Intervista Therion (Christofer Johnsson)
Intervista a Christofer Johnsson (Therion) da parte di Mickey E.Vil (The Mugshots, Radio Onda D’Urto FM). In fondo alla pagina è possibile ascoltare la stessa in versione audio con sottotitoli. Buona fruizione.
Come va la vita a Malta?
Beh a parte il fatto che i pub sono chiusi e che devi indossare la mascherina quando esci, è tutto piuttosto normale: voglio dire, ho il mio studio a casa e passo molto tempo a fare musica. Il fatto è che stiamo lavorando a tre album, Leviathan è solo il primo album di una trilogia: abbiamo scritto più di quaranta buone canzoni e almeno trentaquattro-trentacinque brani buoni abbastanza da essere nel disco, senza dubbio! Dunque una volta terminate le registrazioni di Leviathan, abbiamo continuato a registrare in modo da avere le chitarre parzialmente registrate e tutta la parte del basso e della batteria per Leviathan Pt. II. Dato che la prima metà del prossimo anno non saremo in grado di andare in tour abbiamo pensato di finire le registrazioni del secondo album e addirittura iniziare quelle del terzo disco, per non perdere tempo e avere qualcosa da fare! I brani prendono direzioni diverse e ci siamo resi conto che un terzo di essi hanno le caratteristiche di hit immediate: molto pompose ed epiche, ecco Leviathan Pt. I. Poi ci siamo accorti di avere abbastanza brani melanconici ed oscuri da poterci fare un disco, dunque Leviathan Pt. II sarà più tetro: se vi piacciono canzoni come Clavicula Nox, Draconian Trilogy – quel tipo di pezzi melanconici – allora probabilmente vi piacerà di più il secondo album! Il terzo disco è una collezione di canzoni più avventurose, sperimentali e pesanti, più Progressive e Folk. Credo che daremo a tutti quello che vogliono…non tutti ma il 90% dei fan avranno ciò che desiderano da ognuno di questi dischi!
Parlando di Leviathan Pt. I, è vero che lo avete “deliberatamente riempito di hit dei Therion” (come da comunicato stampa Nuclear Blast, n.d.r)?
Dopo aver realizzato Beloved Antichrist mi sono sentito molto vuoto perché quella era la mia ultima grande missione, il mio ultimo sogno a cui lavorare. Dunque ho pensato: “Abbiamo fatto tutto quello che volevo, cosa cazzo farò ora?”… Ne ho parlato con Thomas (Vikstrom, n.d.r.) e abbiamo realizzato che c’era una cosa che i Therion non hanno mai fatto: per ogni disco abbiamo fatto come volevamo noi, non abbiamo mai ascoltato le etichette discografiche, non abbiamo mai ascoltato i fan…abbiamo realizzato album come volevamo noi! Se eravamo fortunati la gente comprava il disco, le vendite sono sempre state un saliscendi tipo montagne russe perché ad alcuni piacevano dei dischi, ad altri piacevano dischi diversi ma abbiamo sempre fatto quello che volevamo. L’unica cosa mai realizzzata è provare a compiacere il pubblico intenzionalmente, quindi abbiamo pensato che possa essere una grande sfida finale: proviamo a fare un disco fatto da hit classiche dei Therion! Abbiamo cercato di…non copiare le vecchie canzoni, quello sarebbe banale, però di catturare lo spirito dei brani più popolari per crearne di nuovi con tale spirito. L’idea era quella di comporre canzoni che intrattenessero le persone, che venissero amate, piuttosto che scrivere qualcosa di spontaneo. Qualche brano è nato spontaneamente, ecco perché Leviathan Pt. III sarà più bizzarro…ma l’intero Leviathan Pt. I è interamente fatto di brani che danno alla gente quello che vuole, per cambiare.
Quali temi principali esplorate nei testi del disco? Mi piace l’idea che usiate più di una lingua…
Beh, è una cosa normale dato che si tratta di diverse mitologie, diverse tradizioni esoteriche di diverse culture: è un tipico album dei Therion da questo punto di vista. Per esempio abbiamo The Leaf On The Oak Of Far, relativa al dio celtico Camulus; Die Wellen Der Zeit ispirata al dio germanico Nerthus; poi c’è Aži Dahāka – non so se lo pronuncio bene – che è una figura mitologica persiana; poi El Primer Sol che è la continuazione della nostra canzone Quetzalcoatl, dove – è difficile da pronunciare – Tezcatlipoca…in effetti non è così difficile da dire ma è bizzarro per noi, non me lo ricorderò mai…si tratta dell’antagonista di Quetzalcoatl nella mitologia azteca e tolteca; Ten Courts Of Diyu parla dei dieci livelli dell’inferno nella mitologia cinese…sì, un tipico album dei Therion, direi!
