Speciale: Queen – Sudditi borchiati
I Queen hanno rotto i coglioni, diciamolo.
Non c’è radio che non li passi, non c’è pop star che non dichiari il suo amore per la band, i tributi si moltiplicano e in giro si trovano i vestiti di Carnevale per chi vuole essere Mercury per un giorno (o per una notte…).
Qualcuno tenta l’impossibile cercando di emulare la chioma riccioluta di Brian May, capigliatura che l’allora giovane chitarrista si costruì da solo grazie al legno di un caminetto (è una parrucca di trucioli, guardatela bene).
In rete aumentano i correttori di bozze mercuryani (“non si scrive Freddy, si scrive Freddie”) e ora c’è il film del quale discutono tutti. Queen di qua, Queen di là. Ne parla chi lo ha visto senza conoscere la discografia del gruppo, ne parla chi conosce il nome dei sei figli di John Deacon, ne parlano quelli che non l’hanno visto perché “tanto sarà una cagata commerciale”.
Ma che c’entrano i Queen col metal? Parecchio, direi. L’elenco di band e artisti che si sono ispirati o hanno dichiarato la propria ammirazione nei riguardi della band inglese, eseguendo cover o raccontando aneddoti, è quasi infinita. Notissime anche le frequentazioni e gli sconfinamenti di Brian May in ambiti metallici, avendo collaborato con Black Sabbath, Motorhead, Eddie Van Halen, Cozy Powell, Eric Singer, Steve Vai e mille altri. Ha inoltre prodotto gli album di band hard&heavy come Heavy Pettin’ e Quartz (escludo i Bad News, sostanzialmente un progetto farsesco alla Spinal Tap). Roger Taylor invece ha collaborato con Yoshiki dei grandi X Japan.
Ma torniamo ai gruppi più o meno metal che amano e/o si sono ispirati ai Queen.
Quelli maggiormente noti presero parte al Freddie Mercury Tribute: Guns, Metallica (ottima la loro cover di “Stone cold crazy”), Extreme e Def Leppard. Volendo andare oltre, però, di roba da citare ce n’è a pacchi.
Il settore power-speed è senza dubbio quello con la rappresentanza più numerosa: gli Helloween hanno rifatto ‘Sheer heart attack’, gli ottimi Scanner di “Ball of the damned” hanno riproposto ‘Innuendo’, dei Blind Guardian ricorderete la bella cover di ‘Spread your wings’, i Metalium hanno metallizzato ‘The show must go on’; meno nota è la colpevolmente trascurata ‘White man’, rifatta dagli Stormwind.
Restando in territori power, ma di un power diverso, ricordo una versione live di ‘Bohemian rhapsody’ a firma Helloïse, una cover (in studio) di ‘Who wants to live forever’ da parte degli ormai dimenticati After Forever e quella di ‘We will rock you’ (la versione veloce però, quella che apre il “Live killers”) eseguita dai nostrani Kaledon. E anche dagli americani Seasons Of The Wolf per un album-tributo, ora che ci penso.
Tra le band sudamericane val la pena citare i Symbolica (‘Innuendo’) e i Lorihen (‘I want it all’).
Gli attestati di stima, però, sono piovuti da più parti anche in assenza di cover.
I toscani Domine, per esempio, hanno dedicato la bellissima ballata ‘For evermore’ alla band britannica (l’indicazione è presente nel libretto dell’album “Stormbringer ruler”). Gli Shadow Gallery hanno dichiarato apertamente (“Flash” numero 117) tutto il loro amore per la band, così come gli Angra. Matos e Lione hanno spesso cantato pezzi dei Queen, tra l’altro. I Gamma Ray, a loro volta, sono stati influenzati dal rock magniloquente dei quattro inglesi: una ‘The silence’ è talmente queeniana da non lasciare dubbi al riguardo. I grandi Rough Silk furono lanciati come “i Queen del metal” e un motivo ci sarà.
Nel migliore degli album-tributo dedicati alla Regina, ovvero “Dragon attack”, compaiono inoltre Impellitteri, Marty Friedman, LaBrie, Lemmy, Ted Nugent, Glenn Hughes, Jack Lee, Malmsteen, Mark Boals, addirittura tre quinti dei vecchi Anthrax con una trascinante versione di ‘It’s late’.
A proposito di thrash metal: fa specie pensare che tanti gruppi di un genere così duro abbiano omaggiato i Queen, ma agli Anthrax e ai Metallica bisogna effettivamente aggiungere alcuni nomi. Penso agli Hallows Eve, che hanno registrato la loro versione di ‘Sheer heart attack’. O agli Heathen, autori di una bella cover di ‘Death on two legs’. I polacchi Wolf Spider, una delle band più famose del thrash dell’Est Europa, coverizzarono in maniera assai divertente ‘Mustapha’ nel loro album del 1991 “Drifting in the sullen sea” (ma attenzione perché il brano si trova solo nella versione CD). E di recente i notissimi Testament si sono lanciati in una cover – ahimè non irresistibile – di ‘Dragon attack’.
