Recensione libro: Bon Scott, la mia vita con il cantante degli Ac/Dc
BON SCOTT
La mia vita con il cantante degli AC/DC
di Irene Thornton con Simone Ubaldi
I Cicloni 34 – 248 pagine + 16 di foto dell’epoca – 16×23 – ISBN 978-88-94859-34-8
20 €
Bon Scott, la mia vita con il cantante degli Ac/Dc è la versione italiana di Have A Drink On Me, uscito nel 2018 sotto l’egida della Red Planet Publishing Ltd. Tsunami Edizioni, come spesso accade, s’è presa la briga di tradurre grazie ai servigi di Dar Usacheva l’edizione originaria in lingua inglese e di dar vita al libro scritto da Irene Thornton insieme con Simone Ubaldi in veste di coautrice nella sua versione italiana. Al solito, quando si tratta di opere griffate dalla casa editrice milanese, i refusi stanno sotto il livello di guardia. O quasi.
Il 19 febbraio 1980 moriva a soli 33 anni, in quel di Londra, Ronald Belford Scott, detto “Bon”, il cantante degli Ac/Dc. A distanza di quarant’anni, per un artista ancora molto amato, vi è la possibilità di godere di un toccante omaggio – utilizzando le parole di Tsunami – alla rockstar e all’uomo, declinato lungo 248 pagine. A fornirlo, molto probabilmente la persona più titolata, ossia la moglie, Irene Thornton che convolò a nozze con il cantante il 24 gennaio del 1971, per poi divorziare sei anni dopo, mantenendo però un buon rapporto di amicizia, tanto per usare un eufemismo, visto quanto stette vicino a Bon nel momento in cui lui versava nella emme più nera. Il giorno delle nozze Irene aveva ventun anni e Scott venticinque.
Bon Scott, la mia vita con il cantante degli Ac/Dc è un libro che tracima da quelli che sono i perimetri del rock, ma anche della musica in generale. Irene racconta di sé, della sua esperienza precedente all’incontro con Bon Scott. E lo fa in maniera sublime ed equilibrata. Si scopre che essere teenager in una provincia dell’Australia era più o meno la stessa cosa che esserlo in Italia, a quel tempo. Si tratta degli anni 70 ma sembra per davvero che sia passata un’era geologica. I modi e la mentalità della gente erano strutturalmente diversi e lo si respira pagina dopo pagina durante il periodo di frequentazione che ha portato Irene a fidanzarsi poi ufficialmente con Scott. Un racconto senza filtri, all’insegna del buongusto che privilegia il sentimento e l’ironia allo scoop. Inimmaginabile pensare a una situazione similare raccontata dalla starlette di turno, oggi, soprattutto se quest’ultima è in cerca di visibilità.
Altri tempi e altre storie, si diceva: se Bon Scott è rimasto Bon Scott dopo quarant’anni è anche perché in qualche modo è riuscito a far arrivare un messaggio al cuore delle persone, in un’epoca nella quale non esistevano i Social e gli unici strumenti a disposizione per farsi conoscere erano i concerti, le interviste e le foto, oltre ovviamente agli incontri ravvicinati destinati a pochi. Per Scott ha “fatto” tanto anche il raccontato post mortem, questo è indiscutibile, ma quanti altri sono mancati senza lasciare, di fatto, grandi tracce? All’interno del libro Tsunami man mano che ci si addentra nella lettura si capisce il perché il cantante degli Ac/Dc sia riuscito a conquistare l’anima dei fan, e non solo di quelli strettamente legati al combo hard rock australiano. Desta stupore venire a sapere che sia Scott che la Thornton considerassero i francesi Trust un gruppo punk (?!?) e in generale come fosse labile, ai loro occhi, la classificazione delle varie band.
Patir la fame e il freddo per amore, quando si porta a casa – o anche in una sorta di comune come quella al civico 38 di Mountfield Road a Londra – uno o anche due stipendi è sublimazione di un sentimento. Irene tratteggia magnificamente anche le fasi successive alla sua parabola di vita passata fianco a fianco a Scott. A rendere il tutto più naif e naturale la scelta di Tsunami di pubblicare le lettere scritte da Bon a Irene ma anche ad altri riproducendo pari pari gli errori grammaticali e ortografici delle versioni originali. Bon Scott, la mia vita con il cantante degli Ac/Dc possiede il pregio di punteggiare le aspettative, le speranze, le delusioni, i fiaschi, i sacrifici, la lontananza, le sbronze e i successi del mondo dell’hard rock dal punto di vista femminile. E non è poco e nemmeno così scontato come si potrebbe pensare dal di fuori…
E credo che pensassi che sarebbe durato per sempre, e che le cose non sarebbero mai cambiate.
Irene Thornton, pag.68
Irene, alla quale non è mai fregato nulla interpretare il ruolo della moglie della rockstar, oggi vive a Melbourne, con il figlio avuto da Nick, una brava persona, così come lo era Bon Scott.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Bon Scott e Irene Thornton