Hardcore Punk

Recensione libro: Discharge, Noise not Music, audio & visual history 1980-1983 [+ 4 Cd]

Di Stefano Ricetti - 6 Agosto 2024 - 9:07
Recensione libro: Discharge, Noise not Music, audio & visual history 1980-1983 [+ 4 Cd]

In 1980, four teenagers from the darkest depths of Stoke On Trent exploded onto the world punk scene with the subtlety of a nuclear warhead detonation. Collected across this revised and expanded edition of 4 x CD’s, and accompanied by a hardback book with 100 full-color pages of rare band photos, flyers and original magazine features, is a monstrously detailed historical dissemination documenting the band’s unrelenting assault upon HC punk audiences worldwide.

Anybody who doesn’t like it can fuck off! There’s no need too change because of them cunts.

DISCHARGE was more than just noise, the band was a musical reaction to the brutal times and circumstances faced by people in the U.K. under the Thatcher regime, they were also a voice for the “X” generation without a future; but most importantly, they were FAST, RAW, LOUD, HARDCORE PUNK!

Questo quanto scritto a chiare lettere e riferito ai Discharge nella quarta di copertina del libro Noise not Music, audio & visual history 1980-1983, un’opera di un centinaio di pagine realizzata da F.O.A.D. Records riguardante la storia di una band fondamentale a livello mondiale per quanto afferente l’hardcore punk, ma non solo, come dimostrerà negli anni la loro variegata traiettoria artistica, che poi porterà a un virata verso l’heavy.

Il possente tomo, dal cartonato esterno particolarmente massiccio misurante 28,5 centimetri x 28,5 centimetri, nella seconda di copertina vede alloggiati numero quattro Cd, così da accompagnare la lettura con una buona dose di violenza sonora.

Più in dettaglio la casa editrice torinese ha reso disponibile la versione ampliata di Noise not Music aggiungendovi i quattro dischi ottici sopramenzionati, che altro non sono che la trasposizione in Cd del vinyl box set uscito cinque anni fa più ulteriori 36 pagine di libro rispetto alla release originaria, risalente al 2018.

125 brani incapsulati dentro quattro Cd per più di quattro ore di musica, così suddivisa:

– Live at the Music Machine, London, England, 28.10.1980 (Il primo concerto tenuto a Londra da parte dei Discharge nella loro storia)

– “Where’s our freedom?” EP

– “Massacre of Montreal” EP

– Live at the 100 Club, London, England, 23.02.1982

– Live at the City Club, Detroit, USA, 15.09.1982 (Il primo USA Tour dei Discharge)

– Live at the 9.30 Club, Washington DC, USA, 16.10.1982

– Live at the 100 Club, London, England, 15.03.1983

– Live at Xtreems, Brighton, England 03.03.1983

– Live at Paychecks Lounge, Hamtramck, USA, 20.11.1983

– Canadian TV interview 1983 con il cantante Cal e il batterista Garry Maloney

 

Noise not Music, al momento, permane il libro definitivo sui Discharge, sebbene tratti la prima parte della loro carriera. Al proprio interno inanella centinaia di foto del gruppo fra le quali ne spiccano molte inedite. Solo per elencarne alcune, fra queste: Northwood Parish Hall 1980, Tunstall Town Hall 1980, Stevenage Bowes Lyon House 1981, Rome 1981, Yugoslavia 1981, Zig Zag Club 1982. Da Italiano, fa piacere poi riscontrare la presenza di memorabilia letterarie ricavate dalle riviste a diffusione nazionale di settore dell’epoca. Abbondano poi flyer, manifesti di concerti, interviste e articoli vari, il tutto a fare da corollario alla storia della band dal 1977 al 1983 redatta da Rich Walker e Leigh Rocker, con i contributi di Rainy, Tezz, Bones, Garry, Bambi, Pooch e Tanya.

Nonostante la parte del leone all’interno di Noise not Music la faccia proprio il libro descritto poc’anzi, va rimarcato il notevole volume di fuoco contenuto dentro i quattro dischetti ottici al seguito: una serie infinita di pezzi in modalità live, dalla datazione importante, con una resa alle casse sorprendente, in termini sonori, considerando il momento storico, le attrezzature dell’epoca e soprattutto il fatto che sul palco vi sono i Discharge, non propriamente il gruppo più pulito del globo terraqueo, per usare un eufemismo. Concerti senza dubbio dalla portata storica notevole, che era giusto e sacrosanto catturare in tempo reale senza addomesticamenti successivi in studio e che altrettanto onestamente vanno oltre il concetto di testimonianza, come capita spesso in casi analoghi. La brutalità dei degli inglesi sgorga che è un piacere e questo basta e avanza.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti