Abandoned (Eric “Kalli†Kaldschmidt)
Thrash metal vecchio stampo quello dei tedeschi Abandoned, ma niente a che vedere col thrash teutonico, ogni singola nota di “Thrash You!” si rifà al thrash metal della bay area. Ci ha raggiunto telefonicamente il simpatico Eric, chitarrista, voce e mente del gruppo. Buona lettura.
Ciao Eric, gran bel disco Thrash You! Dove la trovate tutta questa energia e tutta questa rabbia?
Ciao Gaetano e grazie. Dunque, uhm… vediamo (qui comincia a ridere in evidente imbarazzo ndg). Non so proprio cosa risponderti se non che ci viene naturale. Siamo grandi estimatori della scena thrash bay-area, il mio primo ascolto da ragazzino furono i Metallica, quelli dei primi dischi si intende, ed è stato un colpo di fulmine a ciel sereno. Questa è la musica che amiamo, questa è la musica con la quale siamo cresciuti e dobbiamo continuare a diffonderla. Abbiamo cominciato nel 1999 e, a dire la verità, c’erano pochi gruppi che sostenevano questo genere, non tirava più come una volta. Esclusi i big, si intende: Megadeth, Testament, Slayer, Exodus. Ci stiamo provando, qualcuno si accorgerà di noi, no?
Credo proprio di si Eric. Come mai avete scelto di chiamarvi Abandoned?
La scelta è stata fatta dall’altro chitarrista, Holger e noi tutti abbiamo accettato. E’ una parola thrash, una parola che ci rappresenta.
Torniamo indietro di qualche anno. Avete avuto un lungo periodo underground prima della firma sul contratto sottoposto dalla Dockyard1?
Direi proprio di sì. Quindici anni più o meno. Abbiamo iniziato come fanno un po’ tutti, ci siamo comprati la nostra strumentazione, abbiamo suonato le cover dei grandi maestri in giro per la Germania fino a produrre pezzi nostri. Abbiamo ottenuto un certo seguito grazie ai concerti anzi, noi siamo prima di tutto una band da palcoscenico e solo in un secondo momento un gruppo da studio.
C’è stato un momento dove hai capito che potevi farcela?
Certo! Qualche anno fa abbiamo suonato al Rock Hard Festival, in Germania, devi sapere che nel nostro paese quella rivista è una specie di bibbia. La reazione del pubblico è stata fantastica e la sera stessa la Dockyard1 di Piet Sielck ci ha messo sotto contratto.
Viriamo sul nuovo disco: “Thrash You!”. Come mai avete deciso di cambiare completamente lo stile della vostra produzione? Thrash Notes aveva una produzione anni ottanta, quella di Thrash You è moderna. Sembrano due dischi prodotti da due gruppi distinti.
Sono due scelte mirate. Quando nel 2005 abbiamo registrato Thrash Notes, volevamo un risultato “old school”, sempre curato, ma tendente agli anni ottanta come hai sottolineato tu. Poi ci siamo accorti che oggi come oggi non ha senso proporre una registrazione così datata, abbiamo cominciato a ragionare da musicisti e non più da sostenitori di quella scena. Abbiamo registrato “Thrash You!” in più di uno studio e, oltre ad aver ottenuto un suono più attuale, moderno, abbiamo raggiunto uno status di produzione professionale. Questa è la strada da seguire, serve ancora molta esperienza però.
Durante il tour di supporto a Thrash Notes, c’è stata tantissima gente che ci ha fatto notare che dal vivo avevamo un suono cento volte superiore rispetto a quello ottenuto su disco, che manca di potenza, la nostra caratteristica migliore. Ma hanno capito la nostra scelta e, forse, il nostro errore. Oggi, con “Thrash You!”, avranno pane per il loro denti.
