Recensione libro: La Storia dei Death SS (1987-2020)
Death SS
La Storia
(1987-2020)
di Steve Sylvester con
Gianni Della Cioppa e Stefano “Steven Rich” Ricetti
Gli Uragani 39
544 pagine + 32 a colori – 16×23
ISBN 978-88-94859-37-9
26 Euro
Sono i Death SS la più grande heavy metal band italiana?
Domanda sfidante… alla quale ognuno legittimamente può fornire una risposta. A patto che la stessa risposta sia obiettiva e non pretestuosa o ancor peggio farisaica.
Il popolo del Metallo tricolore, pressoché sin dagli inizi del cammino del Combo Maledetto, capitanato da Sua Maestà Infernale Steve Sylvester, s’è diviso in due fazioni, in netta antitesi. C’è chi li ama e chi li odia. Fra i primi, poi, sussiste poi una fetta cospicua di fan che li venera. Non esiste altro gruppo, alle nostre latitudini, che possa vantare simili schiere di seguaci.
Quello che è assodato è che i Death SS, da sempre, dividono le coscienze, così come molto probabilmente, l’unica, vera rockstar italiana identificata in ambito hard&heavy sia Steve Sylvester. Status riconosciuto anche dagli antagonisti e dai rosiconi, se onesti intellettualmente.
Altra particolarità degli Innominabili riguarda per l’appunto l’esercito dei detrattori che, di fatto, segue le gesta della band, sebbene per deprecarne i contenuti. Ma le segue…
I Death SS fanno rumore, sempre, a ogni loro mossa. E in questo caso, per la recensione, parlare di semplice “mossa” è oltremodo riduttivo. Definendola con licenza poetica un po’ allargata, la Magnum Opus più agognata in ambito letterario italico è finalmente divenuta realtà. E tangibile, per usare un eufemismo, visto che si tratta di un tomo assimilabile al volume di un bel mattone pieno, di quelli arancioni in terracotta, inanellante ben 576 pagine. Ancor più massiccia e imponente dell’edizione standard la deluxe, quella cartonata con la copertina rigida nera, una vera e propria “Holy Bible” dell’heavy metal italiano.
Il libro Il Negromante Del Rock, trattante le origini dei Death SS, uscito nel 2011 per Crac e ristampato in modalità remaster’N’remixed da Tsunami Edizioni in questo 2020, sebbene fosse lavoro di spessore, “durava sempre troppo poco” e, sul finale, urlava letteralmente vendetta.
La storia si interrompeva di colpo per non proseguire, fermandosi al 5 giugno 1987.
Ora la vendetta, alfin, si è consumata…
In soccorso alle novene operate dai fan per far sì che esistesse un seguito al Negromante, nel settembre del 2018 venne a costituirsi un oscuro power trio, che nel giro di poco meno di due anni di intensissimo lavoro riuscì a soddisfare le loro odi. A dar supporto incondizionato ai tre figuri di cui sopra venne Tsunami Edizioni, casa editrice atipica, ancora capace, di questi tempi, di innamorarsi di un sogno, a qualunque costo.
La Storia dei Death SS (1987 – 2020), questo il titolo (semplice e diretto) del libro racconta di uomini, donne, gesta e avventure legate al gruppo di Steve Sylvester partendo idealmente dal 6 giugno 1987, ma di fatto dallo stesso esatto giorno nel 1983 (sempre il 6-6…) per arrivare sino ai tempi attuali.
Per volere del power trio La Storia si dipana sul vissuto e sui ricordi dello stesso Steve Sylvester che, coadiuvato e guidato dai restanti due, ossia Gianni Della Cioppa e “il nostro” Stefano “Steven Rich” Ricetti, in modalità onda d’urto da fiume in piena snocciola più di tre intensissimi decenni di milizia metallica ed esoterica. Già, perché è impossibile scindere la storia dei Death SS dal paranormale, dall’occulto e dall’ignoto. Per referenze chiedere cosa accadde lassù nello studio dello Yorkshire a Felix Moon, chitarrista della band nella seconda metà degli anni Novanta, capitolo 6 de La Storia.
