Recensione Libro: Rock is Dead, il libro nero sui misteri della musica
Rock is dead
Il libro nero sui misteri della musica
di F. T. Sandman, Epìsch Porzioni
Editore: Chinaski Edizioni
Collana: Voices
Data di Pubblicazione: maggio 2017
EAN: 9788899759247
ISBN: 8899759243
Pagine: 348
Formato: brossura
Euro 19
Rock is Dead, il libro nero sui misteri della musica è un bel tomo di 350 pagine che gronda morte, come da titolo inequivocabile. Il binomio fra il Grim Reaper e la musica dura, negli anni ha costituito quel quid in più che ha permesso al genere – nel senso più ampio del termine – di raccogliere consensi e soprattutto incassare quanto bastava. C’è poco da fare: il fatto morboso, il privato, “tira” che è un piacere in tutti i campi e ne siamo testimoni tutti i giorni in questi anni di anticultura imperante lobotomizzatrice.
F.T Sandman ed Episch Porzioni sono solo gli ultimi, per conto della Chinaski Edizioni, ad aver scandagliato i decessi più o meno famosi dell’empireo rock. Va però fatta una doverosa precisazione: accanto a personaggi fottutamente rockettari – Jimi Hendrix, Brian Jones, Elvis Presley, solo per citarne tre – vi sono tantissimi altri artisti che di rock hanno proprio poco, se non addirittura nulla. Uno su tutti: Mozart!
Quello che rende rock, evidentemente, per gli autori, è l’attitudine, l’impostazione, la modalità con la quale si porta avanti la propria esistenza e, in questo caso, ci possono stare alla grande personaggi come Peter Tosh. Rock is Dead è lavoro duro e crudo: poche concessioni alle immagini – una foto in bianco e nero per ogni artista coinvolto all’inizio del capitolo che lo riguarda – e poi via con una rapida carrellata sulle gesta artistiche e non del defunto di turno, con ovviamente ampio spazio alle modalità che ne hanno originato la morte.
La perfida accoppiata Sandman/Porzioni è tranchant nella propria esposizione, oltremodo sfidante: nessun piagnisteo o atteggiamento trombonistico all’interno degli oltre sessanta funerali celebrati nel volume dalla copertina nera. Ovvio che la parte del leone la facciano i compianti dell’hard’n’heavy, e ci mancherebbe pure il contrario vista la vocazione (anche) nei confronti dell’Acciaio spesso palesata dalla casa editrice ligure. Quindi spazio ai vari Kurt Cobain, Dimebag Darrell, Nicholas “Razzle” Dingley, Euronymous, Jeff Hanneman, Jon Nodtveidt e Randy Rhoads. Per gli italiani, sempre al di là delle etichette semplicistiche da supermarket – vedasi pistolotto sopra – i doverosi Luigi Tenco e Mia Martini.
Le vere chicche si annidano però nei personaggi che di primo acchito non richiamano alla mente nessun fatto specifico, morti più o meno dorate che sono andate ad affollare il sempre più vasto boot hill del rock…
Amen!
Stefano “Steven Rich” Ricetti