Recensione libro: Kiss, I Primi Anni
Kiss
I Primi Anni
di Gene Simmons e Paul Stanley
con Waring Abbott
206 Pagine
Anno 2011
23 Euro
Kiss, I Primi Anni, di Edizioni Bd, uscito nel 2011, è libro atipico. La stragrande maggioranza delle 206 pagine che lo costituiscono è riempita dagli scatti realizzati dal fotografo Waring Abbot, personaggio che dopo i soliti e ritriti inizi difficili si trova per abilità e scelta di tempo pressoché perfetta a collaborare con Paul Stanley, Gene Simmons, Ace Frehley e Peter Criss. I Kiss, appunto.
La loro storia prende inizio nel 1973, in quel di New York City. Un poker di musicisti in erba dedito all’hard rock ha l’intuizione di puntare fortissimamente sull’immagine più che sulle sole canzoni. Quasi un ossimoro in quel periodo dorato, ove la sperimentazione e gli album poi divenuti classici immortali del rock si sprecano ed è (quasi) solo la sostanza a decretare il merito. Rimanendo in ambito duro basi pensare a quanto avevano sfornato sino a quel momento gruppi del calibro di Black Sabbath, Black Widow, Led Zeppelin, Uriah Heep, Deep Purple, Nazareth. I Nostri si camuffano da mostri prendendo come riferimento le maschere del teatro kabuki ed è praticamente clamore sin dagli inizi, in quel della loro città. Il trucco è scioccare, essere i primi a calarsi totalmente in una parte e crederci sino in fondo. La musica, seppur importante e condita da alcuni pezzi immortali, accompagna le loro scorribande ma il vero boom e la successiva kissmania si realizzano per lo più per il loro look, decisamente in anticipo sui tempi. Non che sino a quel momento non vi fossero stati altri gruppi che avessero fatto ricorso a costumi, make-up e travestimenti vari ma i Kiss erano i Kiss, c’era poco da fare…
Tanto per capirne le dimensioni, anche alle nostre latitudini, nel 1979, dopo il successo planetario dell’album Dynasty grazie al singolo I Was Made for Lovin’ you il Bacio sfondò definitivamente anche fra i cuori degli italiani. In quegli anni capitava spesso di imbattersi in adesivi dei Kiss attaccati sul telaio di Vespa 50 modificate piuttosto che in poster della band appesi in camera addirittura senza che gli autori sapessero che genere di musica facessero, tanta era l’enfasi per quel logo e quel marchio, apparso anche più volte all’interno di film nostrani – non di certo kolossal, sia chiaro – del periodo. Restando in ambito cinematografico, sebbene su livelli decisamente diversi, il regista Walter Hill prese spunto proprio dai Kiss per allestire il trucco della gang dei Baseball Furies, indimenticata protagonista in un momento topico del capolavoro The Warriors, del 1979. A più di quarant’anni dal loro esordio non accenna a fermarsi né il successo né la letteratura rock legata a The Starchild, The Demon, The Spaceman, The Catman e agli altri personaggi che sono seguiti.
All’interno de I Primi Anni, il fotografo Waring Abbott passa al setaccio gli inizi della band sino al 1981 facendo scorrere sotto il naso di Gene Simmons e Paul Stanley una notevole quantità di loro scatti, in ordine cronologico. Viene presa buona nota delle reazioni emotive dei due, si raccolgono aneddoti e si incalzano i loro ricordi per poi mettere tutto nero su bianco e andare a costituire il leit motiv del libro griffato Edizioni BD. Una sequenza di oltre 250 foto a colori, molte delle quali inedite, a suggellare un cammino unico nella storia del rock duro. Quello dei Kiss, fra immagini dal backstage, divagazioni al Central Park, improbabili gite in maschera e retroscena da culto, oltre ovviamente ai numerosissimi SPETTACOLARI scatti alive. Imperdibili le immagini all’entrata dello Studio 54 prima del collegamento col Sanremo Festival nel 1981, per una versione di “I” senza Ace Frehley, poi quelle svariate di Gene con il mega teschio sul petto nonché gli scatti appartenenti a tutta la band in quel di Cadillac, nel Michigan, circondata da cloni dei Kiss in ogni dove.
D’altronde, da un gruppo che ha fatto del motto You Wanted the Best, You Got the Best il proprio cavallo di battaglia c’è sempre da attendersi qualcosa di stuzzicante, come in questo caso…
Stefano “Steven Rich” Ricetti