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Adimiron (Danilo Valentini)

Di - 21 Luglio 2009 - 0:05
Adimiron (Danilo Valentini)

Abbiamo intervistato Danilo Valentini, chitarrista della thrash band romana, in occasione dell’uscita di When Reality Wakes Up.

Intervista a cura di Giulio Caputi

Ciao Danilo, cominciamo a  parlare della vostra ultima esperienza dal vivo con gli Impaled Nazarene. Che impressioni hai avuto, e cosa rimarrà a te personalmente di questa esperienza?

Ciao a tutti i lettori di True Metal e un grazie in anticipo a voi per lo spazio che ci concedete.
Seguire un gruppo affermato come loro per delle date è sempre un’esperienza che vale la pena di fare, c’è sempre da imparare qualcosa.
Gli Impaled non sono esattamente il mio gruppo preferito, non sono neanche le persone più espansive della Terra, ma è stato molto divertente come lo è ogni tour,e anche da questo abbiamo imparato tanto. Dal vivo fanno quasi impressione, soprattutto Luttinen, molto teatrale.
E poi il loro bassista alla fine della terza data si è anche complimentato con Maurizio, e lì si è toccato l’apice del calore umano, eheh.
Ovviamente scherzo,è stato comunque un piacere per noi dividere il palco con dei professionisti.

Parliamo invece della vostra ultima fatica discografica, a chi è venuto in mente e di fare la cover “spitfire” dei Prodigy e perché questa scelta?

In genere le idee che riteniamo più azzeccate sono frutto di un brain-storming collettivo,anche se mi pare che l’idea fosse stata presa in considerazione durante il periodo di cambio line-up, quando eravamo rimasti praticamente Alessandro ed io.
Volevamo provare a riarrangiare a modo nostro una canzone che non appartenesse al mondo del metallo, e “Spitfire” ci sembrava si prestasse particolarmente bene. La musica dei Prodigy, che apprezziamo molto, ha molti punti in comune con il metal, la cattiveria nei suoni, il groove, l’attitudine provocatoria, l’abuso di tatuaggi… eheh.
Speriamo di aver fatto un buon lavoro,nessuno di noi vorrebbe avere da discutere di persona con Keith Flint o Maxim Reality. 

So che recentemente avete avuto un cambio di line-up, con l’ingresso del nuovo vocalist Andrea Spinelli nel gruppo. Cosa ha portato a questo cambiamento e quali sono  le qualità apportate dal nuovo cantante alla musica degli Adimiron? Personalmente lo ritengo un cantante maturo e con una voce particolarmente espressiva.

Andrea è stato davvero in gamba. Avevamo già confermato le sessioni di registrazione, e lui si è trovato a dover arrangiare quasi l’intero disco in un paio di mesi scarsi. Chi ha avuto modo di ascoltare il nostro precedente lavoro “Burning Souls” potrà meglio rendersi conto di quanto suoni diverso da “Reality”. Personalmente la cosa che più ho apprezzato in lui è la capacità di saper colorare con la voce i brani, oltre che il timbro caldo e il “tiro”. C’è chi lo paragona a Phil Anselmo o Max Cavalera per le parti “sparate” e chi addirittura tira in ballo Mike Patton o Mark Lanegan facendo riferimento a soluzioni di voce pulita.
Trovo che sia molto espressivo e versatile e che abbia un’impronta molto personale.
Per quanto riguarda il cambio di line-up è stata una decisione presa di comune accordo, non è stato facile, è come lasciare la propria fidanzata. Solo che in questo caso le fidanzate erano tre (voce basso e batteria) ma fortunatamente abbiamo trovato Andrea, Federico e Maurizio dell’attuale line-up.

Normalmente in genere chi compone le liriche e quali sono le tematiche a cui ti senti più legato, cioè ci sono dei testi che senti particolarmente vicino al tuo modo di pensare o alla tua vita?

La maggior parte dei testi sono opera di Andrea, anche se tutti abbiamo contribuito in fase di arrangiamento, eccetto “Forgiveness” scritta da me e “The Flag Of Sinners” opera della penna di Alessandro. Ogni canzone ha una propria tematica e tutte sono legate da un sottile filo conduttore,che spesso accomuna anche tutti noi.
Sicuramente è “Forgiveness” il testo che per ovvie ragioni sento più “mio”. E’ nato da un sogno ricorrente che faccio e si intreccia con la storia di una persona che non c’è più e che mi manca molto.
Anche questo è un tema che ci accomuna, alcuni di noi hanno perso in tempi più o meno recenti delle persone care, e “buttare giù” qualcosa può essere oltre che uno sfogo immediato ed un dovuto tributo, un modo per esorcizzare e controllare il dolore, la sofferenza, la paura.

