Recensioni libri Black Sabbath: Sabotage! e Born Again!
BLACK SABBATH: SABOTAGE!
I Black Sabbath negli Anni Settanta
di Martin Popoff
Gli Uragani – 304 pagine + 16 a colori – 16×23
EAN: 9788894859317
€22.00
BLACK SABBATH: BORN AGAIN!
I Black Sabbath negli Anni Ottanta e Novanta
di Martin Popoff
Gli Uragani 43 – 288 pagine + 16 a colori – 16×23
ISBN 978-88-94859-46-1
€22.00
Quali i migliori dischi dei Black Sabbath?
Headless Cross, Tyr, Eternal Idol.
Ehm… ehm… mah, e Ozzy?
Ti rispondo citando Ray Gillen, Tony Martin, Cozy Powell, Dave “The Beast” Spitz…
Ok, dei grandi, ma il periodo Ozzy?
One moment, please… I Black Sabbath sono magici perché all’interno della loro lunga parabola artistica sono riusciti ad accontentare un po’ tutti gli amanti della musica dura nelle varie sue declinazioni. Quelli degli anni Settanta hanno inventato l’heavy metal, senza se e senza ma. La formazione con Ozzy ha codificato le coordinate del genere e definito quelle del Doom. Immensi, non replicabili. Chapeau.
Di quel periodo quali gli highlight?
Molti, diversificati e sfaccettati. Difficile rispondere, i Sabs hanno cambiato molto album dopo album seppur mantenendo vivo quel file rouge metallico che li ha sempre accompagnati. Senza dubbio Black Sabbath, Paranoid e Master Of Reality incarnano uno dei trittici meglio riusciti della musica mondiale. Ma anche gli altri dischi successivi, sempre con Oz, hanno saputo regalare perle di valore.
Hai citato Martin e Gillen in apertura: Ronnie James Dio, Ian Gillan e Glenn Hughes dove li mettiamo?
In prima linea! Anche se in questo caso, essendo grandissimi interpreti ma che sono succeduti a Osbourne con Oz ancora “fresco”nel cuore dei fan, le reazioni di questi ultimi furono in certuni casi feroci. Per molti, ancora oggi, Ozzy rimane L’UNICO CANTANTE DEI BLACK SABBATH. Nonostante la notevole caratura di tutti gli altri. Heaven And Hell è un discone, Born Again e Seventh Star hanno il loro perché, comunque, sebbene alcuni ultras della balconata continuino a recriminare che quest’ultimo sarebbe dovuto uscire come “Iommi”, Tony Iommi Project”, “Tony Iommi Band” e non con il moniker Black Sabbath in copertina. Il disco meno Black Sabbath dei Black Sabbath, insomma, di tutta la discografia, sebbene moooolto affascinante…
Esiste una letteratura metallica sterminata sulla band di Birmingham.
Si, sebbene in qualche caso, essendo la storia del gruppo molto corposa, l’aspetto didascalico abbia prevalso sul resto, a sfavore del “ritmo”. Da ottobre 2019 è disponibile Sabotage! I Black Sabbath negli anni Settanta e da qualche settimana, sempre Tsunami Edizioni, ha sfornato l’attesissimo sequel intitolato Born Again! I Black Sabbath negli anni Ottanta e Novanta.
Caratteristiche?
Due libri massicci ma non esagerati, sulle trecento pagine, tradotti in lingua italiana da Stefania Renzetti. “Sabotage!” abbraccia i momenti legati a Black Sabbath, Paranoid, Master Of Reality, Vol.4, Sabbath Bloody Sabbath, Sabotage, Technical Ecstasy e Never Say Die! “Born Again!” riprende il discorso da Heaven And Hell e chiude con il live Reunion, attraverso Mob Rules, Live Evil, Born Again, Seventh Star, The Eternal Idol, Headless Cross, Tyr, Dehumanizer, Cross Purposes e Forbidden.
Autore?
Il solito Popoff, lo stakanovista canadese dalla penna acciaiosa. L’uomo che si narra abbia realizzato più recensioni e più libri a tema metallico di tutti, a livello mondiale. Un vero recordman.
Lo stile, il consueto?