Nell’hard rock ci si sbriga prima a elencare le poche band che non apprezzano i Queen che a menzionare tutte quelle debitrici. Tra i migliori cito i Talisman di Jeff Scott Soto (che coi Queen e relativo Fan club ha pure collaborato), alle prese con ‘Let me entertain you’; Jorn Lande ha coverizzato molto bene ‘Killer queen’; Kevin DuBrow dei Quiet Riot registrò una cover di ‘Modern times rock ‘n’ roll’ nel suo unico album da solista, “In for the kill”. E nel 1992 gli Slaughter dedicarono “The wild life” a Freddie Mercury, deceduto appena l’anno prima.
Ah, dimenticavo ‘Tie your mother down’ in versione L.A. Guns.
Nel metal classico, oltre ai nomi già citati, è impossibile sottacere il duetto tra Bruce Dickinson e Montserrat Caballé in una bella versione orchestrale del capolavoro ‘Bohemian rhapsody’ ma visto che ci sono aggiungo la sorprendente cover di ‘Ogre battle’ da parte degli schizzatissimi Raven.
E se pensate che i gruppi più moderni della scena hard/metal non subiscano il fascino esercitato da Mercury e soci vi tocca rimediare ascoltando i Between The Buried And Me (cover di ‘Bicycle race’ e ‘Bohemian rhapsody’ per loro), Adrenaline Mob (alle prese con ‘Tie your mother down’) e Lords Of Black (cover di ‘Innuendo’, bonus presente nell’album “II” e riservata – tanto per cambiare – ai metallari giapponesi).
Per quale motivo i Queen sono così apprezzati da chi ascolta e suona metal? Beh, preciso che non sono in pochi a odiarli o a ritenerli “sopravvalutati”, aggettivo-cardine del revisionismo 2.0 assieme al gemello eterozigote (“sottovalutati”).
Ci sta, non è che uno deve imporsi di apprezzare tutto. Ma al di là di questo, generalmente chi ascolta heavy metal gradisce almeno in parte i Queen, per varie ragioni. Da un lato la loro musica arriva dall’hard rock dei Settanta e quasi sempre è pilotata dalla chitarra elettrica di May, il che aiuta parecchio visto che l’heavy metal ha le stesse origini e le stesse caratteristiche. Inoltre i metallari sono storicamente inclini ad apprezzare il talento vocale e strumentale, cosa che coi Queen riesce facile, non essendo esattamente un gruppo di sprovveduti.
Aggiungo che tra le formazioni rock o pop-rock più “popolari” (dai Beatles ai Coldplay, per capirci) i Queen hanno scritto i pezzi più metal in assoluto: bastano i primi trenta secondi di “The hitman”, l’assolo in apertura di “Gimme the prize”, il riffone di “Was it all worth it” e/o la parte centrale di “Father to son” a spazzare via intere discografie. C’è un’anima heavy in molti dei loro pezzi.
Ultimo ma non ultimo: i metallari che hanno superato l’età puberale e sanno allacciarsi le scarpe da soli hanno spesso gusti variegati, tengono la mente aperta quel tanto che basta per lasciar filtrare buona musica (ogni genere e sottogenere ha le sue eccellenze) e, di contro, impedire l’accesso a tanta roba inutilmente pompata dai media.
C’è perfino qualcuno che, a causa della sovraesposizione mediatica dei Queen, inizia a scrivere un piccolo speciale su di loro affermando scherzosamente che “hanno rotto i coglioni”, salvo poi gettare la maschera e lasciar capire a tutti di amarli ancora oggi, dopo quasi trent’anni di ascolti.
Quel qualcuno ricorda anche di aver letto, in rete, la dicharazione di un tale che sosteneva quanto segue: se volete testare la competenza musicale di chi vi sta di fronte, chiedetegli un parere sui Queen. Se dice di apprezzarli, potete stare tranquilli che non capisce un cazzo.
Orgoglioso di non capire un cazzo come molti dei miei eroi musicali, alcuni dei quali citati quassù, e di poter chiudere questo articolo porgendo un inchino alla sola Regina che ne meriti davvero uno.
P.S.
I gruppi di metal estremo hanno mai realizzato una cover dei Queen? Beh, ho cercato su YouTube e parrebbe di “no”. Però c’è il cantante degli Acrania, Luke Griffin, che ha piazzato linee vocali estreme (scream, growl, pigsqueal, wc net, eccetera) sulla base originaria di ‘Bohemian Rhapsody‘, con tanto di duetto finale con Freddie Mercury.
Vi assicuro che il risultato è esilarante.