Nella recensione ho scritto che la tua voce è maturata, un po’ più personale rispetto a due anni fa quando sembrava una copia di quella di Tom Araya degli Slayer…
Ehehe, non sei il primo che me lo fa notare, che dire… mi lusinga. Forse sul primo disco era più simile a quella di Tom, oggi non più, merito di quella produzione professionale che ha esaltato le personalità dei singoli, me compreso. Ho preso anche delle lezioni di canto ad Amburgo nel frattempo e ho lavorato giorno dopo giorno sulla mia voce che oggi è più “vera” rispetto a due anni fa. Sono contento tu l’abbia notato, vuol dire che i miei sforzi sono serviti a qualcosa (ride ndg).
Bene, ora devi scegliere un brano, e soltanto uno, che rappresenti il nuovo disco. Quale e perché.
Vale sempre quel discorso che fanno tutti in questi casi?
Quale?
Beh, ogni pezzo è come se fosse un figlio per chi lo compone e quindi diventa impossibile scegliere e bla bla bla…
Ah, ho capito. Beh, non vale
Eheheheheheeh, allora eccoti il titolo: Trapped. In pratica l’ultimo della scaletta. Secondo me è il brano più bello che abbiamo scritto in questi anni e ci rappresenta secondo dopo secondo.
Cosa pensi di Piet Sielck e della Dockyard1? Sei soddisfatto del lavoro che fa per voi?
E’ una persona competente. E’ un business-man oltre che membro degli Iron Savior e dei Savage Circus, riesce a sbrigare tutte le sue faccende tenendo alto il livello di qualità, non è facile. Siamo uno dei gruppi di punta della sua label e suoneremo di spalla agli Iron Savior tra qualche settimana, ad Amburgo se non sbaglio. Che dire, siamo contenti del lavoro che fanno per noi e si aspettano altrettanto, cercheremo di non deluderli anzi… non dobbiamo deluderli!
A quando, invece, un concerto in Italia?
Oh merda! (ride ndg). Abbiamo una voglia di suonare in Italia che nemmeno ti immagini ma siamo ancora una band di livello nazionale, siamo usciti poche volte dalla Germania, siamo stati in Danimarca e in Austria ma ancora troppo poco per poterci definire “internazionali”. Italia, Grecia, Spagna, Francia… sarebbe un sogno per me e per tutta la band. Quando siamo stati in Danimarca la prima cosa che abbiamo detto è stata “wow, c’è gente di un altro paese che conosce le nostre canzoni e viene a vedere il nostro concerto”. Sembra una cosa stupida, invece è una sensazione che si fa fatica a descrivere. Troppo bello. E anche per questo abbiamo gran voglia di visitare altri paesi, compreso quello dei nostri amici italiani. Però, non so ancora quando.
Che effetto fa suonare all’Earthshaker Fest dopo i Manowar?
C’eri anche tu? Pazzesco, che show quello. Me lo ricordo come fosse ieri, c’era un sacco di gente ed eravamo in gran forma quella notte. Oltretutto abbiamo suonato in una chiesa sconsacrata, strapiena di gente, magari i metallari non si sono divertiti coi Manowar e si sono riversati nella chiesetta per sentire un po’ di Thrash Metal. Ovviamente scherzo (ride ndg). Che bei ricordi!
I prossimi impegni?
Abbiamo programmato tre release-party in germania e abbiamo diversi concerti di supporto al nuovo disco sempre nel nostro paese. Purtroppo, non suoneremo in nessun grosso festival, abbiamo troppi impegni relativi alla promozione di “Thras You!” ma contiamo di rifarci il prossimo anno.
Quando da voi ci sarà il Gods Of Metal, il 2 giugno, noi suoneremo di spalla ai Tankard in Germania, hai idea di quanta birra berremo insieme a loro? Esattamente quanto ne berrete tutti voi nell’intera giornata del festival italiano, noi saremo molti di meno però (ridiamo di gusto ndg).
Beh, loro sono i “Kings Of Beer”. Il discorso birra è di vostra competenza, non mi permetto di contraddirti, ehehehehe. Bene Eric, è tutto. Hai voglia di salutare i nostri utenti?
Grazie Gaetano! Un saluto a tutti i thrashers italiani, date un ascolto a “Thrash You!”, il titolo dice già tutto. Dovete bere tanta birra perché quando gli Abandoned suoneranno da voi, dovrete gareggiare a chi ne beve di più!
Gaetano Loffredo