Black Heavy Thrash

Recensione libro: Venom, The Demolition Years

Di Marco Donè - 21 Settembre 2023 - 8:08
Recensione libro: Venom, The Demolition Years

Venom, The Demolition Years

di Michele  “Mickey E. Vil” Savoldi

Collana gli Uragani

168 pagine

Formato 16×23

ISBN: 978-88-94859-75-1

Tsunami Edizioni

20 Euro

 

Negli ultimi anni l’ideale libreria atta ad accogliere le pubblicazioni legate alla musica dura ha registrato un florilegio di uscite, sia a livello nazionale che internazionale per quanto afferente i libri stampati in lingua madre. Band come Led Zeppelin, Black Sabbath, Guns N’ Roses, Iron Maiden, Kiss e Motley Crue sono state letteralmente prese d’assalto sin dagli albori.

Discorso a parte per le formazioni meno rilevanti a livello di seguito, che fanno storia a sé. Le grandi band e quelle di caratura appena sotto sono state ampiamente trattate in modalità classica, con qualche doverosa eccezione, va sottolineato, e si è quindi iniziato un nuovo filone legato all’approfondimento di determinate tematiche piuttosto che la trattazione dei periodi meno mediatici attraversati dai vari gruppi.

In quest’ottica si colloca a pieno merito nel novero Venom, The Demolition Years, opera del “nostro” Michele Savoldi, che all’interno del tomo targato Tsunami Edizioni si è firmato con il proprio nomignolo di battaglia, ossia “Mickey E. Vil”.

Un contributo, il suo, da vero archeologo del mondo Venom, supportato dalla sterminata discografia di Angelo Fumi, uno dei più grandi e riconosciuti collezionisti al mondo del trio di Newcastle. Ci fu un tempo, infatti, nel quale quei famigerati tre (Cronos, Mantas e Abaddon) dopo aver inconsapevolmente segnato il divenire della musica estrema, tanto da demarcare nella storia il periodo prima e il periodo dopo l’avvento dei Venom, gettano la spugna, per svariati motivi. La resurrezione avviene qualche tempo dopo, ed è proprio questo l’argomento cardine, come facilmente intuibile dal titolo, che viene preso in considerazione nel tomo Tsunami: il periodo dei Venom con Tony “Demolition Man” Dolan al basso e alla voce, colui il quale osò (si fa per dire, of course) sostituire lo storico e iconico Conrad “Cronos” Lant. Un lavoro, quello di Michele, che si può definire senza dubbio di nicchia, che lo ha costretto a scavare in un passato che ha registrato meno clamore mediatico del periodo precedente e che quindi sia a livello grafico che fotografico, oltre che informativo, ha richiesto uno sforzo notevole per poter essere riportato alla luce.

Si parte con la storia degli Atomkraft, il gruppo di Dolan, con belle chicche assortite, basti sapere che in un’occasione vennero pagati con dei ricambi meccanici per trattori! A seguire le vicende di Abaddon e del Mantas solista, quelle con i capelli cotonati e l’alto tradimento che perpetrò quando virò verso l’hard rock. Poi la disamina, con parecchi contributi esterni, del momento clou della narrazione (1988-1992), quello che ha portato alla pubblicazione di tre album, fra i quali il notevole Prime Evil da parte del trio formato da Dolan, Mantas e Abaddon in compagnia di altri musicisti, fra i quali spicca il chitarrista Al Barnes. Luci e (molte) ombre, anche a livello economico e di riscontri, a segnare una parabola molto particolare nella storia del gruppo inglese. Non poteva poi mancare, a mo’ di chiosa, un excursus sulle varie incarnazioni successive a nome Dryll, Prime Evil, M:Pire Of Evil e gli attuali Venom Incorporated (Venom Inc) mentre Cronos, per inciso, dopo essersi appropriato nel 2005 del moniker “Venom”, grazie a una scellerata concessione da parte dello stesso Mantas, continua la saga parallela con altri vari membri in formazione. Nel mezzo va ricordato, limitandosi a quello, che nel 1995 avvenne la reunion dei tre membri storici (Mantas, Cronos, Abaddon) che portò, oltre alla partecipazione a vari prestigiosi festival,  alla pubblicazione di Cast In Stone (1997). Poi successive, ulteriori burrasche, in pieno stile Venom, fra i soliti tre. Nota a margine: il periodo iniziale della formazione, quello fra il 1979 e il 1982, è già stato coperto da un altro libro Tsunami, uscito nel 2015, Metallo Nero, qui recensione.

Tornando all’opera di Michele Savoldi, sul finale ci si imbatte in ”Into The Fire!”, l’intervento a gamba tesa (non sanzionato) del “nostro” Stefano “Steven Rich” Ricetti a mo’ di postfazione, una voce fuori dal coro che fornisce un punto di vista differente sul mondo Venom, all’insegna della pluralità di opinione. Le prefazioni al libro sono invece vergate dal cronista Gianni Della Cioppa e da Steve Sylvester, leader dei Death SS.

 

Marco “Into Eternity” Donè