Recensione libro: Ozzy, La Storia
OZZY LA STORIA
Ean13: 9788827601945
Autore: PAISLI KEN
Editore: CASTELLO
Collana: MUSICA
Pagine: 368
22 Euro
Diciamoci la verità. C’era proprio bisogno di un altro libro su Ozzy Osbourne? Vado a braccio, potrei anche sbagliarmi, ma la letteratura metallara sino a oggi ha letteralmente saccheggiato uomini, gesta e avventure afferenti Led Zeppelin, Iron Maiden, Metallica e, per l’appunto, Black Sabbath.
Indi, per tornare all’interrogativo di cui sopra, la risposta probabilmente più sensata è:
“Dipende da come è fatto…”.
Ozzy, La Storia, libro oggetto della recensione è un bel tomo di 352 pagine “reali”, nel senso che all’interno di queste vi è solo testo, nessuna foto qua e là e tutte le immagini sono relegate nella parte centrale del lavoro griffato Il Castello Editore: sedici facciate di begli scatti a colori.
L’autore è tal Ken Paisli, più volte recensito su queste stesse pagine web a sfondo nero. Che il tizio esista davvero piuttosto che no interessa poco e ancor meno se dietro quel nome e cognome si nasconda qualche italiano. Ciò che conta è quanto scrive e come lo scrive. Ozzy, La Storia, pur essendo lavoro poderoso, al netto di qualche refuso, scorre via che è un piacere e, alla fine, è la cosa che più si apprezza, in un libro. E’ scritto e impostato in maniera semplice, sa dare risalto ai fatti ma privilegia lo slancio fornito dall’aneddotica. E, in questo senso, l’autore ha realizzato un lavoro certosino: di ogni spunto “esterno” (e sono parecchi) è riportata la fonte, in caso di dubbio su certune dichiarazioni vengono indicate tutte quante così da suggellare poi l’avvenimento in sé. Un esempio su tutti la genesi del nome Black Sabbath.
Ozzy Osbourne, Bill Ward, Tony Iommi e Geezer Butler hanno scolpito la storia dell’heavy metal nel granito, spesso, come ben riportato ne La Storia, in maniera assolutamente inconsapevole. Leggere di gente che pativa la fame e che viveva la miseria nera per davvero (Iommi a parte, che se la passava un po’ meglio) e che poi ce l’ha fatta riporta a un periodo, il dopoguerra, che sembra lontanissimo nel tempo e che probabilmente i più giovani stentano a credere che sia esistito. Il libro fotografa al meglio, oltre a quel rollercoaster che è stata la carriera dei Black Sabbath e dell’Osbourne solista, i vari passaggi fra i vari momenti storici, senza mai annoiare. Fra un disco e l’altro, una sbronza, un trip, una litigata, un divorzio e una riabilitazione si arriva a gennaio 2020 mentre scorrono gli aneddoti che è un piacere. Per evitare di togliere il gusto di chi poi farà suo questo lavoro mi limiterò a elencarne tre fra i meno noti.
Cosa accade se il gestore di un pub tratta male i giovani Black Sabbath?
Semplice! Gli si defeca sul cofano della macchina! Facile pure indovinare chi si sia calato le braghe, in quel frangente…
Come si spegne un inizio di incendio in casa?
Con l’acqua? Noooooo… Moooolto meglio con una tinozza di sidro, per di più ubriachi fradici.
Se si viene invitati a cena dal boss della CBS Europe e a un certo punto finisce la caraffa del vino bianco cosa si fa?
Ovviamente ci si alza in piedi sul tavolo, belli alticci e ci si piscia dentro, davanti a tutti i commensali.
Tutto questo e molto altro è Ozzy, La Storia, un libro senza dubbio piacevole su due imprescindibili icone (Oz e i Sabs), nel bene e nel male, della musica dura mondiale.
Stefano “Steven Rich” Ricetti