Fabio Vellata
Un gioiellino di hard rock melodico ricco di personalità e buone idee. Il miglior album in carriera per Andreas Novak e gli House of Shakira.
Disco senza dubbio molto interessante e godibile, l’esordio solista di Thomas Lassar è una buona conferma dell’ottimo intuito dei vertici di Burning Minds, etichetta che, un passo alla volta, si sta affermando come affidabile e di qualità.
Göran Edman e Tommy Denander.
Chi ne conosce almeno un po’ carriera e collaborazioni, al solo citarli avrà istantaneamente inteso dove va a direzionarsi il secondo album dei Cry of Dawn.
Nel complesso, il nuovo Circus of Rock è un disco che pur senza toccare vette impensabili conserva una buona resa rendendo facile la vita di chi vorrà provarne il valore. Buon hard rock con molta melodia, voci in palla ed un songwriting non troppo geniale ma assolutamente focalizzato sul tipo d’uscita e sulla sua impronta stilistica.
Sono solo quattro gli album prodotti in carriera da Michael Thompson con la sua MTB. Pochi, se considerata la lunghezza di un’esperienza musicale lunga quasi cinquant’anni. Sufficienti però per scolpire il marchio di Thompson nell’empireo delle leggende del rock adulto. O, ad essere precisi, dell’AOR westcoastiano.
L’ultimo capitolo in carriera dei Majesty è tutto sommato un modo onesto per dire addio ai propri fan. Coerente e fedele in tutto e per tutto alla linea perseguita con dedizione per anni.
Gli Anthem si confermano come sempre una buona ed affidabile risorsa per chi ancora ama gli Accept, i vecchi Saxon, i conterranei Loudness ed in generale l’heavy classico in senso stretto e letterale
Gli Smackbound per cercare il grande salto, miscelano con discreta inventiva molti degli ingredienti appartenuti a chi prima di loro ha conseguito successi rilevanti nel settore. Hard rock, gothic, dark ed un po’ di groove in una formula lineare che privilegia il lato facile delle canzoni.
Verrebbe da dire che quello dei Revolution Saints è un po’ una sorta di jolly per Frontiers.
Un moniker che vale sempre, che ha la “formula” e che – per chi ne ama i contorni – è destinato a non fallire mai.
Lace è il progetto solista di Davide Merletto, ottimo cantante / chitarrista genovese già conosciuto per aver militato in rispettabili realtà tricolori quali Planethard e Deadalus.
Un formato che sa tanto di vecchia scuola, quella a cui, musicalmente i Transworld Identity appartengono sin dalla radice.
Ascoltando il loro disco d’esordio "Seven Worlds", pare evidente l’infatuazione per il sound del rock ampio e radiofonico degli anni ottanta.
Anche l'ascoltatore meno esperto ad una rapida occhiata alla copertina del disco noterà l’evidente richiamo "vintage" della grafica, suggestione diretta di riverberi ben piantati negli anni ottanta. Classicume assortito per la gioia dei seguaci meno giovani e di chi, anche amando la contemporaneità, subisce comunque il fascino di cose dallo stile parecchio più datato.