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Stay Brutal: Puntata nove – Trevor intervista Antonio “Tonino” Travo, il boscaiolo della Valle Gargassa

Di Fabio Vellata - 30 Giugno 2024 - 8:30
Stay Brutal: Puntata nove – Trevor intervista Antonio “Tonino” Travo, il boscaiolo della Valle Gargassa

Tonino è un boscaiolo, attraverso la sua Azienda Agricola Nevlei, lavora da anni a stretto contatto con la natura. Abbattere alberi è un lavoro duro, per uomini veri. Lavorare nelle valli impervie dell’Appenino Ligure non è affatto semplice, anzi tutt’altro.
La componente di rischio è molto alta, le insidie sono sempre dietro l’angolo, inutile dire che tenere in mano per ore una motosega è stancante e anche molto pericoloso.
Denti affilati, potenti motori, la motosega è sinonimo di brutalità!

Intervista a cura di Trevor Sadist

Ciao Tonino…fare il boscaiolo non credi sia un lavoro da uomini duri?

Si sicuramente è un lavoro duro soprattutto quando viene praticato in zone come le nostre, molto scoscese , dove già solo lo stare in piedi è un’impresa. Non direi un lavoro da duri, ma piuttosto un lavoro duro “non per tutti.

Abbiamo capito che si tratta di una professione difficile, dove il rischio è sempre dietro l’angolo, a tal proposito, in tutti questi anni ti sei mai trovato a rischiare davvero?

Un’infinità di volte, il pericolo è sempre in agguato, si usano macchinari che vanno dalla semplice motosega agli escavatori, trattori, vericelli ecc… che oltre alla concentrazione richiedono anche molta esperienza perché spesso ci si trova a lavorare in rive con parecchia pendenza e magari pure scivolose e se non si è capaci di governarli si rischia parecchio, non solo per la propria incolumità, ma anche per gli operatori che ti girano attorno. Anche semplicemente far cadere un albero nella giusta direzione, senza fare danni è un’operazione che spesso le persone sottovalutano.

La mia rubrica “Stay Brutal” affronta argomenti forti, la motosega è una macchina brutale, può anche diventare letale, non credi?

Certo! la motosega non perdona!

Il cult movie “Texas Chainsaw Massacre” alias “Non aprite quella porta” è diventato famoso anche attraverso la figura di “Leatherface”, il pazzo assassino che uccideva a colpi di motosega. Conosci quel film?
Cosa ne pensi?

Al contrario di te non amo molto il genere Horror, svengo solo alla semplice vista del sangue, io le motoseghe le uso solo contro le piante e l’unico materiale che mi piace veder uscire dalle mie vittime è la segatura.

In tutti questi anni di duro lavoro immagino avrai dovuto “combattere” con alberi di grandi dimensioni… conifere, querce, faggi, anche in Italia abbiamo grandi fusti.

Si certo mi è capitato di dover salire su piante che arrivavano a 40 mt di altezza, ed altre un poco più basse ma con diametri importanti e con rami che sembravano piante. Devo dire che più che lavoro le vivo come sfide personali. Oltre al fatto che queste sfide spesso vengono complicate da ostacoli come ringhiere, tetti, cavi elettrici ecc…

Oggi, per chi ha deciso di fare questa professione, come per tanti altri lavori le cose sono cambiate, anzi migliorate, quanto era dura fare il boscaiolo anni dietro?

Sicuramente al tempo di mio nonno si faceva tutto con ascia e soracco, mio padre ha comprato la prima motosega l’anno della mia nascita, la ho ancora e la tengo custodita come ricordo di un’epoca dove per usarla dovevi avere braccia possenti perché era davvero molto pesante. Al giorno d’oggi solo la semplice motosega ha prestazioni completamente diverse e agevolano oltre a velocizzare notevolmente il lavoro del boscaiolo rispetto ai tempi andati per non parlare di pinze e caricatori, prima era tutto a mano, accatastare caricare spostare, lo stesso pezzo lo prendevi in mano decine di volte e a volte i pezzi erano anche molto pesanti spostarli, caricarli su rimorchi o camion era veramente dura.

Abbattimenti in inverno, mentre sistemare e consegnare la legna nel periodo estivo, insomma chi ha scelto di fare questo lavoro dovrà prepararsi a prendere freddo e caldo, tutto vero?

Il lavoro del boscaiolo è fatto all’aperto quindi si lavora coprendosi quando fa freddo e scoprendosi quando fa caldo, come tanti altri mestieri, con la differenza che anche quando fa freddo ti riscaldi, perché essendo un lavoro di fatica si suda. Si dice che la legna scalda tre volte: 1, quando la tagli 2, quando la metti a posto 3, quando la bruci.

