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Recensione libro: Belzebubs Vol. 2 – No rest for the wicked

Di Davide Sciaky - 10 Gennaio 2025 - 16:18
Recensione libro: Belzebubs Vol. 2 – No rest for the wicked

Belzebubs Vol. 2
No rest for the wicked

di JP Ahonen

2024

Edizioni BD

 

A cinque anni dal primo volume, torna “la più estrema band metal della storia” (così li presenta la casa editrice), i Belzebubs.
Per chi non li conoscesse, i Belzebubs altro non sono che la band fittizia protagonista delle strisce di JP Ahonen, fumettista finlandese che ha portato più volte la sua passione per il Metal nei suoi fumetti. L’aveva già fatto con “Perkeros” (qui la nostra recensione), ma è proprio con Belzebubs che ha trovato il riconoscimento mondiale partendo da un successo virale su internet, tradotto poi su diversi altri media, partendo proprio dalla buon vecchia carta stampata.
Così, come dicevamo, cinque anni dopo la prima pubblicazione in italiano, la Edizioni BD ha pubblicato il secondo volume intitolato “No rest for the wicked”.

Chi non ha letto il primo volume, o non ha familiarità con i personaggi e le storie diffuse su internet, non abbia timore: il volume infatti non racconta un’unica, elaborata storia, ma è semmai una raccolta di strisce tendenzialmente autoconclusive.
Bastano quindi poche pagine per imparare a conoscere i Belzebubs, il loro frontman Sloth e la sua famiglia super brutal. La forza di questo fumetto è subito evidente, ed è la sua universalità. Come ci ha raccontato recentemente JP Ahonen stesso, il fumetto racconta momenti di vita di tutti i giorni, situazioni e problemi che tutti noi possiamo incontrare, usando il satanismo e il Black Metal come allegorie di una qualunque minoranza di cui il lettore possa far parte. Nel fumetto incontriamo quindi situazioni come il ragazzo espulso da scuola… per aver decapitato una capra in un rito satanico. Il nostro protagonista che si sente inadeguato e che prova la sindrome dell’impostore… perché non riesce a scrivere riff abbastanza originali. Sempre Sloth che, in attesa di trovare il successo con i Belzebubs, decide di iniziare un altro lavoro… e finisce ad insegnare ai bambini a farsi il facepainting. Le situazioni raccontante sono tante, tutte di facile immedesimazione e sempre divertenti, anche se qualche riferimento chiaramente non sarà alla portata di tutti: possiamo immaginare facilmente una persona non vicina al Metal che si chiede perché la ragazza con la maglia degli Yes si difenda dicendo che la indossa ironicamente. Chi conosce invece la figura del Blackster intrasigente invece non potrà fare a meno di soggignare davanti a tante scene simili.
Chiaramente il punto di forza e forte segno identificativo di Belzebubs è l’elemento Metal (anzi Black Metal) che pervade tutte le storie e, se chi non conosce bene il nostro mondo potrà trovare curiose e un po’ strane certe citazioni, il metallaro non potrà che rimanere conquistato dai continui riferimenti a gruppi Metal, satanismo e riti assortiti, invocazioni a Cthulhu e chi più ne ha più ne metta.
Anche lo stile delle illustrazioni è molto gradevole, semplice e non troppo elaborato, ma allo stesso con una propria personalità ben definita e consistente in tutte le storie dei Belzebubs.
Certo, lo spirito è quello di un fumetto tendenzialmente leggero, e quindi tutto l’aspetto Black Metal è usato in chiave ironica, qualcosa che potrebbe urtare i blackster più oltranzisti. Se però, come ci ha raccontato l’autore, tanti musicisti Black Metal (e non solo) hanno apprezzato Belzebubs forse ogni tanto ci si può togliere la maschera di blackster senza compromessi e godersi il prodotto della mente e della penna di JP Ahonen.

In conclusione troviamo poi una postfazione scritta nientemeno che da Mikael Åkerfeldt, leader degli Opeth, che sottolinea come la prima volta che ha incontrato i fumetti di Ahonen sia rimasto colpito tanto dalle illustrazioni, quanto dalle storie in cui lui stesso si è più volte immedesimato.
Insomma, “Belzebubs Vol. 2 – No rest for the wicked” continua a seguire le avventure e disavventure dei nostri metallari dei fumetti preferiti in storie che possono essere godute veramente da tutti, ma che per chi conosce il Metal e dintorni possono regalare anche qualcosa in più.