Recensione libro: Type O Negative Slow, Deep and Hard. Parole, musica e gesta di Peter Steele
Type O Negative
Slow, Deep and Hard
Parole, musica e gesta di Peter Steele
di Francesco Nunziata
400 pagine
22 Euro
Peter non si era mai davvero sentito una rockstar, perché non amava quella vita fatta di fan adoranti, impegni ravvicinati e tour estenuanti. Tutto quello che desiderava era avere il tempo necessario per scrivere e suonare la propria musica, ma senza che ciò si trasformasse in un lavoro vero e proprio. Per lui, l’unico lavoro possibile era quello che, per alcuni anni, lo aveva tenuto a contatto con il verde dei parchi newyorkesi. Era il Green Man e gli piaceva esserlo. A un certo punto, però, aveva deciso di mollare tutto e diventare artista a tempo pieno. Chissà: forse senza la spaventosa routine dei tour, Peter non avrebbe mai avuto la tentazione di alleggerire la pressione con cocaina e alcol, sostanze di cui avrebbe abusato per anni e da cui si sarebbe allontanato solo con estremo sacrificio. Ci sta: è un pensiero legittimo. Ma qui bisogna essere realisti, direbbe Josh (Silver, tastierista dei Type O Negative), e ammettere che, in definitiva, le cose vanno come devono andare e noi non possiamo fare altro che prenderne atto, mentre crediamo di essere davvero padroni della nostra vita. Una vita che, a ben guardare, non è mai priva di ambiguità, incoerenze e paradossi, e questo soprattutto quando siamo convinti di aver imboccato la strada maestra di una logica inattaccabile. E se c’è una cosa che ho capito ripercorrendo la sua vita, analizzando la sua musica, scavando nei suoi testi e leggendo o ascoltando le sue interviste, questa cosa dice che Petrus Thomas Ratajczyk, in arte Peter Steele, ma per tutti noi solo e semplicemente Peter, fu un uomo, prima che un artista, che non ebbe timore di sviscerare i propri incubi e vivere fino in fondo le proprie contraddizioni, e anche per questo, a più di dodici anni dalla sua morte, continua a essere un’icona magnetica e, a conti fatti, davvero indistruttibile.
Questo un estratto da pagina 379 di Type O Negative, Slow, Deep and Hard, parole, musica e gesta di Peter Steele, tomo realizzato da Francesco Nunziata e pubblicato da Arcana Edizioni, oggetto della recensione.
Scrivere un libro con testimonianze di prima mano non ha prezzo, in termini di soddisfazione personale da parte dell’autore ma soprattutto perché, in un mondo preda di Internet e dei social media poter divulgare “l’ancora non detto” marca la differenza. Nunziata, infatti, si è preso la briga di interpellare tutte quante le persone funzionali alla sua idea di progetto e, con un sapiente lavoro di cucito ha integrato le informazioni raccolte all’interno di un canovaccio già ben strutturato di suo, poggiante su dati concreti rilevati da interviste, recensioni e stralci provenienti dalla stampa più variegata.
Type O Negative, Slow, Deep and Hard possiede il potere di scandagliare dentro le viscere più recondite di Petrus Thomas Ratajczyk, in arte Peter Steele, leader carismatico dei divisivi Type O Negative e ancor prima di Fallout e Carnivore. Un uomo controverso The Green Man, colui il quale aveva una predilezione naturale per il colore verde (come gli Overkill, del resto) per via della divisa che indossava quando si occupava della pulizia e della manutenzione dei giardini pubblici di New York ma anche per la pigmentazione delle pillole del Prozac, il farmaco che gli permetteva di stare a galla in un’esistenza tormentata. Un estimatore tanto di Black Sabbath, Venom e Witchfinder General quanto di Devo, U2, Duran Duran e Gary Numan. Nulla di sorprendente, in fondo: la musica e l’allure dei Type O Negative ha sempre incarnato un mix di influenze solo apparentemente in contrasto fra loro, fra gothic, doom, dark e HM.
Steele… un cognome artistico non direttamente derivato da Acciaio, come si potrebbe pensare di primo acchito per un musicista dedito all’heavy, ma dal dittatore russo Stalin. Personaggio sì carismatico ma molto complicato, Peter: un uomo che soffriva di depressione, cocainomane e che quando era in forma (eufemismo), si scolava sino a dodici bottiglie di vino rosso al giorno. Un emarginato, come si amava semplicemente definire.
Così come perfettamente esplicitato nella presentazione del lavoro griffato Arcana, Steele viene definito una artista controverso e geniale, dotato di una profonda voce baritonale e un gusto per la provocazione mai fine a sé stesso. Parole sacrosante. Sarebbe davvero ingeneroso non ammettere che quel gigantesco cristone di Peter, due metri e tre centimetri di altezza per un peso imprecisato non abbia influenzato, lungo una parabola musicale lunga quasi trent’anni, un numero imprecisato di metalhead, sebbene i Type O Negative non siano mai riusciti veramente a compiere il grande passo, quello che poi fa la differenza anche in termini economici e commerciali. Steele, poi, ci ha messo anche del suo a svuotare la cassa, come puntualmente narrato da Nunziata, sputtanando denari a destra e manca non solo negli stravizi ma a beneficio di un manipolo di astuti approfittatori, dipendenti dalle sue finanze. Peter, nonostante all’apparenza potesse sembrare l’anticristo, sguardo torvo, tutto stazza e muscoli con il poderoso basso retto da una catena a mo’ di tracolla, in realtà era infatti un uomo sin troppo buono. Tutte cose ampiamente sviscerate all’interno del tomo marchiato Arcana. In generale l’autore, per spirito di completismo, da pignolo e perfezionista qual è, quando necessario spiega adeguatamente concetti e situazioni citando fonti storiche, personaggi, richiami letterari e filosofici e aneddoti di varia natura. Se da un lato questo esercizio risulta particolarmente interessante è altrettanto vero che spezza irrimediabilmente il ritmo della lettura di un’opera di ben 400 pagine scritte fitte senza alcuna foto a corollario, in linea con i prodotti privi dell’ufficialità.
Dentro Type O Negative, Slow, Deep and Hard alberga l’infinita passione di Nunziata, riversata per intero fra le pieghe di un libro accattivante, capace tanto di inneggiare ad album epocali quali October Rust, Slow, Deep and Hard e Bloody Kisses quanto analizzare a fondo i gravi tormenti esistenziali che affliggevano Steele e che poi, molto probabilmente, contribuirono a causarne la morte.
I Type O Negative dalle nostre parti si esibirono in sole due occasioni: il 28 giugno 2003 a Bologna, al Summer Day in Hell e il 30 giugno 2007 al Gods of Metal svoltosi all’Idroscalo di Milano. Anche i Carnivore calcarono in tempi diversi il suolo italico.
Peter Steele oggi avrebbe 61 anni. La sua esistenza terminò il 14 aprile del 2010, quando ne aveva soltanto 48.
Johnny (Kelly, batterista dei Type O Negative) e Kenny (Hickey, chitarrista dei Type O Negative) lo avevano soprannominato “The Lemmy Of Goth”:
Poteva diventare come Lemmy, se ne sarebbe stato nel backstage con una groupie di vent’anni in una mano e una bottiglia di whisky nell’altra!
La storia invece prese una piega diversa…
Stefano “Steven Rich” Ricetti