Il “bestione” targato Tsunami ha la pretesa di raccontare tutto, ma proprio tutto, di un cammino artistico declinato lungo nove full length ufficiali, da …In Death Of Steve Sylvester del 1988 a Rock’N’Roll Armageddon del 2018. La Storia non sarebbe tale e legittimata se a tirare le fila non vi fosse l’Entità, in grado di guidare Steve Sylvester attraverso mille difficoltà ma allo stesso tempo a “girarglisi contro” nel momento in cui lo stesso SS si prese, unilateralmente, certune licenze, evidentemente non gradite.
I Death SS, per molti, sono sinonimo di sventura e il libro in ossequio all’ironia che da sempre contraddistingue il power trio, asseconda queste credenze con dovizia di particolari, non sottacendo nulla ma raccontando i contrattempi e le sfighe varie che paiono sempre in agguato. Ma i Death SS sono come l’Araba Fenice, lo si sa, accostabili a quell’uccello mitologico che sa rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte e che simboleggia il potere della resilienza, ovvero la capacità di far fronte in maniera positiva alle avversità, coltivando le risorse che si trovano dentro se stesso o, nel caso specifico, dell’Entità.
Costellata da una serie di cambi di line-up da far impallidire, la creatura dannata di Steve Sylvester ha saputo produrre culto vero, nelle schiere dei fan, grazie a quell’alone di mistero che da sempre ne ammanta il cammino. Un allure determinato anche dalla portata dei vari personaggi che hanno accompagnato il leader attraverso vari decenni e che nel libro trovano il loro sacrosanto spazio. Il racconto, infatti, si innerva di moltissimi interventi esterni che ne rafforzano il fascino e nello stesso tempo mantengono alto “il tiro” del racconto nella sua interezza. Nonostante sia un monolite di quasi 600 pagine il libro possiede un ritmo elevato e sa emanare quella magia che spinge la lettura sempre più in avanti. Un contributo fondamentale, in questo senso, l’hanno fornito le presenze al femminile: Alessandra “Lilith” Simeone, Lara, Dhalila che, insieme con i vari AC Wild, Dario Caroli, Rolando Cappanera, Andy Panigada, Morby, Albert Simonini, Erik Lümen, più i moltissimi membri effettivi della band hanno aggiunto particolari su particolari e ricordi personali al già ricco racconto di SS. A fornire la classica ciliegina sulla torta, poi, un inedito di Beppe Riva.
Dentro La Storia vi sono, oltre alle cose serie e seriose, anche le tipiche baraccate da backstage, il sesso esplicito e tutto quanto fa spettacolo, ma più in generale il lavoro sprigiona aneddotica a gogò e le chicche si sprecano, che sono poi la benzina per far decollare le biografie, che altrimenti si limiterebbero a sterili e ripetitivi esercizi di memoria. Proprio per questo motivo è opera rivolta a chiunque nutra interesse nella Musica con la “M” maiuscola e nei suoi protagonisti, al di là del genere.
Il libro si completa con la prefazione di Tiziano Sclavi, l’inventore del personaggio dei fumetti Dylan Dog e di un capitolo intitolato “Dicono dei Death SS”, ove Attila (Mayhem), Pete Gill (Saxon, Motörhead), Tony Dolan (Atomkraft, Venom), Mike Browning (Morbid Angel), Snowy Shaw (Mercyful Fate), Mortiis (Emperor, Mortiis) rilasciano dichiarazioni a ruota libera sulla band e su Steve Sylvester.
…perché le storie, se non vengono raccontate, poi inevitabilmente si perdono
Steven Rich
E La Storia sarà libro che passerà… alla storia!
M – O – N – U – M – E – N – T – A – L – E
Marco “Into Eternity” Donè