Recensione libro: White Skull, L’Anima del Teschio
White Skull – L’Anima del Teschio
di Marco Donè
440 pagine
Arcana Edizioni
22 Euro
L’attesa biografia dei White Skull è finalmente arrivata sugli scaffali delle librerie. L’opera, scritta dal “nostro” Marco “Into Eternity” Donè e intitolata “L’Anima del Teschio”, viene pubblicata dall’attivissima Arcana Edizioni, che negli ultimi tempi sta dando ampio spazio al metallo tricolore. “L’Anima del Teschio” è un titolo che calza a pennello con i contenuti che si trovano all’interno dello stesso tomo, visto che i White Skull hanno deciso di raccontarsi a cuore aperto, permettendo a chi si accinge alla lettura di entrare idealmente nel backstage della band.
La storia parte dagli inizi, fornendo la possibilità di conoscere come i singoli musicisti abbiano iniziato ad appassionarsi alla musica, e all’heavy metal in particolare. Si comprende cosa abbia significato iniziare a suonare uno strumento nel Veneto degli anni Ottanta, con quella mentalità chiusa, incentrata solo sul lavoro, che caratterizzava le famiglie di quelle zone in quegli anni. Vengono passate al setaccio tutte le difficoltà affrontate dai White Skull nei loro primi anni di vita, ma grazie alla passione, al credo e alla tenacia, Tony Fontò e compagni sono andati avanti, ottenendo grandi soddisfazioni, sino a essere messi sotto contratto dalla Nuclear Blast. I vicentini svelano poi aspetti della propria storia rimasti celati fino a ora, come gli avvenimenti che hanno caratterizzato il periodo turbolento vissuto dalla band, quello che va da “The XIII Skull” a “Forever Fight”, compresi. Un periodo in cui i White Skull sono stati vicino allo scioglimento. Non mancano le bordate nei confronti di alcuni ex componenti, situazioni spesso poi ricomposte negli anni, mentre in alcuni casi verrà eretto un vero e proprio muro. Si fornisce poi ampio spazio alle reali cause che hanno portato Federica De Boni a mollare nel 2001 e come sia avvenuto il suo rientro in formazione, nel 2010, evento che ha di fatto sancito la rinascita dei Teschi.
La narrazione è portata avanti dall’autore con passione e trasporto, aiutato in questo aspetto da molti interventi in prima persona di Tony e compagni, una caratteristica che permette di immedesimarsi completamente nel racconto, vivendolo con totale coinvolgimento. Con un pizzico di vena romantica, tipica delle biografie ufficiali, vengono rivisitate le gesta di una band che ha vissuto e segnato gli anni Novanta, un decennio importantissimo per la musica dura tricolore, in cui le formazioni nostrane hanno potuto lasciare il segno, sfondando in Italia e facendo parlare di sé anche oltreconfine. Un periodo caratterizzato da passione e sudore, rispetto e fratellanza ma anche molte contraddizioni tipiche del Nostro Paese. “L’Anima del Teschio”, oltre a sviscerare la storia dei “magnagati” più famosi dell’empireo HM tricolore fornisce la possibilità di rivivere un periodo irripetibile, per chi si alimentava di un sogno musicale dai contorni duri. E lo fa raccontando le gesta di una delle band più significative di quel movimento. Proprio in questa direzione va segnalata l’azzeccata prefazione di Maurizio Chiarello, fondatore dell’etichetta Underground Symphony, colui che lanciò i White Skull nel 1995. Righe sentite, le sue, colme di trasporto, che descrivono alla perfezione cosa sono stati gli anni Novanta e come i tempi, ai giorni nostri, siano completamente cambiati, in termini di valori, soprattutto.
Non possono ovviamente mancare degli aneddoti divertenti e spassosi, come il racconto in cui “i gioielli di famiglia” di Fabio Pozzato hanno rischiato di finire arrostiti, sul palco, o l’imprevedibile pomeriggio trascorso in compagnia di Attila Csihar, in un festival, in Lituania. Interessanti, poi, alcuni approfondimenti, in particolare l’analisi dei testi di ogni disco, un qualcosa che permette di conoscere ulteriormente la band, nel suo io più profondo, evidenziando grandi contenuti, sebbene inevitabilmente rompa il buon ritmo della lettura, peculiarità del libro vergato Arcana.
Il lavoro dalla copertina damascata si conclude con due appendici: nella prima trovano spazio le recensioni di tutti i dischi dei vicentini, a opera dell’autore, nella seconda, invece, sono raccolti i pensieri di un lungo elenco di musicisti e addetti ai lavori che hanno espresso un loro parere sugli Skulls.
440 pagine fra le quali più di una ventina contenenti foto in bianco e nero, questo è “L’Anima del Teschio”, una lettura consigliata che si presta a farsi “divorare” con trasporto e coinvolgimento da parte di chi ama per davvero quella musica fantastica che è l’heavy metal, della quale i White Skull sono illustri ministri.
Stefano “Steven Rich” Ricetti