Black

Recensione libro: Dawn Of The Blackhearts

Di Stefano Ricetti - 28 Gennaio 2019 - 12:16
Recensione libro: Dawn Of The Blackhearts

Dawn Of The Blackhearts

a cura di Stefano Giorgianni, Christian Falch, Fredrik Horn Akseslen

Le Tempeste 21 – 198 pagine + DVD – 16×23 – ISBN 978-88-94859-20-1

€ 22.00

Tsunami Edizioni

 

 

«La preferirei bruciata»

Queste sono le parole che chiudono Blackhearts, pronunciate in un discorso tra Sotiris e Jonathan, rispettivamente chitarrista e batterista dei Naer Mataron, sotto il pungente freddo norvegese e al cospetto della imponente stavkirke di Fantoft, collocata poco lontano dal centro di Bergen.

Ai bei tempi dell’heavy metal e basta (si prega di leggere quanto poc’anzi scritto con le necessarie  tonnellate di ironia against “trombonism”) era consuetudine, per i più imbragati – leggasi imbracati per chi utilizza usualmente questo verbo con la “C” – recarsi in quel della perfida Albione per respirare a pieni polmoni l’aria impregnata d’Acciaio, successivamente accomodare il proprio tafanario sulle sedie del Marquee o più semplicemente calpestarne la pavimentazione, dilapidare sterline frutto di cambi killer – a sfavore di noi italioti, of course – presso Shades e cercare in tutti i modi di imbucarsi in qualche modo all’interno dell’Hammersmith Odeon. Ciliegina sulla torta, poi, l’eventuale incontro con qualche superstar – Lemmy a Soho in orari improbabili – o la fortuna di capitare in London in un periodo ove qualche heavy metal band di spessore era in tour in uno dei locali mitici del tempo. Questo ere geologiche fa.

Oggi molti dei posti summenzionati non esistono nemmeno più o quantomeno hanno cambiato denominazione e la capitale inglese da mo’ non incarna pressoché più nulla di veramente interessante a livello di siderurgia classicheggiante applicata alla musica.

Una delle mecche che viceversa resiste – sinora – è rappresentata dalla Norvegia, declinata principalmente nelle città di Oslo, Bergen e Trondheim ove l’attrazione è scatenata dalla Holmenkollen Chapel piuttosto che dallo stabile posto in Schweigaardsgate 56 che ospitò l’Helvete, comprensivo del seminterrato, per quanto afferente la capitale che offre anche altri spunti: Neseblod Records, presso lo stesso ex Helvete e Tøyengata 40/B. Imperdonabile, poi, transitare nella terra dei fiordi e dei vichinghi senza fare una capatina alla Stavkirke di Fantoft, Fantoftvegen 38 di Bergen così come non ammirare la Cattedrale di Nidaros a Trondheim. Insieme con le foreste silenziose e avvolte dal mistero, tutti luoghi, simboli, divenuti di culto legati a quel movimento Black Metal che, esagerando un po’, infiniti addusse lutti ai cristiani, ma non solo. Vittime del loro stesso Inner Circle furono Øystein Aarseth detto Euronymous e “Pelle” Yngve Ohlin detto Dead, personaggi a torto o a ragione divenuti leggendari, ammantati da quell’aura sacra (?) che una morte prematura, fragorosa e tragicamente epica assicura, fra le legioni dei seguaci del Morbo Nero.

Blackhearts, titolo per esteso Dawn Of The Blackhearts, ultimo nato in casa Tsunami Edizioni, narra le gesta e le difficoltà che tre differenti entità hanno dovuto superare per poter visitare e poi anche suonare nella mitica e distantissima, per loro, Norge: Sina degli iraniani From The Vastland, Kaiadas dei greci Naer Mataron ed Héctor dei colombiani Luciferian.

Il libro, abbinato a un dvd per la prima volta con i sottotitoli in lingua italiana, dà la misura di quanto totalizzante possa essere il coinvolgimento di un die hard fan nei confronti della musica che più ama. Il dischetto ottico racchiude il documentario a firma Fredrik Horn Akselsen/Christian Falch plurivincitore di riconoscimenti all’interno di svariati festival cinematografici. La parte testuale, sviluppata lungo 198 pagine, è invece curata da Stefano Giorgianni e racconta i presupposti, gli accadimenti, gli intoppi, gli inevitabili  dubbi ma anche le gioie immense che attraversano i cuori neri di tre differenti band interamente votate al Black Metal e alla nazione dei fiordi dove il salmone costa poco. All’interno del volume, inoltre, si può scoprire cosa poi alla fine accade alle varie persone coinvolte al termine delle riprese inglobate nel dvd/documentario griffato Akselsen/Falch. Oltre a dei graditi interventi sparsi da parte di Andres K. , Gaahl, Nocturno Culto e Nattefrost, in fondo al libro vi è una serie di interessanti interviste ad altri protagonisti della scena, con anche domande contestualizzate legate alle vicende che hanno coinvolto Sina, i Naer Mataron e i Luciferian. Nell’ordine Giorgianni ha raccolto le testimonianze di: Obsidian C. , Tjalve, Frost, Blasphemer, Mortiis, Grute Kjellson, Cernunnus, Asmodeus per chiudere con quella “ideale” scaturita da una chiacchierata con Euronymous in persona…

Blackhearts va gustato passo passo, sia esso in versione cinematografica che scritta, carne al fuoco ve n’è molta e non si tratta di storielle romanzate ma realtà vera: chi consegna la propria anima al Maligno per realizzare un sogno, chi rischia letteralmente la pelle e il proprio futuro in nome del Black Metal e chi invece vi deve rinunciare per sopravvenuto arresto e susseguente detenzione in carcere.

Originale e intrigante.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

BLACKHEARTS DVD AND BOOK