Si, che trovo affinato nel tempo, più malizioso, più accattivante, perché Popoff qualche bella “imbarcata” se l’è presa, in passato. Nel caso di questa doppietta griffata Tsunami il crazy canuck si è comunque superato. Raccontare la storia dei Black Sabbath non è impresa semplice, il loro è un percorso trasversale, che trascende e talvolta prescinde la musica. Popoff si è fatto un mazzo tanto ma è riuscito a rendere frizzante la lettura, andando a scovare, da buon archeologo siderurgico qual è, chicche su chicche e notazioni funzionali al racconto. Il tutto ben miscelato e condito da rivelazioni personali, che contribuiscono ad alimentare il ritmo. Ovvio che così facendo qualche particolare tecnico se lo sia perso per strada, ma ritengo abbia fatto un eccellente lavoro.
Quale il migliore, fra i due libri?
Dipende da chi legge. Inevitabilmente la fa da padrone il preconcetto. Se uno è affezionato al periodo Ozzy ricaverà adrenalina ad ogni pagina del primo, “Sabotage!”, mentre il secondo incarnerà una lettura più rilassata, benché arricchente. Discorso inverso per coloro i quali stravedono ad esempio per Tony Martin e per l’heavy fucking metal epico e diretto di quel periodo, ricompreso appunto in “Born Again! I Black Sabbath negli anni Ottanta e Novanta”. Certo è che quest’ultimo nato va disseppellire un momento senza dubbio meno documentato all’interno della lunghissima parabola artistica dei Black Sabbath, e quindi si presta a stupire di più, giocoforza.
Come vengono trattati i momenti nodali di quel periodo?
Popoff va di guanti e bisturi, secondo me in maniera esauriente snocciola quello che ci si attende venga snocciolato senza perdersi in questioni di lana caprina. Ero particolarmente ansioso di sapere qualcosa di più sulle vicende legate all’immenso Ray Gillen con i Sabs, ad esempio. E ai vari cambi dietro al microfono, che hanno visto monumenti quali Hughes, Martin e Gillan sfilare a fianco di sua maestà Iommi. Tutti passaggi tratteggiati in maniera egregia da Popoff.
A livello di foto come sono messi, i due lavori?
Benino, ma nulla di più. Da sempre le opere targate Popoff non eccellono in queste cose. Le bio ufficiali annichiliscono il 95% dei prodotti “individuali”, per ovvi motivi legati al possesso dei diritti delle fonti e alla vastità degli archivi a disposizione, dai quali pescare a piene mani. Ma va sottolineato che questi due tomi Black Sabbath sono prodotti creati nativamente per essere letti, quindi grande attenzione al contenuto e non agli aspetti legati alla grafica e alle foto.
Consiglieresti l’acquisto di entrambi?
Si, sia a chi dei Black Sabbath sa tutto, o pensa di conoscere tutto, ma anche a coloro i quali vogliono semplicemente avventurarsi nella storia, raccontata in maniera dinamica, di una fra le più grandi heavy metal band del mondo. Popoff è riuscito a non essere mai “pesante”. E non è poco…
Il titolo di un pezzo a suggellare il primo libro, “Sabotage!”.
Children Of The Grave da Master Of Reality
Stessa domanda per “Born Again!”…
The Shining con Ray Gillen alla voce, tratto dalla ristampa deluxe di Eternal Idol operata della Sanctuary, del 2010.
Una chicca per libro raccontata da Popoff che vale la pena di svelare
All’interno di “Sabotage!” il grande Bill Ward regala aneddoti sul tour australiano, periodo Sabbath Bloody Sabbath:
“Una volta sono stato spogliato e piazzato nella fontana che si trova nel centro di Sydney. Ci sono state tante situazioni in cui sono tornato hotel con a malapena le mutande addosso, coperto di merda e chissà cos’altro! Sapevo che tutti si sarebbero fatti delle gran risate, così chiedevo moto educatamente le mie chiavi, mentre la gente mi guardava tipo: “Oh mio Dio, chi è questo matto?”.
Mentre su “Born Again!”, sciovinisticamente, anche se non ho ricordo della cosa, quando Tony Martin rimembra così una loro calata italica:
“Nel 1987 abbiamo dovuto annullare una data a Roma perché c’era il Papa in un’arena e ci hanno spostati in un teatro. Siamo passati da un’arena di diecimila posti a un teatro da tremila. Dei ragazzi erano rimasti fuori ed è arrivato l’esercito, e hanno sparato a qualcuno. Capitava di tutto. Così abbiamo fatto tre quarti del concerto ma poi abbiamo dovuto smettere perché stavano scuotendo i tour bus ed era un macello. Ma ci è andata bene”.
Bon, an sé a post, ciao Steven.
Ciao, amico immaginario borchiato.
Stefano “Steven Rich” Ricetti