Recensione libro: Black Metal – Evolution Of The Cult
Black Metal – Evolution Of The Cult
di Dayal Patterson
Edizioni Feral House
Pagine 488
$27.95
Internet ha stravolto le nostre vite e per coloro che sono nati in tempi più recenti di chi ha già qualche capello bianco sulla testa, questo cambiamento non potrà mai essere compreso fino in fondo. Il web ha portato con sé una marea di agevolazioni, le quali si sono ripercosse sulla vita lavorativa di ogni singolo individuo, ma anche su quella concernente il divertimento e il virtuale azzeramento delle distanze, un po’ come a suo tempo – seppur con le dovute differenze – è stato l’arrivo delle automobili, in un mondo dove a calcare le strade erano soltanto carrozze trainate da cavalli e anche quello che oggi ci sembra il più semplice spostamento, era un vero e proprio viaggio.
Questo particolare prologo funge da trampolino per i due aspetti che vorrei trattare, in primis il libro intitolato senza troppi fronzoli “Black Metal – Evolution Of The Cult”curato e scritto da Dayal Patterson, ormai un’autorità indiscussa in ambito black metal, il secondo per sottolineare quanto sia importante conoscere la storia di ogni cosa, al fine di riuscire realmente a capirne il significato. Il black metal non va infatti visto come un semplice genere di metal estremo, poiché in esso racchiude e incarna una linea di pensiero, una filosofia di vita, una vera e propria religione che è stata in grado di insinuarsi nella mente di pochi, per poi essere inconsapevolmente servita al mondo, sino ad esplodere in uno dei generi più prolifici e privi di barriere degli ultimi decenni. Ecco perché lo spesso tomo del preparatissimo giornalista non va affatto visto come un seguito all’ormai noto “Lords of Chaos”, edito dalla medesima Feral House, bensì rappresenta una piccola enciclopedia fondamentale per chiunque voglia avvicinarsi al genere, ma altrettanto ricca di aneddoti – molto spesso raccontati in prima persona dai diretti interessati – che dipingono un quadro preciso dei personaggi che hanno anticipato il genere (Venom, Mercyful Fate), quelli che l’hanno forgiato (Bathory, Hellhammer, ecc) e quelli che (Mayhem, Darkthrone, Burzum, Emperor, ecc) hanno avuto il merito di delineare definitivamente quegli stilemi che sono sopravvissuti alla prova del tempo e che ancora oggi vantano una ben più che fitta armata di seguaci dediti a quel sound tipicamente selvaggio, volutamente underground e che non ha nessuna intenzione di scendere ad alcun tipo di compromesso.
Leggere questo libro – al momento non disponibile in lingua italiana – è come affrontare un viaggio nell’inferno scaturito (prevalentemente) nelle fredde terre scandinave che hanno permesso a questo movimento di prendere forma e proliferare, quando ancora l’unico modo per comunicare con gli altri era il celebre scambio di musicassette a mezzo posta ordinaria. Si passa quindi da quei precursori che spingendo il proprio sound, il proprio look e i propri testi verso l’abisso, hanno quasi inconsapevolmente fatto scoccare la scintilla in coloro che hanno avuto il merito di andare oltre e varcare quella soglia. Appellato come metal maledetto, il black metal è sopravvissuto al nichilismo dei propri padri, a chiese in fiamme, suicidi, assassini e a quel desiderio di restare qualcosa per pochi, alle volte soltanto per chi produceva tale musica. Un Inner Circle (o Black Circle) che è invece divenuto sempre più grande, proprio a causa dell’eco delle vicissitudini che lo hanno accompagnato e che nonostante tutto è riuscito a sopravvivere, vedendo anche gruppi come Cradle Of Filth e Dimmu Borgir firmare per una major label, una situazione tutt’oggi controversa nell’ambiente e che non fa altro che dimostrare come il black non sia un semplice sottogenere musicale, ma un vero e proprio stile di vita.
Dayal Patterson ricrea uno spaccato dettagliato e lo arricchisce con testimonianze che permettono di capire ogni singolo passaggio che ha portato ai radicali cambiamenti nel genere, attraversando la nascita di derivazioni più sinfoniche, piuttosto che industrial, o atmosferiche. C’è tutto quello che avreste voluto sapere, in maniera cronologicamente ordinata e con un ritmo incalzante come quello di un misterioso racconto dell’orrore. C’è un’analisi oggettiva dei fatti, non si parla dei dischi in quanto prodotti musicali – mere recensioni sarebbero state fuori luogo e devianti per il discorso principale – ma in quanto capitoli della vita delle band e degli artisti tormentati nella ricerca di barriere sempre più estreme e spesso autodistruttive da oltrepassare. Forse è proprio questo l’aspetto che conferma quanto il black metal non sia un genere adatto a tutti e non rappresenti soltanto un tipo di musica. Con i suoi schemi e i suoi cliché, senza neppure pianificarlo è cresciuto in maniera esponenziale diventando la casa ideale per anime tormentate che scrivono la musica più sincera che possa esistere. Evolution Of The Cult è una lettura che consiglio caldamente ad ogni appassionato del genere e non soltanto, una indispensabile raccolta di testimonianze per potersi poi immergere nel genere, cogliendone il vero significato e non limitandosi all’aspetto esteriore di una musica che nella stragrande maggioranza dei casi mantiene intatto il legame con le sue radici.