Hard Rock

Recensione libro: Paul Stanley (Kiss), Dietro la Maschera (2023)

Di Stefano Ricetti - 27 Settembre 2023 - 10:14
Recensione libro: Paul Stanley (Kiss), Dietro la Maschera (2023)

DIETRO LA MASCHERA

La mia vita dentro e oltre la musica

di Paul Stanley

Collana I Cicloni

412 pagine + 16 a colori

Formato: 16×23

ISBN: 978-88-94859-76-8

24 Euro

Tsunami Edizioni

 

 

 

Cosa cavolo mi ero perso!

Nel 2014 uscì l’autobiografia di Paul Stanley dei Kiss, dal titolo Dietro la Maschera, la mia vita dentro e oltre la musica, traduzione italiana da parte di Barbara Caserta della versione originaria in lingua madre di Face The Music, A Life Exposed (HarperCollins Publishers).

La recensione di quell’edizione venne con gioia “appaltata” all’amico e grandissimo conoscitore del “Bacio” più famoso del globo terracqueo Andrea Ciccomartino che, da vero ultras pensante, se ne occupò in maniera egregia, ovviamente. E’ assolutamente normale all’interno di un portale heavy metal, nel momento in cui capita di imbattersi in una realizzazione che si sa a priori farebbe felice qualche titolato  appassionato, coinvolgerlo in maniera diretta nel momento in cui lo stesso possiede le capacità e l’equilibrio necessario per stendere un resoconto o una recensione, in veste di collaboratore occasionale.

Per questo motivo Dietro La Maschera sfuggì letteralmente dalle mie sgrinfie. L’occasione per tornare in argomento la fornisce, a sorpresa, la stessa Tsunami Edizioni lungo questo mese di settembre, nel momento in cui ristampa pari pari il libro del 2014, nove anni dopo la prima edizione, assecondando le svariate richieste ricevute dal proprio pubblico.

Parafrasando il grandissimo Leonardo Sciascia e concedendosi qualche licenza letteraria in chiave di lettura massimizzando il concetto, nel mondo dell’hard rock e dell’heavy metal esistono diverse tipologie di soggetti:

le rockstar, le mezze rockstar, quelli che pensano di esserlo e i quaquaraquà

Pochissime le vere rockstar, molte le mezze rockstar, tantissimi quelli che pensano di esserlo ma non lo sono e innumerevoli i quaquaraquà.

Paul Stanley fa parte della prima categoria. Nessun dubbio in merito.

Egli appartiene ai Kiss, li ha fondati e ne è il chitarrista e cantante. Una band tanto amata quanto discussa, poche le vie di mezzo. Accusati da più parti di essere dei buffoni pitturati, ‘tutto fumo e niente arrosto’, per dirla come lo stesso Starchild, di aver scritto per lo più musica priva di spessore, di badare solo al soldo in ogni momento della loro esistenza. Punti di vista con molto di vero ma è altrettanto vero che gli stessi hanno scritto delle pagine imprescindibili all’interno della storia dell’hard rock ma non solo, sdoganando un modo di essere e di porsi che ha aperto la via a migliaia di band successive. Dischi quali Kiss, Destroyer, Alive II, Lick It Up e Crazy Nights permangono dei prodotti di spessore, alternati a scivoloni della portata di The Elder.

Per tutti questi motivi le dichiarazioni riguardo la propria biografia da parte di uno che risiede nell’Olimpo assumono particolare valore:

«Le persone che incontro dicono che sono stato coraggioso a mettermi così tanto a nudo in questo libro, ma l’ho fatto perché io per primo avevo bisogno di riflettere sul senso della mia vita. So che in tanti potranno riconoscersi in alcune delle cose che racconto, ed è per questo che ho deciso di farlo, perché la mia storia possa servire anche a loro»

Paul Stanley poteva bellamente fregarsene di raccontarsi sino in fondo, mettendosi in discussione e rendendo pubbliche le proprie fragilità. Avrebbe potuto licenziare un’autobiografia patinata, smussata negli angoli ove omettere le cose più scabrose e intime e il risultato sarebbe cambiato di poco, al botteghino. Da che mondo è mondo da un po’ di anni a questa parte tutto quanto esce con il marchio Kiss ufficiale difficilmente si risolve in un flop, a tutti i livelli.

E invece no, Dentro la Maschera ha rappresentato un’operazione catartica, per lo Starchild, un modo per riversare su carta ricordi inconfessabili e rivelare al mondo quanto una rockstar sia pure sempre una persona, molte volte sola, soggetta a depressione, spesso priva degli affetti veri, attorniata da una moltitudine di yes man parassiti. I capelli lunghi a nascondere gli effetti della microtia, che lo affliggono da sempre e che lo hanno fatto crescere parzialmente sordo e le, per certi versi inattese, bordate verso il suo pard Gene Simmons mentre in qualche modo ci si poteva attendere quelle più prevedibili e puntualmente arrivate nei confronti di Ace Frehley, Peter Criss e Vinnie Vincent, con sullo sfondo l’ombra lunga della sanguinosa vicenda legata a Eric Carr, pregna di leggerezza e pressapochismo, una ferita lacerante che rimarrà per sempre aperta nel cuore di Stanley.

Quel corpo nella bara, che stringeva tra le mani un paio di bacchette della batteria, non sembrava affatto Eric. Non aveva l’aspetto di un essere umano. Sembrava un manichino. Il profumo dei fiori era intensissimo. Al punto che si riusciva a malapena a respirare. Ma io sentivo anche un altro profumo, l’odore dell’ostilità nei nostri confronti.

[estratto da pagina 305]

 

Un racconto onesto, schietto e senza filtri, che non risparmia nessuno, nemmeno lo stesso Paul, come riportato da Tsunami.

Buona lettura

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti