Recensione libro: Black Metal Compendium Volume I (Scandinavia e Terre del Nord)
Black Metal Compendium
Volume 1
Scandinavia e Terre del Nord
di Lorenzo Ottolenghi e Simone Vavalà
I Tifoni 11
198 pagine – copertine a colori – 15×21
ISBN 978-88-96131-97-8
€18.00
Compendio: Riassunto, esposizione sommaria, sintesi, limitandosi ai fatti o argomenti di maggiore importanza. Potrebbe addirittura risultare fuorviante il titolo assegnato all’ultimo nato di Tsunami Edizioni a firma Vavalà/Ottolenghi dopo esserselo letto. Black Metal Compendium, Scandinavia e Terre del Nord è il primo dei volumi di una trilogia che, come scritto sul sito ufficiale della casa editrice milanese, punta a offrire una panoramica della scena Black Metal di tutto il mondo, estrapolandone gli album più validi e rappresentativi per essere allo stesso tempo una guida all’ascolto sia per il fan appassionato sia per il neofita desideroso di avvicinarsi al genere. Trattare esaustivamente l’universo legato alla musica estrema dalla pigmentazione nera è impresa impossibile per chiunque. Già esiste, al di là dei vari “Migliori dischi” e prodotti affini, una vasta letteratura legata al Black Metal e il fatto che gli autori abbiano voluto battezzare – ops! – la loro prima fatica libraria semplicemente come “Compendium” depone senza dubbio a favore dei due. Grandi conoscitori del genere, dalla loro i nostri hanno anche l’età, per la quale hanno potuto vivere in tempo reale, col furore della piena gioventù, seppure a diversa latitudine, le varie vicende legate al Metallo Nero. Particolare da non sottovalutare, questo, dal momento che negli gli scaffali delle librerie a tema musicale vi sono “opere” scritte e concepite per il solo “sentito dire”, il copia/incolla da altri e via di questo passo. La propria marcia in più Vavalà e Ottolenghi la innestano nel momento in cui declinano con perizia le differenze fra le varie uscite in termini di grafica negli anni, gli aneddoti e i retroscena provati dietro a ogni disco trattato. La ricerca delle prime edizioni dei vari album in questi casi è fondamentale: il sapore, il profumo, il materiale di realizzazione e nello specifico la carica misantropica di qualsiasi ristampa successiva non potrà mai avvicinarsi all’uscita primigenia. La differenza la demarca anche il monte ore di ascolto e la qualità con la quale ci si approccia a un album di musica dura, altrimenti non sarebbe possibile cogliere certe finezze ma soprattutto fornire termini di paragone credibili con altre band. Di tutto questo è pregno Black Metal Compendium, Scandinavia e Terre del Nord, Volume 1 che, oltre a godere di una copertina molto ammiccante realizzata da Marco Castagnetto, all’interno delle 198 pagine riporta a colori le copertine di tutti i dischi presi in considerazione.
Per scelta unilaterale della coppia di autori, è stato deciso di, come scritto nella presentazione, gettare uno sguardo approfondito sugli album del Black Metal scandinavo e nord-europeo a partire dalla cosiddetta “second wave” (datandone l’inizio discografico nel 1992 con A Blaze In The Northern Sky dei Darkthrone), tracciando un profilo di quella che può senza ombra di dubbio essere definita l’ultima vera rivoluzione musicale e contro-culturale del secolo scorso.
Quindi nessun excursus di approfondimento sulle gesta eroiche dei fondatori del genere: Venom, Bathory, Celtic Frost e Mercyful Fate, che vengono comunque trattati parzialmente a inizio e fine libro anche per spiegare i motivi della scelta di partire dal ’92 e di escluderli dalla narrazione. L’incipit è quindi rappresentato dal movimento creatosi in Norvegia nei primi anni Novanta. Sulla spinta di alcune figure cardine della scena metal locale, e forti di un punto di ritrovo come il negozio di dischi Helvete di Oslo, alcuni giovani personaggi iniziano a estremizzare ulteriormente sia le sonorità dei propri progetti musicali, che le loro azioni, spingendole oltre ogni limite consentito. E così, tra chiese date alle fiamme, omicidi, suicidi, ritmiche portate al parossismo, riff di chitarra freddi e ipnotici, e voci da demoni evocati da strani rituali, il black metal arriva a imporsi di prepotenza sul panorama metal, convertendo e ibridando prima il nord dell’Europa, e poi il resto del pianeta.
Il viaggio attraverso le cupe e affascinanti foreste nordeuropee è scandito dall’analisi dei dischi ritenuti fondamentali dai due autori, quelli in grado di alimentare il racconto mantenendo sempre il “tiro” giusto, limitando al minimo i cali fisiologici e quindi andando a prendere in considerazione tanto i lavori fondamentali del genere quanto le perle misconosciute e i nuovi classici dell’era moderna. Accanto agli obbligatori Immortal, Satyricon e Carpathian Forest trovano spazio anche band considerate “minori” ma fondamentali nell’economia del progresso della specie metallica nera. Le recensioni sono particolarmente approfondite e vissute, redatte con competenza, per questo il titolo “Compedium” potrebbe suonare addirittura limitativo per un volume di tale portata. “Essere sul pezzo” significa anche osare qualcosa in più, ecco quindi che i Mayhem vengono definiti i Sex Pistols del Black Metal, i Darkthrone si associano ai Clash mentre Burzum incarna i PIL. Dichiarazioni ampiamente motivate, lungo le pagine del volume, che non “risparmia” nemmeno Manowar e Manilla Road in altra digressione.
Se un libro possiede la forza di suscitare il sacro – ops! – gusto dell’attesa per la pagina successiva e il guizzo di farti alzare dalla comoda poltrona, mollare il Jack Daniel’s e andarti a risentire un album di quelli riposti con cura nella rastrelliera sfilandoli dalla busta trasparente protettiva dopo averne appena letta la recensione, beh, vuol dire che ha assolto il proprio compito…
Il secondo volume di Black Metal Compendium, Europa e Regno Unito, è previsto per ottobre 2017.
Stefano “Steven Rich” Ricetti