Recensione libro: Helloween, Pumpkins Fly Free, tutta la storia
Helloween – Pumpkins Fly Free
di Massimo Longoni
Gli Uragani 45 – 300 pagine + inserto a colori – 16×23
ISBN 978-88-94859-48-5
€ 22.00
Nella mia lunga milizia fra le file del Metallo attivo poche volte mi è capitato di “vedere la luce”. Una di queste emozioni, indimenticabili, avvenne nel 1987, nel momento in cui la puntina al diamante del mio rack spezzato nero di marca Toshiba poggiò sul quel piatto ove poco prima era stato riposto il vinile di un gruppo tedesco, di buona prospettiva, come testimoniato dal loro Lp Walls Of Jericho, del 1985 e dal precedente Ep omonimo.
Quel prodotto nero in ceralacca comprendeva le tracce di Keeper Of The Seven Keys Part I degli Helloween. Otto sciabolate nello stomaco di freschezza, figlie di un suono nuovo e di un genere inedito, una ventata di novità assoluta all’interno di un panorama legato alla musica dura che in quel momento poggiava i propri pilastri sulle fondamenta dell’HM Classico/Epic (Manowar, Saxon, Judas Priest, Motorhead, Accept, Running Wild, Iron Maiden), i fenomeni dell’hard made in Usa (Motley Crue, Aerosmith, Bon Jovi, Van Halen) e i consolidati re del thrash/speed (Exciter, Slayer, Exodus, Anthrax, Megadeth, Metallica). Dopo Keeper Of The Seven Keys Part I il mondo dell’heavy cambiò, tanto che si può azzardare che esista un pre-Keeper e un post-Keeper. La sublimazione alive avvenne poi fra le mura del Palatrussardi di Milano, quando gli Helloween aprirono per Dio e si esibirono dopo gli Skanners e i Black Swan, sfoderando una prestazione infuocata che raggiuse lo zenit nel momento in cui Michael Kiske si tuffò dal palco in mezzo al pubblico, con noi lì intorno letteralmente impazziti!
Per la cronaca, quella stessa “luce” da vinile la vidi in situazioni analoghe quando sul piatto misi Wheels Of Steel dei Saxon, nel 1980, Ride The Lightning dei Metallica e Hail To England dei Manowar nel 1984, The Marriage Of Heaven and Hell II dei Virgin Steele nel 1995. E mi fermo a quattro “flash”, per non tediare ulteriormente chi legge.
Tornando alle zucche di cui sopra, gli Helloween sono una delle ultime big band che ancora mancavano alla letteratura metallara italiana. Per riempire il quadro, a questo punto, basta che all’appello rispondano presente! altri due grandi gruppi, misteriosamente sinora ignorati.
Pumpkins Fly Free, Tutta la Storia si apre con una prefazione intrigante, con riflessioni personali da parte di Roberto “Rob Tyrant” Tiranti, uno che di Power se ne intende parecchio e che in carriera ha anche subito qualche piccola angheria da parte degli hamburger di Weiki, Groβkopf & Co.
La storia degli Helloween ci viene proposta da Massimo Longoni, che con raziocinio, molto studio e una notevole mole di materiale cartaceo d’antan riesce a confezionare un libro ben scritto, sufficientemente dinamico e con quel tocco autorale da “buon padre di famiglia” che permette alla lettura di scorrere che è un piacere. In più di un passaggio pare proprio che lui sia lì, a respirare il fumo della milionesima sigaretta di Michael Weikath o a godere delle risate di Ingo Schwichtenberg. Cosa non da poco.
Come già scritto più volte in altre occasioni, la differenza fra una bio ufficiale e un prodotto unofficial come quest’ultimo griffato Tsunami Edizioni si risolve in due soluzioni opposte. La prima, tendenzialmente, risulta tecnicamente ineccepibile, per via di date e veridicità di fatti narrati, sebbene talvolta certune “cadute” vengano colpevolmente occultate o solamente sfiorate. La seconda, in carenza di dati inoppugnabili, lascia spazio alla fantasia, all’estro e alla ricostruzione da parte di personaggi esterni, che spesso conferiscono quel colore che i prodotti ufficiali fanno fatica ad avere. In quest’ultimo caso, poi, vengono toccati quei nervi nascosti che fanno male e che dall’altra parte verrebbero senza dubbio, per così dire, “dimenticati”. Entrambe le soluzioni, sia ben chiaro, posseggono la propria valenza e parimenti, sulla base del gusto del lettore, identico appeal.
Pumpkins Fly Free, pur essendo prodotto unofficial, grazie al profondo lavoro speleologico operato da Longoni e alle sue interviste ai diretti interessati, regala chicche su chicche e, grazie alla modalità di stesura delle 300 pagine riesce a intrufolarsi con garbo e classe nel cuore di chi si approccia alla lettura anche in virtù di una oculata gestione degli spazi in base al “peso specifico” del momento trattato. Questi tetesconi di Cermania meritavano un’opera sul loro vissuto, che si è macchiato di scazzi, infinite polemiche, ripicche, problemi di ego, entrate e uscite nella line-up ma è anche passato attraverso dolorosi lutti, fra successi planetari e tonfi clamorosi. Onore quindi all’autore che si è preso l’onere di farlo. E anche la responsabilità. Il libro si chiude sul recentissimo, uscito il 18 giugno 2021, ultimo parto della “happy family” amburghese allargata, quell’Helloween che sta scalando, a ragione, le classifiche e si completa di sedici pagine di ottime foto a colori, oltre a quelle in bianco e nero sparse qua e là lungo la narrazione.
Consigliato!
Stefano “Steven Rich” Ricetti