Manuel Gregorin
Un disco un po’ particolare per i gusti di qualcuno, certamente non indicato a chi è alla ricerca di suoni ruvidi. Potrebbe al contrario stuzzicare la curiosità di chi, nel rock e nel metal, non disdegna una certa ricerca di innovazione e scelte stilistiche fuori dai soliti cliché.
Molto interessante il ripescaggio di sonorità che si rifanno volutamente agli anni 80, risultando però contemporanee ed attuali anche nel 2022.
Si fosse trattato di un ep con inclusi gli ultimi cinque brani, avremmo potuto affermare che i Battle Beast sono tornati in piena forma.
Un mix di power, sfumature prog, puntate di hard rock e metal melodico ben amalgamati secondo la scuola nord europea. Soprattutto, sapientemente arrangiato con esperienza dal chitarrista finnico che, grazie ai numerosi guest, molto mestiere ed indubitabili abilità, confeziona un prodotto di buona fattura che si lascia ascoltare ben volentieri.
Veramente un'uscita interessante: un lavoro schietto che senza troppi giri di parole ci ricorda che anche nel 2022 l’heavy metal più tradizionale ha ancora molto da dire.
"Automaton" è un titolo che mette in chiaro le intenzioni dei Crashdïet: come un automa che non prevede il fallimento, la band va dritta per la sua strada fino a compimento della missione, consistente nello spararci addosso undici tracce di hard rock fiammeggiante.
In effetti, un altro buon tassello che si aggiunge alla gloriosa carriera della storica band, per nulla intenzionata ad appendere gli strumenti al chiodo.
"Eyes Of Oblivion" ci riconsegna una band in ottima forma, con un album che offre quello che più ci si aspetta dai The Hellacopters.
Pur non essendo un disco brutto risulta comunque molto prevedibile e poco originale, particolare che in un mare ampio come quello del power metal può costare la caduta in un pericoloso oblio.
"Not The End Of The Road" è il lavoro che ci si aspetta da una band come i Kissin’ Dynamite.
Un disco indovinato, con un suono anni ottanta fatto da musicisti degli anni duemila, fresco e contemporaneo senza inutili nostalgie ed in cui ogni brano è al posto giusto.
Un disco equilibrato, che scorre via in modo piacevole, con idee fresche ed arrangiamenti accurati.
Un prodotto che essenzialmente non dice niente di nuovo ma riesce a scorrere via senza fatica.
Un lavoro di valore, che pur non brillando per originalità può soddisfare molti palati.
Un opera prima quella degli Agarthic che nonostante sia un esordio denota già una buona esperienza dei musicisti: un prodotto suonato bene e con arrangiamenti ricercati.
Non si può fare a meno di notare come, in quest'ultima fatica, i tedeschi compiano una sterzata verso uno stile più diretto ed immediato rispetto ai due predecessori.
Debutto discografico per i norvegesi Memoria Avenue, formazione dedita ad un AOR/hard rock melodico sullo stile di band come Work of Art e Perfect Plan.
In una definizione pratica e veloce, "Of Poetry And Silent Mastery" è un album di canzoni che, senza essere troppo artificiose ed elaborate, riescono ad essere sempre fresche e stuzzicanti.
L'esordio solista di Robledo si guadagna una dignitosa sufficienza: tutto sommato si tratta un interessante antipasto in attesa del secondo capitolo dei Sinner's Blood.