Di recente avete realizzato un video per Die Wellen Der Zeit con Carlos Toro, vostro storico collaboratore. Ci dici qualcosa dell’influenza di Richard Wagner nella tua musica?
Oh, Wagner è sempre stato il mio riferimento per l’opera, non ho mai amato l’opera italiana ad essere onesto: voglio dire la rispetto ma sai, se la tua ragazza ama l’opera puoi portarla a sentire Puccini o cose simili. Personalmente sono sempre stato per Wagner e per Richard Strauss che era molto influenzato da Wagner, è così che ho scoperto l’opera e di base è sempre stato il mio riferimento. Per quanto riguarda la musica classica strumentale preferisco i compositori russi ma se parliamo di opera per me il 90% è Wagner…non so perché ma è così: è più drammatico, più complesso, qualcosa di molto epico; anche quando si tratta di un pezzo musicale molto dolce è comunque drammatico, non è intrattenimento, si tratta di qualcosa di più serio. Ovviamente non era intrattenimento, credo che Wagner avesse una personalità molto pomposa, pensava alla propria arte come a qualcosa di più del semplice intrattenimento. Alla fine credo che la sua intenzione riflettesse qualcosa di più profondo nella musica, qualcosa che non sembra affascinare solo me dato che l’intera industria musicale delle colonne sonore è interamente basata su Wagner!
Certo, il Leitmotiv e via dicendo. Personalmente sono d’accordo perché ho letto Oper Und Drama e lì ci sono i concetti: è un libro incredibile sulle sue teorie!
Sì, ha portato l’orchestra sinfonica nel teatro d’opera, prima si trattava di un’orchestra più ridotta che faceva da sottofondo perché i cantanti dovevano essere le star. Ma con Wagner l’orchestra ha ottenuto una posizione più rilevante nella musica, con tutti quei passaggi e quelle overture che sono capolavori già così da soli. Ha compiuto un sorta di rivoluzione per il modo in cui le persone scrivevano e pensavano alla musica, così come fecero Beethoven e Bach ai loro tempi…si tratta di teoria della musica, io sono molto attaccato emotivamente alla musica, non la analizzo così tanto. Il fatto che sia diventato così appassionato di Wagner mi ha portato a leggere cose su di lui e la sua storia, la sua teoria musicale. Però io ascolto tanto col cuore, non ho mai amato compositori come Schoenberg o la dodecafonia: troppo intellettuali! Io voglio che le emozioni siano presenti: amo alla stessa maniera la musica folk o quella complessa da opera, così come posso ascoltare Prog molto complesso oppure musica Pop molto semplice! Per me ha lo stesso valore ma ricopre ruoli diversi.
Capisco…da Schoenberg in poi si tratta di esercizi molto intellettuali!
Sì, come nel caso di Leif Segerstam il direttore d’orchestra finlandese: ho acquistato una delle sue sinfonie, molto interessante e per questo l’ascolto ma non ricordo nulla di essa, nemmeno una singola melodia!
Raccontaci qualcosa del bell’artwork di Leviathan Pt. I…
Oh, è una risposta molto noiosa, chiedo scusa! Abbiamo fatto un disco chiamato Leviathan dunque ci voleva una sorta di drago marino sulla copertina. E’ stata realizzata da Thomas Ewerhard che ha fatto quelle degli ultimi vent’anni (ride)…tutto qui! Volevamo semplicemente una copertina accattivante.
