Fabio Vellata
Nell’infinito svolazzare tra un titolo e l’altro, dovesse tuttavia accadere d’imbattersi nel nuovo cd dei Rian, la sensazione sarà comunque quella di essere planati abbastanza sul morbido. E di avere per le mani un prodotto quanto meno valido e di fattura più che buona.
“Nothing Left to Lose” si piazza senza troppi problemi ai vertici della categoria, confermando ancora una volta Kent Hilli - in qualsiasi delle sue versioni, solista o meno - come uno dei nomi di punta assoluti del genere.
Ai Degreed non manca davvero nulla: dopo il precedente "Are you Ready", un altro album di altissimo livello.
Sfrucugliando qua e la alla ricerca di qualche novità che valesse almeno le parole spese per una recensione ci è capitato per le orecchie il secondo disco solista di Mats Karlsson, un nome non proprio sconosciuto agli “addetti”.
"Dream Higher" è un album che non ha nulla di innovativo e diverso da quanto i Pride of Lions hanno scritto e composto da vent’anni ad oggi.
I capolavori sono esclusi, tuttavia sono bravi, sanno suonare parecchio bene e fanno musica di buona qualità che si innesta alla perfezione con l’atmosfera estiva che va a profilarsi. Niente male questi Stardust...
Si parla d’eccellenza e valore superiore quando ci si riferisce ai The Defiants: non serve sprecare molti altri vocaboli.
Cd caruccio. Che si ascolta senza traumi o disappunti.
Ma a conti fatti, probabilmente il full length più debole nella discografia degli Art Nation.