Recensione libro: Abort, Pezzi di Vetro, Schizzi di Sangue
Abort
Pezzi di Vetro, Schizzi di Sangue
288 pagine
23 Euro
Luca “Abort” Bortolusso, musicista, cantante, writer, fotografo, disegnatore, nichilista, agitatore della scena Hardcore e Punk nazionale, con solide basi nella sua amata e odiata Torino. Multilook, componente vulcanico di band quali Nerorgasmo, Blue Vomit, Ifix Tcen Tcen, Nazifuckers e Cani Putridi ma anche tanto altro. Controcorrente, puntuto, spigoloso e provocatore, probabilmente e molto più semplicemente un sognatore in perenne lotta contro il sistema e la società finto perbenista italiana degli anni Ottanta e Novanta. Non che le cose siano poi cambiate granché, anzi…
“Abort” se n’è andato da questa valle di lacrime a soli trentasei anni in un giorno di settembre del 2000, quando venne rinvenuto in Via Ozanam 10, a causa di un’overdose da eroina. Riposa presso il Cimitero Monumentale di Torino, lo stesso in cui fu immortalato, assieme ai compagni Simone “Fast” Cinotto ed Enrico “Kriminal” Falulera, nella cover del primo EP dei Nerorgasmo, nel 1985. Copertina riportata, insieme con altre centinaia di immagini, all’interno di Pezzi di Vetro, Schizzi di Sangue, libro pubblicato dalla F.O.A.D. Records da qualche mese e oggetto della recensione.
288 pagine figlie di un lavoro di ricerca e minuziosa selezione durato una decina di anni, attraverso le quali viene presentato l’universo legato a Luca sia dal punto di vista grafico (nettamente prevalente) che letterario. Disegni, quadri, bozze, foto, scarabocchi, appunti, graffiti, tavole, copertine di dischi, volantini, flyer, discografie e molti altri ricordi legati alla sua persona, raccolti grazie al benestare della Signora Ines, sua mamma. Prefazione a cura di Lele Roma, postfazione di Giulio “The Bastard” Baldizzone. Progetto ideato e realizzato da Marco Garripoli e Giulio Baldizzone, impaginazione e layout a cura di Mauro Berchi.
Dentro Pezzi di Vetro, Schizzi di Sangue c’è un po’ di tutto, si passa dal Punk piacevolmente impegnato con di fronte una gentil donzella inginocchiata intenta a lavorarselo, a dei disegni molto meno curati, poi teste di caprone seguite da scene di violenza metropolitana praticata da soggetti agghindati nelle tipiche divise degli ultras anni Ottanta, ritratti di donne bellissime e vecchie megere, svariate foto di Luca in concerto e nella vita privata, zombi, mostriciattoli vari, chitarre e molte altre particolarità in grado di fornire un’idea dell’immaginario, talvolta perverso, in cui Bortolusso trovava rifugio.
“Abort”, uno splendido “loser”, un perdente come ce ne sono stati tanti, all’interno del panorama della musica dura nazionale, sia essa Punk piuttosto che Hardcore o Heavy Metal, in questi casi le differenze stanno a zero, questioni di lana caprina. A Londra o a Los Angeles ma molto probabilmente anche in Norvegia e in Svezia Luca alloggerebbe nella Hall Of Fame, come scritto da Lele Roma. Da noi no. Permane uno dei tanti “sballoni” che se n’è andato, per il 99% della popolazione di questo Paese, non senza quell’insana punta di disprezzo (a essere buoni…) nel momento in cui si apprende la notizia dai giornali. Ma per l’1% restante “Abort” rimarrà un personaggio imprescindibile, uno del quale non ci si scorderà mai, uno che ha lasciato il segno, con le canzoni e il comportamento, a proprio modo, con i tanti suoi pregi e i tanti suoi difetti. Pezzi di Vetro, Schizzi di Sangue è la modalità tangibile per dar forma a un ricordo imperituro della sua persona.
Luca “Abort” Bortolusso
Torino, 26 aprile 1964 – Torino, 8 settembre 2000
Stefano “Steven Rich” Ricetti