Che ricordi hai di Theli e dei gloriosi anni Novanta? Personalmente mi ricordo un grande concerto insieme agli Amorphis, nel 1996…
Gli Amorphis, abbiamo fatto il tour con loro nel ’96! Effettivamente è stato un tour duro per noi, perché la band era grande ma il loro tour manager era un fottuto stronzo, ha rovinato tutto! Ma è stato grande, sfortunatamente bevevamo un po’ troppo, eravamo per lo più ubriachi e ho visto degli show in cui non suonavamo troppo bene perché tutti erano distrutti…ma fortunatamente per noi, la cosa particolare fu che anche il pubblico era ubriaco quindi non lo notava! Credo che Theli sia l’ultimo album che abbiamo fatto – insieme al tour – in cui eravamo ancora, come dire, innocenti. Non avevamo ancora un tour manager, me ne occupavo io perché non potevamo permettercelo e in effetti non sapevamo nemmeno come agiva un tour manager non avendolo mai avuto! Una volta realizzato l’album Vovin abbiamo sistemato tutto: eravamo sicuri di noi, avevamo già un certo successo e sapevamo come funzionavano le cose. E’ stato l’inizio dell’epoca d’oro per noi, anche finanziariamente perché comprai la mia prima auto nel 1997 che mi costò €760 (sic), beh non c’erano gli Euro allora, si trattava di Marchi tedeschi perché la comprai in Germania…prima di allora non potevo permettermi una macchina, nemmeno un vecchio rottame! Persino quando andavo in metropolitana dovevo viaggiare illegalmente saltando i controlli perché non avevo il biglietto (ride)! Ero sempre al verde, dunque dopo Vovin è stata una gran cosa avere una sicurezza economica dopo tutti quegli anni e anche musicalmente ha significato tutto per noi, perché avendo cominciato a vendere dischi avevamo un budget maggiore per lo studio per realizzare tutto quello che volevamo! Quello era il problema prima di Theli: avevo grandi idee ma anche un budget merdoso perché non vendevamo un cazzo! Con Theli ci fu un aumento della produzione, fu la nostra fortuna e sarò sempre grato alla Nuclear Blast per aver creduto in noi: avevamo un budget maggiore dall’etichetta ed eravamo uno dei loro gruppi che vendeva di più!
All’epoca mi ricordo di un’intervista che feci con Kimberly Goss…
Oh, è passato tanto tempo da quando le ho parlato l’ultima volta, almeno vent’anni!
Quale messaggio e saluto finali manderesti ai fan italiani dei Therion?
Beh, questi sono tempi difficili e non ho idea di quando torneremo in tour! Spero che la gente apprezzi i tre dischi Leviathan e se le cose andranno bene torneremo anche in tour! Ma vorrei puntualizzare che per quanto riguarda i tour in generale, la gente pensa che una volta cadute queste restrizioni le band potranno tornare in tour…ma non è così semplice perché c’è tutto un apparato intorno alle band che suonano! Ovviamente hai i locali, le sale da concerto e qualcuno di essi sarà fallito perché impossibilitato a pagare l’affitto…forse il vostro locale preferito sarà diventato una palestra o qualcosa di simile, chi lo sa? E questa è una cosa. Poi ci sono le compagnie di tour bus: certo, se hai un vecchio tour bus di merda puoi oliarlo, metterlo in garage, licenziare l’autista e quando le cose migliorano ri-assumerlo o chiamare un altro! Ma le compagnie professionali di tour bus comprano i bus a due piani a €50.000 e ne spendono altri 100.000 per renderli tour bus, una bella spesa! E se poi quelli non vanno in giro generando liquidità, non saranno in grado di pagare le banche per i prestiti dato che non credo che abbiano i soldi per comprarne i bus, specialmente quando hai una flotta di dieci-quindici mezzi! Se il tuo bus non si muove per due settimane è una cosa davvero brutta, se non si muove per due mesi è una catastrofe, se non si muove per metà anno o più tempo, potresti fallire! E la squadra con cui si lavora è un’altra faccenda: non tutti i tecnici per le chitarre hanno vent’anni e vivono con mamma e papà, c’è gente della mia età con figli, una casa, bollette da pagare. I tecnici per le chitarre, per le batterie, gli ingegneri delle luci e del suono potrebbero aver trovato dei lavori regolari per pagare le bollette e stare a casa. E una volta che le cose torneranno a posto, avendo un lavoro regolare forse non vorranno lasciarlo per qualcosa di più precario e potrebbe essere difficile rimettere in piedi una squadra! Ancora: le compagnie di merchandising vendono il 90% delle t-shirt alle band in tour, potrebbero non essere più in grado di pagare l’affitto, vendere le macchine e chiudere! Aspettatevi un grande caos, quando si ricomincerà non si tratterà semplicemente di dire: “Ok, ricominciamo che le cose sono tornate normali!”… Ci vorranno anni, molti anni da adesso prima che le cose tornino come stavano. Dunque da un certo punto di vista è meglio non fare troppi tour quando le cose ricominceranno, non competere per le date, i bus e tutto il resto…ce la prenderemo con calma, forse faremo uscire Leviathan Pt. II per tornare in tour più in là, quando la polvere si sarà posata. Vedremo! Forse faremo qualche data, forse usciremo con un’altra band per fare un grande tour insieme o forse faremo da spalla a band più grosse, questo per non preoccuparci troppo di queste problematiche!