Una domanda un pò provocatoria, quali sono secondo te le differenze e il punto di forza degli Adimiron e cosa c’è di nuovo nella vostra musica che possa arricchire il panorama metal nazionale e non?

Beh innanzitutto il fatto che se provi a mandare “Reality” al contrario ti accorgerai che in realtà è “Poohlover” dei Pooh (eheh).
Inoltre è un disco che può offrire una prospettiva diversa del thrash metal, la cui matrice è a noi molto vicina ed è palese in pezzi come “Wrong side of town” o “Mindoll”.
Lavoriamo molto sul riffing, Alessandro è una riff-machine, e su questo impianto abbiamo cercato di incorporare le nostre influenze. Di conseguenza gli spunti sono molti, potrei dire che “Reality”è un disco che offre diversi piani di lettura. Abbiamo lavorato molto per cercare di rielaborare il suono “classico” dei grossi nomi del thrash, facendo attenzione a non snaturarlo,e ci sembra che il risultato sia un buon mix di tutti questi elementi.

Ho trovato particolarmente azzecati alcuni innesti di chitarra arpeggiata in “Endevouring” e una sorta di prog-growl nel cantato di questa traccia, pensi che il mix di melodia potenza ed espressività possa essere una delle arme vincenti degli adimiron?

Probabilmente sì. E’ stato difficile trovare quell’equilibrio di cui parli,e lavorare sulle dinamiche è stata una piccola sfida, soprattutto perché non volevamo finire col fare un copia-incolla mal riuscito di diversi tipi di cantato. La strofa di “Endeavouring”, cui probabilmente ti riferisci definendola prog-growl è una delle soluzioni che abbiamo scelto, un cantato sporco graffiato ma non atonale.
Tutto ciò ad oggi ci ha permesso tra le altre cose di arrivare alle orecchie di un pubblico abbastanza diversificato.

Desperates potrebbe essere una buona opening song per i concerti troverà questa collocazione dal vivo?

Preso in pieno. E’ così che iniziamo attualmente i nostri live. Ha i numeri giusti,è un pezzo che cammina molto bene, ha un ritornello cantabile ed un bridge ritmico e cazzuto al punto giusto.

Parliamo invece delle tracce che più mi hanno colpito e cioè “Forgiveness” e “Choice For A Mask”, trovo la prova del batterista Federico Maragoni davvero ottima, non pensi che queste canzoni potrebbero aprirvi magari a un audience per vuoi inusuale e cioè non propriamente quello del metal estremo?

Esatto, come ti dicevo poco fa ci sono brani che riescono ad arrivare ad un target piuttosto ampio, anche se non ragioniamo a priori in funzione di questo.
Durante la stesura dei pezzi ad un certo punto ci siamo accorti di avere diverse song di matrice più tranquilla (chiamiamole ballad, ma che nessuno pensi a bon jovi); all’inizio eravamo spiazzati, poi suonandoli e risuonandoli siamo riusciti a conferirgli un’impronta nostra che non ci dispiaceva affatto,soprattutto perché riunivano concettualmente alcune delle nostre influenze.
Federico è riuscito a miscelare molto bene l’impeto metal con i suoi trascorsi rock-progressivi (è un fan sfegatato tra le altre cose della scena rock-prog italiana  70’s). 

Parliamo infine dei vostri prossimi progetti live so che in pentola ci sono parecchie cose, vuoi darmi qualche anticipazione?

Finalmente si ricomincia. Sì, esatto, ci stiamo lasciando alle spalle lo stop di due anni circa dovuto al cambio di line-up che se da un lato ci ha permesso di muovere ogni passo con più coscienza, d’altra parte ci ha un po’ demoralizzato.
Fortunatamente le date aumentano gradualmente, entro un paio di mesi circa dovremmo poter confermare due lunghi tour esteri per noi molto importanti,uno dei quali in terra statunitense.
Ma un po’ per scaramanzia, un po’ per non fare la figura del pollo in caso di smentita, preferisco non aggiungere altro.

Ok Danilo, grazie per le tue esaurienti risposte e per la tua disponibilità, ti faccio un grosso in bocca al lupo a te e ai tuoi compagni negli Adimiron, spero di avere di nuovo modo di parlare con te a presto.

Grazie a te e a True Metal per averci concesso questo spazio, saluto a nome degli Adimiron il vostro di pubblico che spero di poter vedere numeroso ai nostri live.
Date una chance a “Reality” ragazzi,  e vedrete che non ve ne pentirete, è un metal trip che cerca di cambiare un po’ le carte in tavola  in un genere  ultimamente incartato e vittima di troppe mode e trend.
Per qualsiasi informazione sul nostro mondo o sul nuovo album vi aspettiamo su www.adimiron.org  o www.myspace.com/adimironcrew . Troverete news sempre aggiornate, l’elenco delle date dal vivo e molte altre chicche. Vi aspettiamo!