Recensione Libro: In Tour con i KISS
IN TOUR CON I KISS
Le storie on the road della Original KISS KREW – 1974-1976
di Peter Oreckinto, J.R. Smalling, Rick Munroe e Mick Campise
Le Tormente 7
350 pagine – 15×21
ISBN 978-88-96131-83-1
20 Euro
I Kiss da tempo immemore sono delle megastar e, coerentemente – dal loro punto di vista -, non fanno nulla per dissimularlo. Se musicalmente da un po’ mancano segnali significativi da parte dei quattro newyorkesi è probabilmente perché tutti gli sforzi della band e del loro management vengono indirizzati al mantenimento dello status di rockstar anche se, obiettivamente, nessuno all’orizzonte pare in grado di scalfire le posizioni raggiunte dal Bacio più famoso della storia del Rock. I competitor, se così si possono definire, viaggiano infatti più o meno sulla stella linea, a livello di età media della line-up, quindi difficilmente risulterebbero veramente minacciosi. Il focus, quindi, si può ricondurre al mantenimento delle quote di mercato, senza esclusione di colpi.
Se una band si permette di far pagare i propri fan per poterla incontrare, per di più ad un prezzo non simbolico all’interno di un meet&greet di qualche minuto, riuscendo spesso ad avere il sold out di adesioni, probabilmente dovrebbe anche ricordarsi di chi ha permesso la realizzazione di questo sogno, o obiettivo, tanto per tornare sul piano del business puro.
Quattro dei protagonisti oscuri di questa ascesa sono usciti oggi allo scoperto: Peter Oreckinto, J.R. Smalling, Rick Munroe e Mick Campise, ovvero lo zoccolo duro della Original KISS Krew, coloro i quali si sbatterono a più non posso, fra il 1974 e il 1976, per far diventare il gruppo “The Hottest Band in the Land” così come lo conosciamo da eoni. Il periodo è quello di “Kiss”, Hotter Than Hell, Dressed to Kill, Destroyer e del formidabile Alive! del 1975.
Le loro testimonianze sono raccolte all’interno del libro IN TOUR CON I KISS, Le storie on the road della Original KISS KREW, uscito in Italia per la Tsunami Edizioni di Milano ed originariamente licenziato in lingua madre nel 2014, con il titolo di Out on the Streets.
Trecentocinquanta pagine comprensive di sedici dedicate a delle foto a colori che trasudano dedizione assoluta alla causa, a tratti addirittura al limite del comprensibile, ove la Kiss (K)crew sciorina, con una sorprendente abbondanza di particolari nonostante i decenni trascorsi, storie allucinanti di chilometri macinati senza sosta, incidenti, camion ribaltati, sonno perso e arrabbiature colossali. Insomma, tutta la letteratura che da sempre, negli anni Settanta e Ottanta, accompagnava le gesta di una band hard rock/heavy metal durante un tour esteso.
Non mancano le inevitabili storie e storiacce riguardo il sesso, poi risse, frecciate e scontri con il personale delle altre band, sabotaggi e i grandissimi pericoli affrontati nell’allestimento del palco per il Kiss show, ove la polvere da sparo la fa da padrona, fra botti inumani e scintille ogni dove. Leggendo il libro si verrà a conoscenza di qualche episodio spiacevole, oltreché pericolosissimo per l’incolumità delle persone, sulla cui genesi non è ancora stata fatta del tutto chiarezza. Tornando alle gentili donzelle che albergavano il post concerto del combo Usa va sottolineato come la crew racconti con estrema eleganza e signorilità le gesta di queste ultime, lasciando trasparire un affetto per qualcuna di esse mai del tutto sopito.
Il ritmo fornito dalle trecento e rotti pagine del libro non è da guinness dei primati, spesso gli autori si immergono nel racconto particolareggiato di un viaggio piuttosto che sui particolari tecnici per allestire al meglio una flash bomb da paura ma d’altro canto l’argomento è il vissuto di quattro roadie, iperspecializzati e tuttofare ma pur sempre roadie, non di certo scribacchini di professione.
Una delle peculiarità di In tour con i Kiss è la mancanza pressoché assoluta di ruffianeria, cosa non poi così scontata dal momento in cui si entra nel dietro le quinte di una band che commercialmente tira ancora tantissimo come i Kiss. La storia del gruppo, quella vera, che ha fatto e tuttora continua a far notizia, viaggia infatti in parallelo, in sordina, per lo più per dare un senso compiuto e cronologico al racconto. Ace, Peter, Gene e Paul vengono dipinti come persone e non come rockstar inarrivabili, con tutte le loro debolezze, anche sul fronte dei rapporti con il gentil sesso. L’attore principale del libro è un mix fra il sangue e il sudore immolato per i Kiss da parte della ciurma al loro seguito, irrorato da un amore viscerale, spesso cieco.
Il finale a sorpresa riservato dal volume, sebbene intuibile, lascia di stucco, riportando “magicamente” ai comportamenti dei giorni nostri, improntati alla deregulation deontologica quando fa comodo, come se quarant’anni di civiltà – o inciviltà – fossero trascorsi invano…
Stefano “Steven Rich” Ricetti