Recensione libro: Benvenuti all’Inferno! – Storia delle origini del Black Metal
Benvenuti all’Inferno! – Storia delle origini del Black Metal
Autore: Flavio Adducci
Collana: Voices
Formato: 14,8×21
Pagine: 416
Anno: 2020
ISBN: 9791280133090
€15,30
Nel 2021 la situazione afferente la letteratura dedicata al Metallo in tutte le sue forme in lingua madre è molto diversa da dieci anni fa, tanto per stabilire un momento preciso. Oggi molti degli argomenti sono stati già ampiamente trattati, spesso su più testate, da punti di vista differenti, siano esse native italiane piuttosto che traduzioni di opere provenienti dall’estero.
In questo contesto si incastra perfettamente anche il discettare di Black Metal. Che cosa, quindi, può generare differenza rispetto ad altre uscite precedenti che onestamente avevano vivisezionato il genere con piglio e perizia?
Risposta: l’approccio.
Flavio Adducci, autore di Benvenuti All’Inferno!, Storia Delle Origini Del Black Metal, libro uscito sul finire del 2020 per la casa editrice Officina Di Hank, ha utilizzato una metodologia di criterio fresca. Con il tipico entusiasmo che anima chi si pone alla scrittura di cose che piacciono prima di tutto a sé stessi Adducci s’è posto in modalità rigorosissima nei confronti della materia dal punto di vista dei fatti ma senza che questo lenisse la propensione a fornire spunti personali, qualche licenza poetica tirata un po’ per i capelli che comunque aiuta a stemperare la tensione e soprattutto la giusta leggerezza nella trattazione, che sottintende mantenimento del focus ma senza esagerare nella tregenda.
Grazie a questa peculiarità, che fornisce anche quel piacevole taglio che profuma di romanzesco, Benvenuti All’Inferno! scorre via che è un piacere sino al termine delle proprie 416 pagine.
Il Black Metal viene esplicitato in tutte le sue forme e, come recita la seconda parte del titolo del libro, Storia Delle Origini Del Black Metal, l’attenzione è stata posta principalmente sulla genesi, peraltro molto variegata e trasversale, di questo genere di heavy metal duro, feroce e sanguinario, che ebbe il proprio momento di maggior splendore nei primi anni Novanta, sebbene continui a mietere proseliti a tutt’oggi.
L’autore scava a fondo, andando a ritrovare le nere radici primigenie del male che affondano addirittura nei primi anni del secolo scorso, poi nel dopoguerra, quando misconosciuti gruppi di rock occulto guidati da improbabili personaggi diedero il via a quella che qualche anno dopo sarebbe divenuta una fra le rivoluzioni più possenti che l’heavy metal nella sua accezione più classica e militante avrebbe subito, con morti ammazzati e chiese date alla fiamme. Sintomatologico ritrovare band quali Iron Maiden (NON QUEGLI IRON MAIDEN!!!) ma coloro i quali presero forma a Basildon nel ’66 insieme con i mancuniani Wolfbane, a testimoniare il fine lavoro di riscoperta archeologica portato avanti da Adducci, che stana pure i Poison (NON I GLAMSTER USA), teteschi di Cermania da Ulm.
Tornando agli albori, si passa da Robert Johnson, mancato nel ’38, a Jay Hawkins e ad Arthur Brown con i suoi The Crazy World, per poi entrare negli ambiti torbidi creati dai più conosciuti Coven, Black Widow sino a Black Sabbath, Motorhead e Venom e da lì sempre più su e ancora oltre. La fenomenologia Black Metal, o per meglio precisare, del proto-black metal, oltre che nella ovvia e scontata penisola Scandinava, viene analizzata in tutte le sue ramificazioni europee, per poi passare all’America Latina, Usa, Israele, Giappone, Canada, Singapore, Grecia, Russia e dintorni. Interessante anche l’excursus in terra italiana, al netto di qualche refuso di troppo, con il torreggiante conoide d’ombra dei Death SS a indicare la via come ben spiegato negli interventi raccolti ad hoc per il libro da parte di Schizo e Necrodeath.
Benvenuti All’Inferno! è viaggio avvincente, ben confezionato e di piacevole fruizione. Peccato registrare un patrimonio grafico un poco scarso a supporto dello scritto, in termini fotografici, ma è lo scotto da pagare in situazioni nelle quali non si posseggono i diritti delle varie immagini che si vorrebbero, ma non si possono, collocare a corredo.
Prefazione a cura di Francesco “Raven” Gallina, una sicurezza nel mantenimento e nella promulgazione del patrimonio storico metallaro nazionale.
Stefano “Steven Rich” Ricetti