…
Durante il covid ha registrato in casa cover dei Ramones; ha coinvolto i figli in alcune uscite, ad esempio i Tiles di Pretending to run, oppure l’album di cover con Neal Morse.
È stato presente, infine, a un paio di concerti dei DT mesi fa, ormai era prevedibile la reunion. Alcuni ipotizzavano un periodo con due batteristi in line-up ma non avrebbe avuto molto senso. Siamo tutti in attesa di vedere come sarà il suo reinserimento nella band madre e di vederlo di nuovo con stage con il suo dinamismo guascone.
PLAYLIST