Hard Rock

Recensione libro: Bolan Boogie – La vita e la musica di Marc Bolan e dei T. Rex

Di Stefano Ricetti - 7 Luglio 2015 - 12:30
Recensione libro: Bolan Boogie – La vita e la musica di Marc Bolan e dei T. Rex

BOLAN BOOGIE

Paul Roland

La vita e la musica di Marc Bolan e dei T. Rex

 

I Cicloni 20

256 pagine + 16 a colori – 16×23

ISBN 978-88-96131-74-9

20,00 Euro

Tsunami Edizioni

 

 

Leggersi il libro di Paul Roland su Marc Bolan e i suoi Tyrannosaurus Rex, oltre a rivisitare le vicissitudini di una fra le più grandi star del rock equivale anche a fare un excursus all’interno della storia della musica, anno dopo anno, passando dai Mod con le Vespe superaccessoriate agli scanzonati Hippy sino a scoprire le pulsioni cromatiche legate all’esplosione del proto-Glam. 

Marc Bolan costituisce tuttora per molti appassionati la più grande rockstar che abbia attraversato lo scibile della musica dura e nel novero di questa corrente di pensiero probabilmente ci finisce anche Mr Black Widow Records Massimo Gasperini, autore della prefazione del libro nonché autentico dannato legato a tripla mandata con l’epopea legata all’artista britannico.   

Per capire la statura di un personaggio come Bolan basti citare una fra le frasi che lo hanno accompagnato in carriera, proferita nientepopodimeno che da David Bowie in persona: Non ho mai avuto rivali, a eccezione di Marc Bolan. Ho lottato come un pazzo per riuscire a batterlo“.  Bolan Boogie è libro dall’impianto semplice ma ficcante, sapientemente tradotto e adattato alla lingua italiana da Alba Bariffi, più di duecentocinquanta pagine che badano al sodo e che riescono nell’impresa di fotografare le miserie alle quali ha dovuto sottostare Mark Feld prima di divenire Marc Bolan. Con un po’ di impegno e fantasia, magari mentre ci si spara Electric Warrior del ’71 durante la lettura, è possibile idealizzare l’odore delle cantine dell’Inghilterra di quel periodo post Beatlesiano, particolarmente frizzante dal punto di vista artistico. Il volume simpaticamente regala alcune perle, sebbene inconsapevolmente: fa sorridere, ad esempio, assistere alla storpiatura dei nomi dei gruppi sui manifesti ufficiali di alcuni concerti, sfatando il luogo comune che porta a pensare molti che certe cose potessero accadere solo qui da noi, a livello di flyer, locandine, titoli di pezzi, packaging di dischi. Un paio di chicche, in questo senso: “Marc Bollam” e “Tyrannosauras Rex”… 

Il lavoro griffato Tsunami Edizioni è foriero altresì di particolari di vita agghiaccianti, nonostante si fosse “solo” a metà anni Sessanta, raccontati da Marc… altro che Flower Power…  “Incontrai quest’uomo esperto di magia nera che aveva un grande cháteau sulla Rive Gauche a Parigi; in tutto l’anno che passai lì uscii non più di otto volte. Ho imparato l’arte della magia nera, ma essere malvagio non mi attirava particolarmente. Penso che quest’uomo stesse invecchiando e volesse mettere in atto la sua magia attraverso di me. Gli piaceva la mia mente. Stavo a guardarli mentre facevano gli incantesimi. Crocifiggevano gatti vivi. A volte mangiavano carne umana come fossero ossi di pollo, da un pentolone… Personalmente, la prospettiva dell’immortalità non mi eccita, mentre mi attira la prospettiva di essere un idolo materialistico per quattro anni… Non vedo l’ora di invecchiare, di essere maturo e conoscere il buon vino. Voglio assaporare la vita; voglio avere i capelli grigi come Cary Grant“.

Poi arriva il successo, tanto agognato, quello con la “S” maiuscola, schiavizzante, che scatena la T.Rexstasy e lo costringe a camminare carponi per casa per non farsi vedere dalle fan adoranti accampate in strada. Giornate passate recluso fra quattro mura, in compagnia di vari diversivi chimici, roba che per buttare l’immondizia era necessario caricarsela in auto così da evitare che i Bolan ultras rovistassero fra i suoi stessi rifiuti. La faccia di Marc si trova appicciata sulle copertine dei vari magazine musicali ma non solamente quelli.  

Il momento d’oro lascia però per strada qualche carato e ad offuscarne la stella contribuiscono successivamente le avanguardie del Glam Rock capitanate da Gary Glitter, spinte prepotentemente in avanti da band e artisti quali Alice Cooper, David Bowie (Ziggy Stardust), Sparks, Slade, Sweet, Mud, Mott the Hoople, Roxy Music, Suzy Quatro… La perdita della leadership lo porta a dichiarazioni suicide quali “Ho la statura di Bob Dylan e John Lennon, suono la chitarra meglio di Pete Townshend degli Who”. E’ l’inizio di una veloce parabola discendente della carriera, alla quale contribuisce l’adozione di un look pessimo, fatto di costumi uno più stravagante dell’altro.

La parabola del grande Marc Bolan si conclude contro un albero all’alba del 16 settembre 1977, a bordo di una Mini Minor targata FOX 661L, condotta da Gloria Jones, la sua fidanzata. Di lui resta TANTISSIMO, per molti la T.Rexstasy non ha mai avuto una vera fine e l’olimpo del rock inanella alcuni suoi album fatti di pezzi immortali, solo per citarne uno Children of the Revolution, grandioso e ottimamente indurito dai nostri Danger Zone su Line of Fire del 2011.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

BOLAN BOOGIE