Fabio Vellata
Nel giro di tre – quattro passaggi, "Prophecy" dei Reach cattura e non lascia più.
Il sintomo chiaro di un prodotto molto ben costruito e confezionato nei dettagli da tre artisti decisamente talentuosi.
Un po’ Airbourne ed un po’ Wolfmother, con l’occhiolino sempre rivolto a certi australiani di fama planetaria e ai sempiterni Thin Lizzy, di un gruppo come i The Treatment non potremo mai parlar male.
Smontando la scenografia hollywoodiana che circonda le Pirate Queen, rimane una band di discreto valore e con numeri interessanti.
La stella polare a cui fare riferimento per tracciare la rotta, sono i gruppi nordeuropei che da qualche lustro dominano la scena del rock melodico. Crazy Lixx, primi Wig Wam, Crashdiet: band che, mescolate ad alcune reminiscenze americane (i Ratt su tutti), contribuiscono a formare il suono dei King Zebra.
“The Jungle Revolution”, terzo cd dei Cruzh, mette sul piatto la solita formula fatta da hookline facili e ritornelli veloci, immediati