Recensione libro: Check Sound
Check Sound
Dai demo tape ai social, cronache dall’underground e riflessioni a cavallo di due ere
di Daniele Galassi
ISBN: 9788894995794
Pagine 220
13 €
Vi siete mai chiesti quali tribolazioni stiano dietro a una band heavy metal italiana?
Nel momento in cui qualsiasi gruppo si palesa di fronte ai propri fan, fra chitarre sferraglianti, luci accecanti, volumi assurdi e capelli al vento, esso pare impersonare, in quei momenti, la trasposizione umana del Dio del Metallo, colui il quale, con i propri accoliti, dimora lassù, nel Valhalla del rock duro. E questo accade normalmente, al di là del grado di successo della formazione. Beninteso, quantomeno per quegli ensemble che riescono a radunare di fronte a sé una decina di persone, come minimo… Non importa, in quegli istanti, quanto essi possano essere scalcagnati: la magia dell’Acciaio è in mano loro, un manipolo di invincibili senza macchia e senza paura, che ci si immagina con uno stuolo di gentili donzelle di bell’aspetto ad attenderli a fine concerto, per il sollazzo di entrambi gli schieramenti.
Ma, come diceva un artista pop italiano a metà anni Novanta “non è così bello come dicono”.
Per sapere davvero come funzionano le cose alle nostre latitudini da qualche mese è uscito sul mercato Check Sound, sotto l’egida della Prospettivaeditrice che come sottotitolo riporta: dai demo tape ai social, cronache dall’underground e riflessioni a cavallo di due ere. Un tomo di 220 pagine a firma Daniele Galassi, chitarrista degli Infernal Poetry e dei Dark Lunacy, nato negli anni Settanta e con un vissuto da raccontare.
Grazie a uno stile di scrittura agile, che si concede talvolta qualche iperbole, l’autore consegna alle cronache della letteratura metallara del Nostro Paese un’opera fresca, che si lascia leggere con estremo piacere, condita da quella vena malinconico-fantozziana che solo noi italiani riusciamo a condensare così bene, humus fondamentale per una storia fatta di lacrime, sudore e sangue, che però sa esplodere di gioia al momento opportuno.
Daniele Galassi, come ben specificato in quarta di copertina, nei confronti della musica hard’N’heavy ci ha “sbattuto le corna”. Ma per davvero… Egli si racconta senza filtri, con la giusta ironia e autoironia, senza mai assolversi né incolpare il “sistema” per le proprie sconfitte. Perché fondamentalmente se l’è andata a cercare, e quindi non può e non vuole recriminare su nulla.
Check Sound, che è la versione cialtronesca del corretto sound check utilizzata da Galassi & Co. ai primordi, narra di uomini, gesta e avventure di un gruppo di giovani tanto ardimentosi quanto male in arnese desiderosi di emergere dal mondo dell’underground, per scrollarsi di dosso l’anonimato che spesso accompagna intere esistenze. Sin dai tempi dei Lamiera, un’accozzaglia di incapaci assoggettati all’effetto di Dunning Kruger, ossia quella distorsione cognitiva in base alla quale più sei incompetente, più tendi a sopravvalutarti [cit.], parte un’odissea lunga un paio di decenni che non si fa mancare nulla: chicche su chicche dal sapore tragicomico si susseguono con ritmo infernale, perfettamente in linea con lo stato d’animo dell’autore. Si passa dal fattore rosa (per carpirne il significato fare riferimento a pagina 50) alle frasi mitiche di circostanza, “ehm, sai, della programmazione si occupa l’altro socio” ai tour organizzati col deretano e interpretati ancor peggio dagli stessi protagonisti: chilometri su chilometri per l’Europa, senza conoscere nemmeno il nome dei locali dove suonare, i numeri di cellulare delle persone di riferimento e con in tasca quattro soldi non nella valuta corrente di quei Paesi. Momenti duri, per davvero, ove lo stress e le mosse sbagliate rischiano di far saltare tutto, complice un tour manager simpatico ma incompetente, in grado di trasformare l’ambiente intorno a sé in una Santabarbara.
In mezzo, o durante, fra una defecazione nel sacchetto del supermarket lasciata fermentare sul tour bus e accuse di satanismo, varie riflessioni su com’era, com’è e come diverrà il mondo della musica dura. L’avvento dell’Mp3 al posto del Cd, le riviste e le fanzine cartacee che diventano portali web, i file liquidi che sostituiscono il promo kit spedito nelle buste giallognole ammortizzate, l’avvento dei talent show, il pay to play, la famigerata FOMO (fenomenologia stuzzicante, molto ben esplicitata da Galassi).
Scorrono come un fiume in piena le domande lungo la lettura di Check Sound, libro che accusa qualche refuso nella seconda parte: ci si imbatte in esempi illuminanti e tremendamente reali su come l’era digitale abbia squarciato le certezze dell’industria discografica, delle band e di tutta la filiera produttiva.
Daniele Galassi è uno che ha vissuto e che poi ha imparato a suonare come si deve. Senza metterla giù dura ci racconta la sua esperienza, che potrebbe essere quella di tutti noi, o di coloro i quali l’hanno sempre sognata ma non hanno mai avuto il coraggio di intraprenderla.
Una storia interessante e avvincente, fottutamente dissacrante.
Buona lettura.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Per eventuali ordini e leggere i primi due capitoli gratuitamente collegarsi al sito di Daniele Galassi, qui il link