Recensione libro: Node, As Book Kills, La biografia ufficiale
Node
As Book Kills
La biografia ufficiale
di Massimo Villa
Pagine 296
22 Euro
Gary D’Eramo, a tutti gli effetti il “Signor Node”, classe ’71, da Lecco (LC), è uno di quei personaggi ai quali l’heavy metal italiano tutto deve gratitudine, al di là degli steccati di genere. Lui, insieme con la sua band e idealmente in compagnia di Tommy Massara e Peso, per anni e anni si è esibito in tutti i buchi del… del Paese con i suoi Node – Extrema e Necrodeath ovviamente negli altri due casi – senza mai mollare di un millimetro di fronte alle numerosissime difficoltà alle quali si è trovato di fronte, anche a livello di vita vissuta extra musicale. C’era un tempo nel quale in qualsiasi rassegna di musica dura compariva una delle tre band sopraccitate. E questo indipendentemente dall’appeal della kermesse. I Node, così come gli Extrema e i Necrodeath hanno suonato talvolta anche di fronte a trenta persone – mi correggo, in un’occasione i primi di fronte a ben tre fan! – ma che valevano come trentamila, solamente perché erano lì per loro.
I Node vennero alla luce nel 1994 per volere di Steve Minelli, in quel momento già ex chitarrista dei Death SS, con i quali diede alla luce il formidabile Heavy Demons, nel 1991. Un gruppo estremo, così si diceva allora, capace, all’interno della traiettoria della propria carriera di attraversare diversi generi e sfumature, passando dall’alternative industrial degli inizi al più consolidato Deathrash degli ultimi lustri. Poi Minelli se ne andò e il timone rimase saldamente nelle mani del Gary D’Eramo sopraccitato, all’inizio cantante/chitarrista poi passato al basso, uno che ha saputo mantenere la barra dritta lungo tutti questi anni, puntando sempre e comunque a dar modo alla potenza della band di fuoriuscire fragorosa, sia in studio – con risultati alterni, invero – che dal vivo, in quest’ultimo caso riuscendovi appieno: da sempre i Node vengono definiti delle macchine da guerra.
Trent’anni ininterrotti di milizia attiva quest’anno, che andavano sacrosantamente celebrati, per il momento in due diverse modalità: l’uscita dell’album Canto VII, già disponibile per Nadir Music, una sorta di suggello alla carriera, un Seventh Seal in modalità Node e la biografia ufficiale cartacea, sotto forma di libro griffato Arcana Edizioni a opera di Massimo Villa & Node, oggetto della recensione.
Una parabola artistica e di vissuto che andava divulgata, quella della premiata ditta Gary D’Eramo & Co. perché, come già scrissi in altra occasione:
se le storie non vengono raccontate poi inevitabilmente si perdono
E avrebbe costituito peccato mortale tralasciare quella dei Node, patrimonio del Metallo Italiano tutto.
Gioie – tante – e dolori – in egual misura, anzi forse anche di più – si alternano lungo le quasi trecento pagine di As Book Kills che, come tutti i trattati in pieno spirito rock’n’roll marca la differenza, in positivo, nel momento in cui vengono snocciolati gli aneddoti della vita on the road.
Locali senza bagno ove se scappa sul serio la si fa in un sacchetto della spesa e bon, furgoni lasciati aperti ad arieggiare con un freddo becco fuori fra Copenhagen e Malmoe causa scoreggia imperiale da parte di un componente la band; cosa c’è di meglio, poi, se non attaccare briga con uno svedese ubriaco e molesto in stazione, sempre in Svezia dopo essersi fatti il sangue cattivo per tutto il giorno causa bus sbagliati e un ritardo mostruoso sulla tabella di marcia per raggiungere gli studi già approntati per il missaggio di un disco?
D’Eramo: per il canto non presi mai nessuna lezione e infatti la voce me la sono sputtanata, mi riscaldavo a birra.
Questi solamente alcuni estratti fra le miriadi di quelli presenti nel libro che, come impostazione, ricalca quello che per lo scriba è lo schema top, peraltro utilizzato con successo in pubblicazioni precedenti, che hanno fatto scuola, soprattutto una: ove possibile l’autore ha raccolto e riportato i pareri e i ricordi in prima persona dei vari personaggi coinvolti, così da rafforzare il racconto e la veridicità dei fatti.
Poi ovviamente non mancano i sempiterni scazzi fra musicisti, gli amori infranti, le sbronze colossali, le macchine sfasciate e le corse impossibili per arrivare in tempo al lavoro dopo una notte di bagordi e musica. Interessanti anche le foto presenti, tutte in bianco e nero, fra le quali spiccano quelle di un Gary D’Eramo giovanissimo, con la folta capigliatura al vento.
Da segnalare, fra pagina 236 e pagina 237 uno dei passaggi più alti, in termini emotivi, della letteratura metallara italiana degli ultimi decenni. Uno scritto struggente, commovente, da incidere nel granito per i posteri. Leggere per credere.
Dal primo concerto di spalla ai Death a suon di bestemmie del 6 ottobre 1995 a oggi di acqua sotto i ponti e di birra lungo i gargarozzi dei componenti la band ne è passata parecchia ma i Node sono ancora qua, fra noi, pronti a sputarci in faccia il loro Thrash Death senza compromessi.
Chapeau
Stefano “Steven Rich” Ricetti