Recensione libro: Nati Liberi, la Storia del Banco del Mutuo Soccorso
Nati Liberi
La storia del Banco del Mutuo Soccorso raccontata da Vittorio Nocenzi
di Vittorio Nocenzi con Francesco Villari
Gli Uragani 46 – 224 pagine + 16 a colori – CARTONATO – 16×23
€ 25.00
Nati Liberi possiede un incipit a dir poco spumeggiante. Oltre a narrare la genesi del Banco del Mutuo Soccorso, il libro griffato Tsunami Edizioni nei primi capitoli declina l’inizio del tutto.
Francesco Villari e Vittorio Nocenzi, fondatore del Banco (voce, pianoforte e tastiere) ricostruiscono la nascita e la prima evoluzione del rock secondo un modello che sino a questo momento pochi avevano sposato, beninteso nella sua interezza. Gli autori, totalmente privi di quella patina di romanticismo che spesso attanaglia certe disamine postume, analizzano il fenomeno portando degli esempi concreti che, nella loro lucidità, supportano appieno il loro racconto. Un’indagine affascinante, se vogliamo anche impietosa ma che fotografa al meglio il clima sociale, politico ed economico degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, quelli che hanno permesso al rock di crescere e di diventare adulto.
Nati Liberi inizia senza un briciolo di retorica revisionista, insomma, e questa sua peculiarità non fa che spingere ad addentrarsi nelle pagine successive, all’interno delle quali la temperatura cambia, la prosa si scioglie e la sottile ironia utilizzata a sprazzi da Villari, lungo le 224 pagine del lavoro, si prende il proprio spazio. Basti questo, a mo’ di esempio: il Banco del Mutuo Soccorso era alla ricerca disperata di un cantante, un personaggio dotato dal punto di vista tecnico e vocale ma che incarnasse anche il classico frontman sciupafemmine del periodo, alto, biondo, filiforme e con il look giusto. Si presentò e ottenne il posto Francesco Di Giacomo, ex voce de Le Esperienze. Un grandissimo, sia ben chiaro, ma non di certo un Adone…
Qualche colpo a vuoto Nati Liberi lo fa registrare attraverso l’analisi dell’equivalente del Nostro Wheels Of Steel/Strong Arm Of the Law/Denim and Leather, magico e irripetibile trittico che per il Mutuo Soccorso risponde ai nomi di Il Salvadanaio(Banco)/Darwin!/Io Sono Nato Libero, complice anche qualche iperbole letteraria di troppo. Una semplice perdita di ritmo, fisiologica in questi casi, che gli ultras del Banco apprezzeranno nella sua interezza, nonostante tutto. Uno spaccato voluto dagli autori, comunque, come spiegato a pagina 101 del libro.
Da “Banco” (Il capitolo) in poi la narrazione torna ad essere frizzante: cinquant’anni di milizia attiva, oltre cinquemila esibizioni live e diciannove album realizzati in studio non sono da tutti, fra cambi di line-up e lutti laceranti. A differenza di altre vicissitudini narrate su queste stesse pagine web a sfondo nero, Nati Liberi è scevro degli stereotipi legati a risse, alcool, sex & drugs ma sa dispensare succose e divertenti chicche assortite: La Stalla, Ben Hur, possessore e conduttore di una biga con delle ruote prese a prestito da una Fiat 500 e un asino a trainarla, i Panna Fredda a Gallipoli, le pellicce da donna imbrattate di fango, motoscafi noleggiati per trasportare strumenti, fan e musicisti.
La storia di una band un po’ fuori dagli schemi (due tastiere, quelle di Vittorio e Gianni Nocenzi all’interno della line-up per parecchio tempo, tre dischi diversi realizzati in anni differenti con lo stesso titolo, Banco), eclettica, alla quale l’etichetta prog è sempre andata molto stretta come il Banco del Mutuo Soccorso, andava raccontata. Villari, con gli interventi ad hoc di Nocenzi, l’ha fatto e l’ha fatto bene. Nati Liberi è il doveroso affresco letterario su di un gruppo imprescindibile che molti appassionati attendevano.
Il progressive non è un genere, ma la possibilità di contenerli tutti
Vittorio Nocenzi, pagina 46.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Francesco Di Giacomo (1947 – 2014)