Doom

Recensione libro: Carmina, le poesie di Mario “The Black” Di Donato

Di Stefano Ricetti - 16 Maggio 2019 - 10:19
Recensione libro: Carmina, le poesie di Mario “The Black” Di Donato

Carmina

poesie

di Marius Donati (Mario “The Black” Di Donato )

ISBN 978-88-99071-14-1

pp. 60 – in b/n con le opere dell’Artista

€ 8,00

SGEdizioni

 

Penso sia la prima volta nella mia vita di cronista dell’Acciaio che mi cimento nella recensione di un libro di poesie. L’occasione, ghiotta e sfidante, viene fornita da SGEdizioni (Studio Graffa Edizioni, una costola della Crac di Marco Refe) che, qualche settimana fa, ha licenziato sul mercato Carmina.

Dietro a codesto titolo, altisonante, si nasconde, ma sino a un certo punto, un personaggio altrettanto fragoroso, artisticamente parlando… Tale Marius Donati, più noto con il patronimico di Mario “The Black” Di Donato. Pittore di fama, già poeta del Metallo con gli Unreal Terror, poi con i Requiem e dal 1988 con The Black, ora poeta a tutti gli effetti anche su carta. 

Non che l’uomo nato a Pescosansonesco (Pescara) il primo di aprile del 1951 di botto si sia messo a incidere i propri pensieri su pergamena, per divulgarli di recente. Marius poesie ne ha sempre scritte. Carmina si occupa di raccoglierle tutte partendo dal 1978 e arrivando sino al 1997.

Il libro, di una sessantina di pagine, è inoltre arricchito di disegni e raffigurazioni di quadri sempre a firma Di Donato.

Fervente cattolico e praticante, Marius negli anni ha saputo guadagnarsi la stima e l’ammirazione della stragrande maggioranza delle orde agnostiche e di tutti i loro variegati dintorni, che pressoché da sempre costituiscono una moltitudine non indifferente di appassionati di musica heavy metal. E’ normale, che ai concerti di The Black, fior di antagonisti della Chiesa stracarichi di inverted cross, semplici metalhead piuttosto che membri appartenenti ad altre band se ne stiano buoni buoni in coda in attesa di ricevere l’autografo di Donati. O magari scattare anche una foto insieme. Pleonastico sottolineare che Marius, dalla sua, sin da principio, abbia goduto delle simpatie dei credenti che affollano le schiere dei fan del Metallo. La musica è emozione e può funzionare in ogni dove, abbattendo qualsiasi steccato mentale e/o religioso. E Di Donato ne è l’esempio vivente.  

All’interno di Carmina, non a caso, le poesie che forse meglio lo rappresentano – benché ognuna incarni una sfaccettatura di Mario – sono I.N.R.I. , Post Apocalisse, Venerdì Santo, Inutile Pentimento, Dies Irae, come sottolineato da Mattia Montanari (autore del libro su The Black) nella prefazione.

Non di sola divinità vive però il lavoro griffato SGEdizioni: da buon Sacerdote del Doom Donati tratta a piene mani anche il mistero, il buio, la pazzia, il tradimento, l’inquietudine dell’uomo… o forsanche di sé stesso, perché vi è moltissimo Mario “The Black” in questa serie di componimenti. La sensibilità dell’autore è proverbiale, chiunque lo abbia incontrato de visu sa di cosa parlo e le sue poesie sono lì a dipingerne la personalità, con lo stesso amore e ardore con i quali affronta le sue tele.

Un esperimento intrigante, senza dubbio. L’HM non vive solo di urla lancinanti, chitarre assassine, doppia cassa terremotante e abbigliamento total black. Talvolta può essere terapeutico spararsi una poesia scritta da “uno di noi” che arrivi direttamente al cuore… pensare, riflettere, immagazzinare spiritualità per poi magari affrontare con più consapevolezza e carica agonistica una “Raining Blood”, per dire…   😉

 

CARMEN

Quando non ci sarò,

Allora ti accorgerai dei miei occhi

E tutto ti sembrerà inutile.

Quando non ci sarò,

La luce sarà quasi spenta

E i tuoi pensieri moriranno.

Quando non ci sarò,

Amerai le mie mani

E i miei strani silenzi.

Quando non ci sarò,

Ti perderai nella follia

Ed io, non potrò più tornare…

Per salvarti.

Marius Donati, MDD 1997

    

Carmina: un must per tutti gli ultras (ma non solo…) del Marius Nazionale!  

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

Carmina front