Sono certo che questa professione rappresenta: passione, soddisfazione, amore per la natura, quanto sono importanti queste cose per te?

Direi parecchio visto che prima lavoravo in fabbrica facendo un lavoro tranquillo, senza grane e stipendiato.
Ma ci stavo rimettendo la salute, non accettavo di sentirmi chiuso come se fossi in gabbia, giorno dopo giorno, anno dopo anno, così mi sono licenziato ed ora sono felice e sereno a contatto con la natura.

Ho visto alcune foto dove sei arrampicato sulla punta più alta dell’albero, a metri e metri di altezza da terra,
certamente non soffri di vertigini…

L’altezza non mi dà fastidio anzi quando arrivo in cima alla punta mi sento libero e privilegiato perché vedo il mondo da un punto che solo in pochi possono.

Abbattere alberi non è semplice, in rete girano molti video di sedicenti boscaioli che hanno abbattuto alberi su abitazioni, auto o altro, quali sono i giusti processi per far sì che questo non succeda?

Di sicuro conviene affidarsi a persone professionali con parecchia esperienza perché come dicevamo all’inizio il tagliare una pianta spesso viene sottovalutato, e se non si hanno le conoscenze giuste può accadere di tutto. Un albero può sembrare diritto ma magari poi a più peso da un lato dovuto al fatto che da quella parte sono cresciuti rami più pesanti, oppure ha una piega che non si nota perché coperta dalle foglie, ed ecco che il danno è fatto, poi ci sono piante che anche se legate e tirate in una direzione vanno comunque dove vogliono e se non ne hai mai tagliate non puoi saperlo. Ad esempio mi è capitato di vedere mia moglie cucinare e sembra semplice, poi un giorno ho deciso di fare del semplice riso in bianco e ho bruciato tutto. Ad ognuno il suo mestiere. Valutare sempre tutti i rischi e i pericoli, entrano in gioco pesi e forze da non sottovalutare, poi un attrezzatura sempre adeguata all’ abbattimento da eseguire e infine ci vuole una buona manualità con la motosega devi essere in grado di gestire alla perfezione la macchina perché un centimetro tagliato in più durante un abbattimento possono comprometterlo con esiti anche gravi.

La tua azienda agricola/forestale “Nevlei” opera anche nel settore boschivo, pensi sia giusto operare con tagli di selezione?

Sono favorevole ai tagli di selezione perché i boschi migliorano sia in qualità che in redditività perché con l’andare del tempo si avrà non solo legna da ardere ma anche legno da lavoro.

Domanda di rito: Stihl o Husqvarna? 

Sono tutte e due marchi molto professionali, dipende da cosa ne devi fare, ci sono modelli molto validi sia di una marca che dell’altra, io nella mia carriera professionale ne ho cambiate parecchie, alcune vanno bene per potature, altre per abbattere, non scelgo in base alla marca ma in base come mi trovo, ritengo che la scelta sia molto soggettiva, è come comperare un paio di scarpe alcune persone si trovano bene con un modello rispetto ad altre che le trovano scomode. Ad esempio io posseggo anche una Dolmar con la quale mi trovo molto bene.

Grazie Tonino per il tuo tempo, è stato un piacere, lascio a te le ultime parole… e buon lavoro!

Per quel che mi riguarda il mio è il lavoro più bello del mondo, sei all’aperto al contatto con la natura e anche se a molti sembra strano un vero boscaiolo ama la natura e quindi il bosco. Sfatiamo una diceria che si sente sempre, “tagliando si uccide un bosco, si uccide un albero”, non è assolutamente vero i boschi dove non si riescono a tagliare diventano brutti ed impenetrabili. Assieme a mio figlio sto ritagliando boschi che avevo già tagliato con mio padre e con mio nonno. Il bosco non muore ricresce, stà nella bravura del boscaiolo farlo crescere bene tagliando o lasciando le piante giuste per rinforzarlo e migliorarlo. Purtroppo come sempre l’interesse economico e la necessita di fare cassa per svariati motivi (più o meno giusti), fa sì che a volte ha la prevalenza sulla buona gestione delle foreste e quindi il bosco ricresce, ma non nella miglior maniera. Come dico sempre la natura lavora per me, sta a noi farla lavorare bene.
Ringrazio te per l’opportunità che mi hai dato per aver potuto esporre il mio punto di vista!

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