Recensione libro: Più Veloce! Le origini del grindcore e del power violence 1982-1986
Più Veloce!
Le origini del grindcore e del power violence 1982-1986
di Flavio Adducci
535 pagine
25 Euro
Flavio Adducci, fra gli altri, impazzisce per i Raven dei fratelli Gallagher.
E fin qui non c’è nulla da stupirsi.
Ognuno possiede i propri idoli, nel nostro mondo.
Poi, spesso, essi, oltre a costituire materia insindacabile, non fanno parte del mainstream del genere.
Adducci, già noto su queste pagine truemetallare a sfondo nero in occasione dell’uscita di Benvenuti all’Inferno, possiede una particolare predilezione (eufemismo) per ogni sorta di musica veloce. Anzi, mi correggo: più veloce!
Quindi vai di grindcore, hardcore e power violence, solo per citare le declinazioni più “famose”, mi si passi il termine…
Flavio qualche tempo fa si è messo di buzzo buono e ha realizzato un bestione di 535 pagine ove letteralmente scarnifica la storia della musica rumorosa e iperveloce attraverso una disamina nutrita da fatti inconfutabili ma soprattutto arricchita da momenti di prima mano raccolti personalmente negli anni, per il tramite di numerose interviste ai musicisti ma anche a quella variegata fauna umana che vi gira intorno. Ne è scaturito quindi un lavoro capace di regalare una quantità di materiale impressionante condito da chicche di assoluto interesse e scatti fotografici spesso inediti, raccolti ai vari concerti. Il taglio del saggio, uscito per Arcana Edizioni e intitolato non a caso Più Veloce! Le origini del grindcore e del power violence 1982-1986, è di respiro internazionale: si passa dagli obbligatori Stati Uniti al Sudafrica per poi approdare in ex Jugoslavia, in Inghilterra, Giappone e Australia ma anche in molti altri Paesi.
Adducci, a differenza di altri autori con la puzza sotto al naso, si immerge poi sacrosantamente anche nelle viscere del rumore italiano, conferendo ad esso lo spessore che si merita. Capita spesso, infatti, di imbattersi in opere letterarie dalla configurazione similare nelle quali lo Stivale viene accuratamente omesso adducendo a tale mancanza le “scuse” più incredibili così da evitare di sporcarsi le mani e poi dover magari render conto a questo e quello.
Operazioni come questa condotta da Flavio sono molto pericolose: essendo la tematica vastissima, la possibilità di “perdersi” risulta altissima e molto probabilmente per questo motivo il tomo abbraccia un periodo storico molto ben definito, lungo un lustro, più precisamente dal 1982 al 1986, permettendosi un colpo di coda in uno dei capitoli finali, Grindcrusher, tracimando di tre anni, sino al 1989.
Svariate risultano le band passate al setaccio, moltissime delle quali realmente oscure ai più, tanto che il tomo può essere tranquillamente indirizzato verso un pubblico trasversale – ovviamente sempre e comunque riferito alla velocità fatta musica – quindi rivolto agli amanti del grind, del punk hardcore, dell’Oi! ma anche dell’heavy metal estremo.
Asylum, Napalm Death, Negative FX, Raw Power, DRI, Sekunda, Odpadki Civilizacije, Die You Bastard, Moskwa, COC, Cryptic Slaughter, Carcass, Cripple Bastards, Infest… possono bastare, come semplice carrellata introduttiva?
I’m a fiend for fast hardcore
Always needing more
Play fast or die!
Più Veloce?
Un lavorone!
Stefano “Steven Rich” Ricetti