Recensione libro: Il Sogno e L’Incubo, Vita e Opere di H.P. Lovecraft
IL SOGNO E L’INCUBO
Vita e Opere di H.P. Lovecraft
di Paul Roland
221 pagine
19 Euro
Il Sogno e l’Incubo, Vita e Opere di H.P. Lovecraft è libro atipico, in seno alla cospicua produzione della Tsunami Edizioni. Non possiede il ritmo incalzante né la capacità penetrativa metallica delle altre realizzazioni della casa editrice milanese ma proprio questa, alla fine, si rivelerà la sua affascinante peculiarità. Il fatto che anche la copertina sia rigida, come un classico romanzo, lo differenzia dalle altre release dai toni più marcatamente heavy metal che usualmente vedono avviluppate le proprie vicende da cover meno impegnative – seppur di assoluta qualità, beninteso – a livello di materiale utilizzato.
All’interno delle 221 pagine del volume, la metrica dell’Acciaio fatto musica è decisamente sottotraccia, una sorta di concetto da immaginare, in divenire e ad uno stato che definire embrionale suona quasi come un eufemismo. L’unica citazione esplicita da parte dell’autore riguarda un passaggio lungo il penultimo capitolo che coinvolge Black Sabbath, Celtic Frost, Cradle of Filth, Deicide e Metallica.
Personaggio dalla sensibilità vittoriana fortemente contraddittorio e razzista convinto, Howard Phillips Lovecraft (Providence (Rhode Island), 20 agosto 1890 – Providence, 15 marzo 1937), come altri geni del secolo scorso, non visse abbastanza a lungo per poter assaporare il riconoscimento artistico, sociale ed economico del proprio lavoro. Una vita breve, la sua, costellata da uno strambo matrimonio, diversi lutti e problematiche legate alle ristrettezze economiche che ne segnarono giocoforza il cammino sino agli ultimi giorni. Intellettuale di provincia vessato dall’educazione quantomeno discutibile di una madre e di alcune zie, produsse un orgoglio smisurato che non lo abbandonò nemmeno nelle situazioni di maggior difficoltà andando ad intaccare addirittura la qualità della sua nutrizione: scarsa e talmente povera che molto probabilmente favorì i problemi intestinali che ne causarono il decesso.
Il classico aristocratico decaduto che in assenza di entrate economiche pur di alimentare il proprio ego scrive, scrive e scrive febbrilmente in maniera maniacale e vede solo in pochissimi casi riconosciuto economicamente il proprio sforzo. E’ passato più di un secolo ma leggendo Il Sogno e l’Incubo ci si ritrova malauguratamente ad analizzare situazioni e problematiche fottutamente attuali, purtroppo: committenti che non pagano, che la tirano alle lunghe, che inventano scuse, che si rimangiano la parola e che bellamente sfruttano gli sforzi di persone in difficoltà, senza remora alcuna. Lovecraft passò buona parte del proprio cammino artistico in queste grottesche ma nello stesso tempo tragicissime situazioni. Pensare che l’autore de “Il Richiamo di Cthulhu” e “L’Abitatore del Buio” si cibasse prevalentemente di alimenti in scatola e dovesse convivere con la paura di venir morso da dei topi durante la sua permanenza in un appartamento fatiscente di New York fa letteralmente rabbrividire.
Merito al cantautore, saggista e scrittore Paul Roland, autore del libro – tradotto nella sua versione italiana da Alba Bariffi – l’aver realizzato un lavoro che oltre a tracciare un profilo biografico di livello di Lovecraft ne definisce il personaggio a 360°, senza filtro alcuno, mettendo a nudo le sue debolezze così come esaltandone gli slanci letterari.
Dopo essersi sparati Il Sogno e l’Incubo viene da chiedersi come sarebbe stato lo scibile legato all’heavy metal e all’hard rock senza la lezione dell’eccentrico H.P. Lovecraft, ma non solo, essendo il Maestro di Providence oggetto di culto anche nel campo dei fumetti, del cinema, dell’arte grafica, dei giochi da tavolo e dei videogiochi. La moderna letteratura dell’orrore affonda le proprie radici sulla grande lezione di Lovecraft, personaggio che insieme con Edgar Allan Poe – seppur su piani e tempi ben diversi – continua inconsapevolmente anche oggi a fornire spunti infiniti…
Stefano “Steven Rich” Ricetti