Francesco Maraglino
Il nuovo capitolo del progetto Sunstorm è ancora un ottimo esempio di rock “adulto” con soglia hard alta, che mette bene in mostra le doti di Ronnie Romero e Aldo Lonobile.
“Reset” dei Radioactive è un tuffo nell’ acqua più blu di quei suoni che in particolare contraddistinsero il passaggio tra la fine degli anni settanta e tutti gli Eighties del rock radiofonico e raffinato. Denander e i suoi compagni nel progetto Radioactive dimostrano – ancora una volta - la loro più totale dedizione all’AOR di gran classe.
il nuovo “= 1” dei Deep Purole snocciola un rosario di brani di rock pesante come si faceva una volta: canzoni dalla grande ritmica e inondate di spazi liberi per tasti d’avorio e chitarre che s’insinuano e si librano dappertutto, a volte assumendo connotazioni quasi prog e spunti blues.
Timeless Fairytale è ilun nuovo progetto in ambito melodic metal nato dall’unione di un crogiuolo di sopraffini musicisti di tale settore, appartenenti a svariate nazioni europee. Al canto troviamo Henrik Brockmann (Royal Hunt) ed alla chitarra Luca Sellitto (Stamina).
Ad un anno dal precedente “Megalomanium” gli scandinavi Eclipse propongono un secondo volume dell’opera, idealmente andando a costituire un doppio album, e conferma della costante alta qualità delle loro canzoni e l’immancabile energia delle esecuzioni (sempre con l’adrenalina a palla) che paiono apparentemente inarrestabili.
Con “Songs Of White Lion, Vol. II”, Mike Tramp torna a proporre le canzoni della sua band, una delle formazioni-simbolo dell'hair metal degli anni Ottanta del secolo scorso.
Il nuovissimo disco "Ten" dichiara a gran voce, ancora una volta, la dedizione dei Mr. Big al proprio tradizionale hard rock immerso in gran parte nel mood degli anni settanta, ma accompagnato pure dalla forte componente melodica tipica del decennio successivo, facendo perdonare alla band qualche momento lontano dai fasti del passato.
Dalla collaborazione tra Jona Dee degli H.E.A.T. e Nils Molin dei Dynazty viene alla luce oggi il nuovo album del progetto New Horizon “Conquerors”, che prosegue sulla cammino, tracciato dal suo predecessore, di un power metal possente ed altamente melodico.
Sebastian Bach riappare finalmente con un nuovo full-length ed è un ritorno col botto. “Child Within The Man” è, infatti, un dischetto stracolmo di vitalità hard'n'heavy.
“Ghost Stories” dei Blue Oyster Cult non contiene canzoni nuove di zecca, bensì un ripescaggio di tracce realizzate nel periodo d’oro della band, dal 1978 al 1983 (una sola è del 2016, una cover dei Beatles).
I Lipz realizzano un album che è un crogiuolo di riff e di melodie, in un ambiente glam, come se neanche un anno fosse passato dal 1985 o giù di lì.
Con Alive” i canadesi Honeymoon Suite hanno realizzato un’opera brillante, che si colloca nel solco sia dei dischi più AOR della band che di quelli appena più energici: un disco quasi di un’altra epoca.
In "Roots & Shoots Vol. 1" il celebre Jim Peterik (ex Survivor, Pride Of Lions" con i suoi World Stage, realizza un album in cui alla voce si alternano vecchie glorie dell'AOR e giovani virgulti del canto.
Riempie il cuore di entusiasmo rockettaro il fatto che un’altra giovane cantante, Cassidy Paris, si dedichi con il suo primo album, "New Sensation", alla musica che amiamo da queste parti, in tempi in cui il rock sembra invece destinato ad essere considerato un genere di nicchia e per nostalgici.
Il nuovo album degli svedesi melodic-rockers Care of Night non nasconde la sua vicinanza a stilemi ben noti, incardinati in un passato che ha visto sugli scudi soprattutto un suono di marca U.S.A., ma offre composizioni ed interpretazioni eccellenti e che colpiscono al cuore per eleganza e melodia e rimarchevole energia
“Babylon”, l'ultimo album della band del chitarrista George Lynch, è un lavoro certamente in linea con la storia, soprattutto più recente, dei Lynch Mob, pieno di grinta ed energia e con alcune canzoni particolarmente efficaci.
Dopo aver definito ed omaggiato le fondamenta della propria ispirazione artistica, il vocalist cileno Ronnie Romero realizza il primo album solista totalmente formato da inediti, intitolato “Too Many Lies, Too Many Masters”, in cui paga comunque pegno alle proprie radici.
Con The Lion’s Road i Sarayasign ci raccontano di un hard rock cinematica che piacerà sia a chi segue le gesta del melodic rock scandinavo come a chi ama certo hard rock e metal dagli influssi epici