Recensione libro: The First 21, come sono diventato Nikki Sixx (Mötley Crüe)
THE FIRST 21 – Come sono diventato Nikki Sixx
Autore: SIXX NIKKI
Editore: CASTELLO
Collana: MUSICA
Pagine: 304
Ean13: 9788827602980
22 Euro
Ammetto di essermi approcciato a The First 21 di Nikki Sixx con un poco di diffidenza. Semplicemente perché la letteratura metallara ha sinora sfornato ampie documentazioni scritte sia sui Mötley Crüe che sui suoi stessi componenti. Basti citare The Dirt, The Heroin Diaries nelle sue due versioni e Tattoos & Tequila, tutti quanti recensiti su queste stesse pagine web a sfondo nero cuoio.
Ho viceversa cambiato idea sin dal primo capitolo, ove il bassista dei Crüe ha spiattellato, con una sincerità disarmante, situazioni sotto gli occhi di tutti ma che è scomodo raccontare, perché poi si perde in appeal, in machismo e ci si procurano danni di immagine. Un vero sacrilegio in quest’epoca dove sempre di più conta come e quanto ti poni piuttosto che quello che fai.
Basti riportare un piccolo stralcio da pagina 17, per capire il clima “da confessionale” che si respira lungo le 304 pagine dell’ultimo tomo sfornato da Il Castello Editore, collana Chinaski. Nulla di eclatante, invero, ma è altrettanto sicuro che certe cose non è poi così frequente trovarsele scritte da parte di una buona fetta delle nostre rockstar che, come tutti quanti godono della luce dei riflettori, fanno di tutto per sembrare invincibili, immuni allo scorrere del tempo, sempre à la page e via di questo passo.
“Quando sei giovane ti puoi presentare in sala prove con i postumi, indossando gli stessi vestiti da una settimana e per qualche motivo riesci ad avere un bell’aspetto. Pantaloni attillati, tacchi, capelli folti. Poi un giorno ti svegli e ti accorgi che è tutto molto più difficile. Partire in tour ti esaurisce. Sul palco sei carico come sempre ma il recupero è sempre più lento e tollerare chi ti sta intorno ti esaspera in fretta…”.
The First 21, come sono diventato Nikki Sixx parte con il “gasamento” dello stesso Franklin Carlton Serafino Feranna Jr. riguardo lo “Stadium Tour” messo in piedi a cavallo fra il 2019 e il 2020 da Live Nation dopo la ricomposizione dei Mötley. Una cosa mega galattica in grado di riempire, per l’appunto, gli stadi USA, in compagnia di supporter d’eccezione quali Def Leppard, Poison e Joan Jett. Sixx invero invitò anche David Lee Roth ma si sentì rispondere un laconico: “non apro per le band che io stesso ho influenzato…”. Sempre a proposito dello Stadium Tour, ri-schedulato per quest’anno, pare che le prevendite vadano a gonfie vele.
Poi scoppiò il Covid-19 e tutto se ne andò bellamente a quel paese. Sixx & family migrarono nel silenzioso e incontaminato Wyoming e Nikki iniziò a riandare indietro nel tempo, sfornando la trama, per l’appunto, del libro oggetto della recensione.
E da lì inizia un racconto struggente, che inanella successi e buchi nell’acqua, notti passate a dormire su di una panchina e vecchi amici con i quali si è condiviso tutto, anche i sogni, ma che hanno avuto sfortuna, tanta sfortuna, come Lizzie Grey dei London, che s’è beccato il Parkinson e nel 2019 è morto, a soli sessant’anni.
La storia della prima parte della vita del Frankie pre Nikki stenta a decollare, si perde il conto fra genitori assenti, nomi di parenti vari e traslochi a non finire fra una fattoria e l’altra negli Usa; dati e situazioni evidentemente obbligatori da riportare in un libro che si intitola “I miei primi 21”, ma che nell’economia di un lavoro rivolto ai die hard fan della musica dura risultano un po’ pallose.
L’opera viceversa riprende nerbo quando Sixx si trasferisce a Los Angeles, incontra tipini mica da ridere come Blackie Lawless, entra nei suoi Sister e poi viene sbattuto fuori dallo stesso Signor Nerino Senzalegge senza tanti complimenti. Inizia la parabola nei London con i sodali Dane Rage e Lizzie Grey, scazza con Kevin DuBrow (RIP) dei Quiet Riot e la cosa si trascinerà poi per un bel po’ a suon di stilettate sulla stampa. Frequenta gangster imbottiti di cocaina proprietari di vari locali di tendenza, scatena risse, diventa amico di Rhandy Rhoads (RIP) e conosce quanto sia pidocchio l’attore James Caan, così come non si fa mancare i contatti con un John Holmes (sì, proprio lui!) ormai emaciato. Patisce la fame, ruba, si droga, scrocca posti dove poter dormire… insomma, non si sottrae per nulla ai vari cliché del rock’n’roll condendo il proprio narrato in salsa agrodolce. Emblematica e lacerante, in questo senso, la frase che pronuncia a pagina 219:
“L’amicizia è una delle prime offerte che si sacrificano sull’altare dello showbusiness”.
Poi la meritata svolta, che lo porterà a divenire una star di livello mondiale, sebbene in chiaroscuro per via dei suoi comportamenti, con i Mötley Crüe.
Tutto questo è The First 21, i primi due decenni di vita più un anno di Nikki Sixx, l’uomo al quale hanno sempre fatto schifo i Rush!
Stefano “Steven Rich” Ricetti