AC/DC: Brian Johnson, “Quando la band mi lasciò a casa mi rifugiai nell’alcol per mesi”

Nella nuova intervista di Brian Johnson con Zane Lowe su Apple Music, il cantante degli AC/DC ha parlato dei suoi recenti problemi di udito che gli hanno impedito di partecipare all’ultimo tour della band:

I problemi all’udito sono comparsi all’improvviso.
O meglio, è stato un crescendo, mi ero reso conto che stavo peggiorando, ma poi da un giorno all’altro sono arrivato al punto in cui non potevo più esibirmi, mi fu detto di fermarmi.
E’ stato orribile, crudele.
All’improvviso ti ritrovi da solo. Hai una famiglia, ma la tua famiglia non c’è.
Ma allo stesso tempo dovevo essere realista. Mi sono detto, “Guarda, non è una malattia terminale, almeno ho ancora la salute, sono fortunato ad aver fatto così tanto nella mia vita”.
Penso che avessi 68 anni all’epoca, che non è poco. Mi sono guardato intorno e tanta gente, tanti miei amici erano morti. E quella stessa settimana il mio migliore amico morì di cancro a 59 anni.
Quindi fu una seconda brutta botta. Ero devastato.
Pensai che dovevo farmi forza e andare avanti.
E’ stato doloroso e orribile, come ho già detto mi rifugiai nel whiskey per un paio di mesi. Lo feci e questo portò via il dolore. Non ho preso medicinali e non sono andato da uno psichiatra, non ho fatto tutte le cose che uno dovrebbe fare…
E alla fine pensavo che sarebbe successo qualcosa [con gli AC/DC]? Ovviamente no. Pensavo che la band fosse finita.
E poi, solo 18 mesi dopo tutto questo, ancora sentivo la mancanza della band e mi chiedevo cosa avrei potuto fare successivamente. Perché io sono come Angus, devo fare qualcosa, non riesco a stare con le mani in mano. A quel punto ricevetti una telefonata da Angus e dal management chiedendomi se volessi fare un nuovo album.
E questa è stata la grande possibilità di fare di nuovo quello che amavo.
Per questo apprezzo così tanto i ragazzi e tutti coloro che mi hanno dato una possibilità di tornare in studio a cantare di nuovo questa musica.