Recensione libro (Back in the Metal Days di Isa Brutal)
BACK IN THE METAL DAYS
ISA BRUTAL
88 pagine
2014
10 Euro
Chi, fra noi appassionati, non ha sognato, almeno una volta nella vita, di impersonare uno di quelli per i quali si spendono dei soldi e vengono ammirati dalle folle? Isabella Fronzoni, meglio conosciuta nel giro dell’HM come Isa Brutal, per un periodo della propria esistenza c’è riuscita in pieno, nell’Europa degli irripetibili anni Ottanta. Back in the Metal Days è il libro che raccoglie la Sua esperienza, narrando le vicende di una chitarrista che un bel giorno risponde a un annuncio e magicamente viene chiamata in quel di Londra dal manager di una band di musica dura tutta al femminile. La Nostra lascia l’effervescente Milano e si incammina lungo un’avvincente avventura non priva di insidie e delusioni, così come di grandi soddisazioni e occasioni di crescita a livello personale.
L’ampia letteratura metallica di questi ultimi lustri ha già ampiamente messo a nudo la “dura” vita della rockstar tutta lustrini, donne disponibili e vetture veloci facente parte dell’immaginario collettivo sostituendola con quella più probabile fatta di incertezze, fame e freddo patiti, mancati introiti e porte sbattute in faccia a profusione. Le luci effimere del successo, insomma, quelle che abbracciano la maggior parte dei Nostri eroi del Metallo, invincibili per un’ora e mezza sulle assi di un palco e mezzora dopo a combattere con le spese per l’affitto di casa, il proprietario del locale per farsi pagare il pattuito prima di caricare la strumentazione all’interno dello stesso furgone segnato dalle mille battaglie nelle guerra dei watt. Il tutto, ovviamente, al netto di quelle big band che ce l’hanno fatta per davvero, che oggi si trovano cinque minuti prima di salire sul palco e che sono circondate più da legali che da roadie…
Isabella Fronzoni racconta di un po’ tutto questo, con una semplicità a volte disarmante, totalmente scevra di quell’epica ampollosa che spessissimo accompagna le cronache sulle vie dell’Acciaio fatto musica. L’autrice non si fa alcun problema nello svelare i propri sentimenti lungo il corso del racconto, così come bacchetta senza paura personaggi noti e meno noti dell’ambiente, fra i quali si annidano dei palloni gonfiati da gara. Non che la cosa non si sapesse, sia chiaro, ma Isa ha il coraggio di metterlo per iscritto, andando a scoperchiare situazioni scabrose legate a molestie sessuali e affini.
Di tutti i libri legati all’heavy metal che mi sono letto negli anni Back in The Metal Days risulta essere quello che più si avvicina alle aspettative di un teenager con un sogno metallico a forma di Flying V nel cassetto. Il linguaggio utilizzato da Isabella è anch’esso in linea con l’obiettivo principale di tutto il lavoro: raccontare con la penna, gli occhi e il cuore di una ragazza appena diciottenne i propri passi all’interno delle pieghe, spesso assai infingarde, del music business.
Rock on!
Stefano “Steven Rich” Ricetti