Black

Recensione libro: Aborym Cultura del Chaos

Di Stefano Ricetti - 6 Novembre 2024 - 12:16
Recensione libro: Aborym Cultura del Chaos

ABORYM

CULTURA DEL CHAOS

di Mariano Fontaine

330 pagine

Formato: 16×23

ISBN: 978-88-94859-82-9

24 Euro

Tsunami Edizioni

 

 

Questo libro può piacere anche a chi non frega nulla degli Aborym.

O quasi.

L’unico prerequisito per apprezzarlo è essere un ascoltatore e un fan della musica dura, non per forza solamente dell’heavy metal e derivati.

Aborym Cultura del Chaos racchiude una storia italiana, quella di un ragazzo come tanti aggrappato ai propri sogni che fa di tutto per poterli raggiungere partendo da Taranto, la città dei due mari dove L’Ilva/Italsider era la soluzione occupazionale ma anche la condanna di intere generazioni.

Uno che non s’è fatto mancare nulla, sia in positivo che in negativo e che ha vuotato il sacco senza remora alcuna di fronte a Mariano Fontaine, già apprezzato autore de Il Giorno che non arriva mai nonché finissimo narratore di storie di vita vissuta.

Gli inizi, come per la stragrande maggioranza degli appassionati dell’ala più estrema del firmamento rock sono punteggiati dai tipici scambi di musicassette fra compagni di scuola, che portano brevemente al giro del tape trading e alla ricerca ossessiva di qualsivoglia informazione sulle band di riferimento attraverso le riviste specializzate esistenti. Anche per Fabrizio Giannese, il protagonista del tomo griffato Tsunami Edizioni, è andata così: da Saxon, Iron Maiden e Death SS è presto approdato all’estremo, prevalentemente di stampo Black/Thrash. Il passo successivo è stato imbracciare uno strumento, cosa puntualmente fatta e appena dopo formare una band. Cover per partire e poi musica propria. Non manca però il tempo e l’entusiasmo per allestire anche una fanzine cartacea in regime di autogestione.

Primi concerti, sala prove ma anche le dolorose scoperte di come non sia tutto magico quello che gira attorno alla musica e che dietro a qualsisia situazione si celano delle persone. Quindi litigate, tradimenti, donne contese e inevitabili cambi di line-up.

A un certo punto, però si arriva a quello che diviene un bivio esistenziale: rimanere nella propria comfort zone, fatta di affetti, certezze e risultati scolastici da porre a frutto o mettersi per davvero in gioco.

Giannese non ha dubbi: la nuova meta è Roma, o meglio, una topaia condivisa con altri soggetti nella periferia più bieca dell’Urbe. Non è tutto rose e fiori, anzi, là comincia lo sballo costituito da alcool e droghe, i soldi sono sempre pochini e le delusioni così come le porte sbattute in faccia si susseguono sino a che si riesce a stringere amicizia con le persone giuste e si svolta.

Il rapporto col gentil sesso è sempre stato problematico ma non costituisce un problema, semmai una certezza e gli orizzonti si aprono nel momento in cui diviene redattore della rivista Metal Shock per poi approdare a Grind Zone.

Di colpo si dischiude un mondo, sino a quel momento solamente immaginato: le star o presunte tali che si ammiravano da lontano sulle riviste divengono prima contatti e poi frequentazioni reali nel momento in cui si possono intervistare ai vari festival europei. Nasce la volontà irrefrenabile di dare un contorno di professionalità al proprio progetto principale condiviso con Yorga, Sethlans e Nysrok: Aborym, tanto da riuscire a coinvolgere al proprio interno, nel tempo, gente di spessore del livello di Attila Cshiar (Mayhem),  Faust (Emperor), Nattefrost (Carpathian Forest), Prime Evil (Mysticum), Sin Quirin (Ministry), Karyn Crisis.

Vi è poi tutto il corollario di storie, storielle e storiacce legato alla permanenza a Roma di tali personaggi e a quell’accozzaglia di umanità varia che mantiene vivo – eufemismo – l’appartamento di Giannese e alimenta di continuo nottate folli. Gli Aborym nel frattempo avanzano inesorabilmente nella scala dei valori dell’estremo disco dopo disco – il libro, ovviamente, ne ricomprende le recensioni –  arrivando a calcare palchi di prestigio in tutta Europa. Situazione che però non li vedrà mai riuscire a scollarsi le scorie di quelle dichiarazioni deliranti post adolescenziali che hanno accompagnato le loro prime interviste sulle stesse riviste che solo un mese prima leggevano avidamente da semplici fruitori. Autentica manna per i loro detrattori, ma è il destino dei complessi divisivi, come ben sa il loro leader.

Ovviamente le vicende di Giannese non finiscono qua, il libro ne disegna abilmente l’intera traiettoria di vita insieme con quella del gruppo sino al 2023, con una tracimazione sino al 3 giugno 2024, giornata nella quale muore per infarto Simone “Yorga” Amicucci, compagno di mille battaglie.

Molte cose, belle e brutte ancora accadranno, così da arrivare a tratteggiare le fenomenologia di un’esistenza per molti condotta in modo discutibile ma senza dubbio alimentata da una passione per la musica infinita. Quella stessa passione tanto capace di illuminare i ricordi piacevoli quanto di incidere nel profondo della carne i momenti negativi.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti