Stay Brutal: Puntata dieci – intervista a Gary dei Node
Tra le pagine di Stay Brutal approda una band con 30 anni di carriera alle spalle, capitanata da Gary, membro storico e portavoce dei Node. Con lui abbiamo affrontato diversi temi: musica, attualità, film, ma soprattutto anche a lui ho fatto la fatidica domanda: “cosa è veramente brutale”?!
Intervista a cura di Trevor Sadist
Stay Brutal è la mia rubrica, si affrontano diversi argomenti: musica, arte, natura, attualità, società. Domanda di rito, per te Gary, cos’è davvero brutale?
Per me la società nella quale viviamo in questo periodo storico è ciò che trovo più brutale in assoluto. Una brutalità che nasce dalla mancanza totale di empatia, dallo scontro fra fazioni incentrato sull’avere ragione a tutti i costi invece che guardarsi e discutere per raggiungere il bene comune, il malessere interno di molti di noi che diventa rabbia e poi manipolazione delle emozioni, sull’arroganza spietata e l’indifferenza nei confronti di chi versa in condizioni più difficili. Una brutalità raffinata che ti fa a pezzi dentro, e fa a pezzi soprattutto chi vive la propria vita seguendo dei valori vivendola con passione e impegno.
Quest’anno si celebrano 30 anni di attività della tua band, i Node, grande traguardo, cosa mi dici a riguardo?
Credo che sia un traguardo importante, soprattutto in un paese dove il metal non fa parte della cultura popolare della nazione nella quale viviamo. Per quasi tutti noi della vecchia guardia sono stati anni difficili che solo raramente hanno regalato delle soddisfazioni, ma sono serviti per temprare il carattere davanti alle difficoltà e diventare uomini. E tutto questo è stato un motore alimentato da una grande passione , sul piano personale ho avuto la fortuna di incontrare tantissime persone dalle quali ho potuto imparare molto sia all’interno dei Node che fuori. Trent’anni sono una vita, iniziare tutto quando avevo 23 anni praticamente un ragazzino e mettermi in marcia per questo percorso arrivando ora a quasi 53 anni con lo stesso entusiasmo, la stessa voglia e le stesse energie ma più maturo consapevole e ponderato. Crescere in maniera sana e assorbire le esperienze che la vita ti mette davanti grazie alla propria passione credo sia stata e sia tuttora una fortuna grandissima. Allo stesso tempo ho visto la scena crescere e trasformarsi sul piano qualitativo arrivando fino a eguagliare e in certi casi anche superare le tanto conclamate scene estere che tutti noi ammiravamo 30 anni fa. Peccato solo sia mancata quella fiducia e quella visione di addetti ai lavori e pubblico del nostro settore che in molti casi non ha permesso di arrivare anche a qualcosa di veramente concreto sul piano dei numeri. Non parlo solo di noi ma in generale. Però a conti fatti è solamente un dettaglio perché non ha minimamente affievolito la passione, questo conta veramente.
A proposito di Node, c’è mai stato un momento che hai detto mollo tutto e apro un bar a Santo Domingo?
Mai!!! Ho sempre creduto in quello che faccio senza dare peso al fatto che le delusioni abbiano ampiamente superato di gran lunga le soddisfazioni e i trionfi. Mi sono ritrovato da solo diverse volte con i cocci rotti voltando pagina, prendendo nuova argilla e ricominciando il lavoro da capo sia nella musica sia nella vita. Io sono nato per vivere così, credo che ognuno abbia uno scopo nella vita e il mio sia stato quello di ricominciare da capo e lavorare sodo dopo ogni esperienza negativa con un insegnamento e un bagaglio di esperienza in più.. Non sarei mai arrivato a CANTO VII se avessi abbandonato tutto dopo i cataclismi che ci hanno travolto uno dopo l’altro anni fa, così come non sarei mai arrivato a DAS KAPITAL se a fine anni 90 avessi abbandonato tutto quando Steve Minelli se ne andò lasciandomi in mano tutto. Io vedo la vita come un ricominciare da capo e rinnovarsi sempre un po’, come una sorta di visione dell’infinito. Riassumerei la mia vita e questi 30 anni dei Node citando i grandissimi Negazione: “ Lo spirito continua, continua lo spirito dietro lamenti melodiosi, risuona la voce di un vecchio a raccontare il senso di una vita”.
Confesso che mi mette quasi i brividi perché mi ci trovo dentro alla grande in questi versi.
Thrash, Death Metal, i Node si collocano a metà, in tutto questo credi che i Node siano brutali?
I Node in ogni album hanno sempre inserito le attitudini e le influenze di ogni membro che ne ha fatto parte. Abbiamo sempre creato musica senza prevaricare l’uno sull’altro tranne forse nel periodo iniziale. Nessuno di noi si è mai preoccupato di seguire un filone, uno stile o uno schema, quando qualcosa ci piaceva lo si è sempre inserito all’interno di una composizione. Ovviamente tutti siamo sempre stati amanti del Death e del Thrash soprattutto durante il periodo Das Kapital e si sente, così come nell’ultimo capitolo CANTO VII e con questa nuova formazione si sente questa volontà di inserire moltissima sperimentazione insieme a sonorità vintage degli immortali anni 70 in alcuni episodi. In questa nuova fase della band aggiungerei Death Thrash con una marcata spruzzata di Progressive rock.
La brutalità beh in alcune fasi la troviamo e sicuramente è una nostra caratteristica ma una delle tante che qua e là si affaccia e si fa sentire ma senza prevaricare troppo sulle altre, un po’ come ognuno di noi quando scrive i pezzi . Diciamo che è una componente importante ma col livello di importanza di tutte le altre sfaccettature del nostro stile.
Nel corso degli anni la line-up si è rinnovata, uscite, nuove entrate, questa formazione credi possa essere quella definitiva?
Lo spero anche perché questa è la formazione più completa sia dal punto di vista tecnico/compositivo che sul piano umano. Nell’arco di questi 30 anni ho sempre avuto la fortuna di suonare insieme a delle persone preparatissime e meravigliose però ora credo di avere avuto veramente il meglio in entrambe le cose. Anche per quanto riguarda simbiosi, preparazione, impegno e disponibilità i Node del 2024 hanno decisamente una marcia in più rispetto a quelli passati. Però bisogna anche fare i conti con le difficoltà che hanno contraddistinto la nostra storia e sono sempre dietro l’angolo e ci hanno sempre costretto a frenate improvvise ed abbandoni , quindi facciamo i dovuti scongiuri e speriamo di resistere così, con questa line up, ancora per molto tempo.
A proposito di cambiamenti Gary, nasci come chitarrista, rimuovi due corde e il tuo ritorno on stage ti vede al basso. Cosa è successo nel mentre?
Beh, quando restammo senza bassista all’improvviso nel lontano 2017 non riuscimmo a trovare nessun altro per un motivo o per l’altro, e avendo moltissime date già fissate e non mandare tutto a monte mi rinchiusi in studio a casa e registrai le tracce di basso per poter suonare live con le sequenze. La cosa mi coinvolse così tanto che presi subito la decisione di abbandonare le sei corde e vincere anche questa scommessa in barba alla cattiva sorte. Ed eccoci qui, il resto è storia. Poi ho pensato strada facendo che fosse una strategia vincente per potenziare ulteriormente le possibilità tecniche della band. Con un chitarrista preparatissimo come Gabriele Ghezzi e avendo svolto sempre un ruolo prettamente ritmico e di accompagnamento non ho pensato due volte a dare completo spazio alle sue capacità. Direi che la scelta è stata azzeccatissima. Una scelta dettata inoltre dalla voglia di sperimentare personalmente nuovi percorsi e nuove possibilità oltre che essere stato dettato dall’esigenza.
Canto VII è fuori da qualche mese, i responsi sono tutti molto buoni, quanto sei soddisfatto di questo nuovo lavoro?
Canto VII e’ stato accolto benissimo nella maggior parte dei casi da critica e pubblico con recensioni da parte degli addetti ai lavori molto più che positive!!! Credo di non avere mai ricevuto così tanti consensi in tutta la mia carriera, non parlo di plebiscito per carità, però 9 su 10 persone hanno giudicato Canto VII come il miglior album dei Node di sempre per quanto riguarda songwriting produzione e originalità. Non sono mancate naturalmente le critiche nei confronti della nostra scelta di inserire una vena progressive e tecnica nel nostro stile a discapito dell’aggressività cosa che a mio parere ha solo portato freschezza e qualità alla nostra proposta. Le sferzate di aggressività e violenza nel disco ci sono e molto più di prima a mio avviso. Naturalmente rispetto in pieno qualsiasi critica e osservazione. Se avessimo tutti lo stesso cuore le stesse orecchie e gli stessi gusti saremmo delle macchine e non degli esseri umani.
Sei una persona determinata, combattiva, quanto è difficile oggi portare avanti questo sogno bellissimo chiamato musica?
Andare avanti è difficile, costa tanti sacrifici e molte volte le difficoltà e gli ostacoli più ostici arrivano proprio dall’ambiente metal nel quale viviamo che ti sbatte la porta in faccia invece che supportare e riconoscere il tuo lavoro. E questa è una triste realtà soprattutto qui nel nostro paese. Ma la passione e la voglia ha sempre la meglio ed è una fonte inesauribile di energia che ti aiuta a superare sempre tutto. Ma come ho già ribadito in altre interviste, quello che veramente conta è lo spirito del divertimento e del benessere. Il fare musica deve principalmente fare stare bene te, chi suona con te e si spera anche chi ti ascolta e chi ti segue.
In 30 anni ho visto un sacco di gente chiudere i battenti per non avere raggiunto risultati prefissati: traguardi, successo, fama facendosi un sacco di menate e di seghe mentali. Io invece credo che chi di base si faccia queste menate senza divertirsi – anche e soprattutto nei momenti bui usando la musica prima di tutto come medicina – abbia già’ perso più della metà della componente divertimento. E questa cosa è grave perché significherebbe tirare su una generazione di frustrati.
Voglio il nome dei tuoi tre dischi preferiti, ovviamente brutali.
Senza ombra di dubbio voto
1) DEICIDE: Legion
2) CANNIBAL CORPSE: Tomb of The Mutilated
3) BRUTAL TRUTH : Sounds of the Animal Kingdom
Voglio il nome dei tuoi film preferiti.
Essendo un grande amante e divoratore di film e di cinema è difficile tirare fuori tutto . Sono un fanatico della saga di Alien sin dalla tenera età, soprattutto i primi 3 capitoli ( Alien – Alien, Scontro finale – Alien 3 ). Poi adoro tutti i western di Sergio Leone anche se il mio film preferito è “C’era una volta in America” . Mi piace tantissimo anche Kubrick , Arancia Meccanica, Shining e Full Metal Jacket su tutti. Poi vabbè anche se può non c’entrare un cazzo con tutti questi capolavori assoluti del cinema, io amo alla follia tutta la saga di Don Camillo con Fernandel e Gino Cervi praticamente da sempre.
Parlando di attualità, in questi giorni sono usciti i prezzi del concerto degli Iron Maiden a Padova, come ti poni a riguardo?
Mi pongo più che altro la domanda che si sono fatti tutti, cioè perché qui da noi rispetto agli altri paesi tutto costa il doppio o quasi? Però credo che ognuno sia libero di spendere i suoi soldi come vuole, io di certo quasi 200 euro di biglietto non li spendo. Di certo se fanno un pienone a questi prezzi quasi sicuramente la volta dopo saliranno ancora, garantito.
Credi che il Metal si sia rinnovato? C’è interesse nelle nuove leve o dobbiamo aspettare qualche anno, nella speranza che il genere viva una seconda giovinezza?
Se parliamo di rinnovamento generazionale direi di si, ci sono tantissime band giovani in circolazione qualitativamente tutte molto molto valide. Per quanto riguarda il pubblico per esempio io ho un bel ricordo della giornata al Genova Summer live dove ho incontrato un sacco di ragazzi giovani e appassionatissimi. Idem per quanto riguarda le altre date che abbiamo fatto: l’età parte da un nucleo molto giovane e la cosa mi fa piacere. Seconda giovinezza non lo so ma di certo ci sono tutti i presupposti perché tutto questo avvenga.
Raccontarmi un aneddoto on stage è cosa buona e giusta, anzi doverosa…
L’aneddoto più rappresentativo di questi primi 30 anni (e che ho anche raccontato nella nostra biografia As Book Kills di Massimo Villa edita per Arcana edizioni che è uscita ad aprile di quest’anno ) credo sia stato quella volta nel 2005 quando durante un concerto in un locale in Romagna ad un certo punto il mio monitor iniziò a fischiare in una maniera assurda mentre contemporaneamente gli altri monitor si spegnevano e si riaccendevano in sequenza. Guardai verso il Mixer e non c’era nessuno, chiamammo il fonico al microfono e nulla…
A un certo punto arrivò il gestore del locale pregandoci di avere pazienza e continuare lo show perché il fonico al momento non poteva seguirci visto che stava infornando le Pizze e ne avrebbe avuto ancora per un po’…
Noi andammo avanti imperterriti e parecchio incazzati in mezzo a quel casino portando a casa la serata, dopo successe il finimondo, però… a distanza di 19 anni sta cosa mi fa pisciare sotto dalle risate ogni volta che ci penso
Quali sono i prossimi obiettivi, altri 30 anni di carriera?
Prima di tutto festeggiare il nostro 30esimo anniversario con uno special Show che terremo sabato 26 ottobre al Centrale Rock Pub di Erba con ingresso rigorosamente gratuito dove ripercorreremo tutta la nostra storia in un concerto esclusivo e dove interverranno anche ex membri della Band che saliranno sul palco a suonare con noi. Poi saremo ancora in giro per i palchi un po’ dappertutto in inverno e nei primi mesi del 2025. Siamo già sotto a lavorare sul successore di Canto VII e direi a buon punto. Poi vedremo cosa la vita ci riserverà, di certo non ci si ferma!!!
Grazie Gary, lascio a te le ultime parole, un abbraccio e come sempre In alto il nostro Saluto… Stay Brutal \m/
Grazie per questo spazio e per il supporto che ci avete dato, vi aspettiamo ai nostri live soprattutto a quello del 26 ottobre a Erba. E seguiteci su tutti i nostri canali !!!
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Un abbraccio Brutale a tutti i lettori di Truemetal.it!!!
Gary
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