Manuel Gregorin
Fedeli allo slogan squadra che vince non si cambia, i Lordi se ne escono con un lavoro che non si discosta da quanto prodotto in passato. Screem Writers Guild è un disco che riesce a raggiungere l'obiettivo prefissato pur senza destare particolari sorprese.
Un lavoro questo 'Fallen Kingdom' che già dalle prime battute si rivela ben riuscito, con la band che mostra una certa abilità nell'equilibrare melodia e potenza. L’aggressività è sempre ben dosata, ma non è mai fine a se stessa e viene corredata da buoni ritornelli.
Come già i lavori precedenti, Hunt The Flame punta ad essere un'opera ambiziosa, con cui i Free Fall anche questa volta centrano il bersaglio. Il tutto grazie ad una serie di brani ben elaborati con una certa dose di teatralità senza però, mai risultare pacchiani o pesanti da digerire.
L’intenzione di Angelripper e soci era quella di ripercorrere la storia della band non necessariamente tramite i grandi successi, ma ripescando anche brani sottovalutati o mai proposti dal vivo. Un'uscita che non vuole essere un semplice best of, ma una vera celebrazione dei 40 anni di attività del gruppo.
Una realtà veramente promettente i Seventh Crystal. Una proposta magari non particolarmente innovativa, fatta di composizioni semplici ma con arrangiamenti ben studiati. Un lavoro solare e rilassante per gli amanti del melodic certamente, ma buono pure per tutti gli altri.
Sembra proprio che i Khymera siano diventati una faccenda seria per Dennis Ward, che ne ha preso in mano le redini con l'intenzione di portarli nella cerchia dei gruppi che contano.
Hold Your Ground, infatti, è un lavoro maturo e ben confezionato
Alla fine ci ha visto bene Åkesson, nonostante i suoi numerosi impegni di musicista e produttore, a dare vita anche al progetto Infinite & Divine. Un prodotto che senza avere la pretesa di diventare una pietra miliare del genere, può risultare fruibile ad un'ampia gamma di pubblico.
Uscita stuzzicante questo Back On Earth. Nonostante non si tratti di una vero e proprio nuovo album, ha comunque il merito di tenere gli occhi puntati su una formazione veramente interessante del panorama rock e metal. Una realtà, Girish And The Chronicles, che dispone di buon potenziale ed ha in mano le carte giuste per far ancora parlare di sé.
Battle Of Ice è un prodotto maggiormente indicato per quella cerchia di fans appassionati dalle sonorità symphonic e neoclassiche che in questo secondo capitolo troviamo in abbondanza.
Untamed, nuovo album dei BlackRain, rimane comunque un disco dignitoso, un prodotto al quale tutti gli appassionati del genere possono fermarsi a dare un ascolto. Si sarebbe potuto fare di più. Ma poteva anche andare peggio.
Time and Tyranny del progetto Konquest è un lavoro consigliatissimo a tutti gli amanti del metal classico che si sentono orfani degli anni 80.
Il terzo album degli Sword è un disco molto anonimo. Magari non propriamente brutto, ma che non regala particolari emozioni. Ben suonato, ben prodotto ma che sostanzialmente non dice niente di particolarmente interessante.
La strada percorsa dai Tarmat è quella di un rock votato alla melodia, le chitarre sono spesso tenute alla briglia con dei suoni pop. La batteria non è mai troppo eccessiva e le tastiere ricamano contorni a volte sognanti, altre più tristi e meditativi.
Veramente una piacevole sorpresa i Tyrant Of Chaos, band che con questo nuovo capitolo riesce ad offrire tre quarti d’ora di musica elettrizzante.
Un disco genuino e spontaneo che magari a qualcuno potrà risultare un po’ out of date, ma che sicuramente rispecchia al meglio la vena creativa degli Enuff Z’Nuff.
Veramente un buon colpo quello piazzato dai Trauma con Awakening. Un prodotto con cui dimostrano di avere ancora qualcosa da dire, smentendo chi vedeva nella loro reunion solo un nostalgico tentativo di raschiare il fondo del barile.
Kingdemonium è il classico disco che ci si aspetta da una formazione come gli Hammer King. Heavy metal power della scuola più tradizionale, fedele a tutti i clichè del genere.
Gli Stryper sono indubbiamente in uno stato di grazia e si ritrovano a vivere una seconda giovinezza continuando a realizzare prodotti ancora attuali e convincenti.
In Return of the King dei Santa Cruz, le poche idee indovinate non sono sufficienti a salvare le sorti del disco. Un lavoro che di certo non soddisferà i fans della prima ora e difficilmente ne procurerà di nuovi.
Speriamo che con questo nuovo lavoro la formazione scandinava riesca a raggiungere una maggiore fetta di pubblico e ad entrare nel giro delle band che contano.
Lo meritano e sarebbe un buon affare per tutti: tanto per i Dynazty quanto per i nuovi fans.